domenico rizzi
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sabato 8 marzo 2014
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america tragica della grande depressione
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Due Oscar (miglior attrice protagonista e miglior sceneggiatura a Benton) e li meritava tutti, per questo film semi-autobiografico di Robert Benton, autore anche dello screenplay, con una stupenda Sally Field nella parte della giovane vedova (con 2 figli) Edna Spalding, Danny Glover (l'afroamericano Moses) e John Malkovitch (il cieco Will alloggiato dalla Spalding in serie difficoltà economiche). La vicenda si svolge in una cittadina di provincia del Texas durante la Grande Depressione degli Anni Trenta. Il contesto non è propriamente quello del profondo Sud razzista (per intenderci: Alabama, Georgia o Mississippi) ma gli va molto vicino. Dopo aver perso il marito scerifffo per colpa di un giovane Nero ubriaco, Edna non vuole accettare l'aiuto offertole del vagabondo Moses, sinceramente determinato a darle una mano per uscire dai suoi guai, che si riassumono sostanzialmente nel pericolo di requisizione della sua proprietà - non ancora interamente pagata - da parte di una banca.
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Due Oscar (miglior attrice protagonista e miglior sceneggiatura a Benton) e li meritava tutti, per questo film semi-autobiografico di Robert Benton, autore anche dello screenplay, con una stupenda Sally Field nella parte della giovane vedova (con 2 figli) Edna Spalding, Danny Glover (l'afroamericano Moses) e John Malkovitch (il cieco Will alloggiato dalla Spalding in serie difficoltà economiche). La vicenda si svolge in una cittadina di provincia del Texas durante la Grande Depressione degli Anni Trenta. Il contesto non è propriamente quello del profondo Sud razzista (per intenderci: Alabama, Georgia o Mississippi) ma gli va molto vicino. Dopo aver perso il marito scerifffo per colpa di un giovane Nero ubriaco, Edna non vuole accettare l'aiuto offertole del vagabondo Moses, sinceramente determinato a darle una mano per uscire dai suoi guai, che si riassumono sostanzialmente nel pericolo di requisizione della sua proprietà - non ancora interamente pagata - da parte di una banca. La successione delle scene lascerebbe presupporre implicazioni sentimentali o, più probabilmente, sessuali, invece non avviene nulla di tutto ciò. L'unica scena allusivamente erotica è quella della donna immersa nella tinozza da bagno, con l'inquilino Will che le si avvicina senza poterla vedere nella sua nudità, ritraendosi immdiatamente quando si accorge che si sta lavando. Lo strano terzetto formato da Edna, Moses e dal non vedente Will lavora in sintonia per un unico scopo: la salvezza della casa di Edna e, tutto sommato, la propria sopravvivenza in un mondo difficile e ostile. Compiendo sforzi sovrumani - la raccolta del cotone lavorando infaticabilmente di giorno e di notte per battere la concorrenza - il risultato viene raggiunto, ma a qualcuno non garba che un Afroamericano sia il principale artefice del successo. Essendo anche il Texas uno Stato del Sud, seppure con molte differenze, i cavalieri incappucciati del Ku klux Klan hanno buon gioco e torturano Moses, che prenderà la decisione di andarsene da quel luogo per lui pericoloso. Ma l'ostinazione di Edna e la consapevolezza di quanto hanno costruito insieme, superando anche le devastazioni provocate da un violento uragano, sembrano alla fine prevalere. Toccante la scena finale, nella piccola chiesa cittadina, dove la donna e le persone che convivono con lei sono sedute tutte insieme sui banchi ad ascoltare il sermone del pastore e la sorella di Edna concede il perdono al marito che ha confessato una scappatella con l'amante. Nella tragica cornice di un'America rurale messa in ginocchio da una crisi inarrestabile, vincono i sentimenti.
Domenico Rizzi, scrittore.
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ciukki
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lunedì 3 agosto 2009
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meglio del cinismo
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hOI VISTO IL FILM QUAND'ERO GIA'BEN OLTRE L'ETA'DI COMMUOVERMI PER LE DISGRAZIE(RISOLTE)ALTRUI,EPPURE LA COMMOZIONE,IL SENSO DI TRASPORTO C'E'STATO LO STESSO,GRAZIE ALL'INTENSISSIMA INTERPRETAZIONE SIA DI MALKOVICH CHE DELLA FIELD,E ALLA NARRAZIONE VOLUTAMENTE E SAPIENTEMENTE MODESTA...celebrare I FATTI e lasciare che coinvolgano,come dire,le persone di buona volontà mi sembra più encomiabile di tante tirate ciniche...considerando anche il periodo,secondo me è un'opera convincente,ben riuscita,da riv edere quando abbiamo qualche lacuna mnemoica riguardo ai MISFATTI di un paese di cui si continua a celebrare ciecamente la presunta LIBERTA'....
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roa
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lunedì 10 dicembre 2007
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le stagioni del cuore
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Per quanto mi riguarda il film e' un capolavoro. Cortesemente vorrei sapere il titolo del brano d'apertura del film.
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