un film da cuori solitari che ho rivisto ieri per la seconda volta (la prima fu a dieci anni circa- lo adorai- ora, con un po' più di anni sulle spalle non ho lo stesso entusiarmo però ci sono alcune cose che continuano a colpirmi). Dudley moore, ancora una volta nelle parti dell'uomo comune, pur non risvegliando la sua brillante vena comica, rappresenta la speranza di felicità anche in una vita apparentemente piatta. la trovata del dibattito con Freud mi ricorda il conflitto tra Petrarca e Sant'Agostino nel Secretum. scusate il paragone elevato!