Comicità a grana grossa in perfetto stile vanziniano è quella che ci viene propinata da un film più o meno vacanziero che sa di già visto. Volgarotto e di stampo televisivo ha come unica novità l'inserimento, mai più ripetuto dal regista, di Paolo Rossi in un ruolo triste tristemente interpretato. Non è brutto il film, gli sketch sono tanti e qualcuno fa anche ridere di gusto ma l'idea che apapre è quella di un filmetto amatoriale confezionato in tutta fretta sperando che il comico alla moda e del momento salvi la baracca. Per fortuna non annoia e la costruzione a episodi separati è piuttosto ben articolata e veloce ed evita pause e momenti di stanca. Stereotipi a non finire fanno a pezzi l'Italiano all'estero per motivi di gioco, tutti così presi ad arricchirsi e a cercare di fregare l'altro, facendosi forza del boom degli anni '80 ma il risultato è un racconto squalliduccio di vizi e virtù dell'uomo medio.
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Comicità a grana grossa in perfetto stile vanziniano è quella che ci viene propinata da un film più o meno vacanziero che sa di già visto. Volgarotto e di stampo televisivo ha come unica novità l'inserimento, mai più ripetuto dal regista, di Paolo Rossi in un ruolo triste tristemente interpretato. Non è brutto il film, gli sketch sono tanti e qualcuno fa anche ridere di gusto ma l'idea che apapre è quella di un filmetto amatoriale confezionato in tutta fretta sperando che il comico alla moda e del momento salvi la baracca. Per fortuna non annoia e la costruzione a episodi separati è piuttosto ben articolata e veloce ed evita pause e momenti di stanca. Stereotipi a non finire fanno a pezzi l'Italiano all'estero per motivi di gioco, tutti così presi ad arricchirsi e a cercare di fregare l'altro, facendosi forza del boom degli anni '80 ma il risultato è un racconto squalliduccio di vizi e virtù dell'uomo medio. Il finale mozzo e raffazzonato lascia tutti i protagonisti con un palmo di naso ma la caciara creata è l'emblema di tutto il film ed è anche l'unico momento di incrocio delle varie storie.
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