Prêt-à-porter

Luigi Paini

Un americano a Parigi, nella folle settimana di presentazione dell'alta moda. Accadde una decina di anni fa e quell'americano, Robert Altman, ne rimase tanto affascinato da decidere di girarci sopra un film. Altri progetti arrivati in porto prima (tra i quali due capolavori come I protagonisti e America oggi) hanno fatto attendere a lungo Prèt-à-porter. E in qualche modo ne hanno diminuito la no*tà e l'importanza. Come giudicheremmo infatti un'opera così corale se non avessimo da poco visto quelle due superpellicole? Prima ancora c'era stato Nashville: un modello inarrivabile, stupefacente nel tenere insieme tante vicende diverse, nel mischiare in modo perfetto cinema e vita, improvvisazione e pianificazione, emozioni reali e sapienti accorgimenti di sceneggiatura, regia e montaggio. [...]

di Luigi Paini, articolo completo (2190 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore