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La storia di Alice nel paese delle meraviglie attraverso l’inedito occhio di Jan Svankmajer.
Non ricordo bene la frase per intero ma parlava della solita suddivisione dell’umanità in due categorie: chi non ha visto la cinematografia di Svankmajer e chi l’ha vista rendendosi conto di che razza di genio sia. Devo dir la verità riguardo questo film in particolare, sono rimasto allibito, cioè non so nemmeno esattamente cosa dire.
In ogni caso chiunque abbia detto quella frase aveva ragione, non tanto perché questo film sia straordinario o perché le opere di questo regista siano perfette ed irraggiungibili, il fatto in realtà è che una visione simile riguardo ad una qualsiasi rappresentazione penso sia difficile da trovare, o impossibile.
Da dove cominciare? Le ambientazioni sono forse il fattore che classificano per molti dizionari questo film tra gli horror, non direi che siano inquietanti ma letteralmente putride e smorte, dove i pochi colori che escono dall’oscurità sono di tonalità che suscitano pura repulsione più che straniamento. La visione di un mondo che ha un ché di sarcastico coi propri tocchi di follia, con dettagli disgustosi fino al puro pessimo gusto.
Una rilettura del classico racconto inconcepibile prima d’averla vista coi propri occhi, personaggi assurdi, eventi assurdi, un film che va preso così com’è tanto rasenta l’insensatezza.
Io ho detto quello che mi è venuto più spontaneo ma vi assicuro che finché non l’avete visto non potete rendervi conto di cosa realmente sia.
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