esperanto
|
sabato 1 novembre 2008
|
chewing gum troppo a lungo masticato.
|
|
|
|
E' un film che unisce la passione cinefila con la passione dei quiz. E' ingeneroso dire: "chewing gum troppo a lungo masticato". Forse per chi l'ha visto piu' volte, per chi lo vede conoscendo i film degli anni seguenti. Ma e' una prima. Pr i neofiti e' sempre una sfida, come quella che affrontai nel 1982: all'uscita dal cinema dopo veniva proiettato veniva data un cartolina sulla quale gli spettatori erano invitati ad elencare i film "noir" usati per il montaggio. Un puro quiz. So, da una presentazione RAI - seconda replica - che solo Callisto Cosulich - grande critico - ci riusci' alla "prima botta". Insomma, un film sempre fresco, con mitiche battute ("torma presto: ho voglia di fare all'amore", "Non cominciare senza di me").
[+]
E' un film che unisce la passione cinefila con la passione dei quiz. E' ingeneroso dire: "chewing gum troppo a lungo masticato". Forse per chi l'ha visto piu' volte, per chi lo vede conoscendo i film degli anni seguenti. Ma e' una prima. Pr i neofiti e' sempre una sfida, come quella che affrontai nel 1982: all'uscita dal cinema dopo veniva proiettato veniva data un cartolina sulla quale gli spettatori erano invitati ad elencare i film "noir" usati per il montaggio. Un puro quiz. So, da una presentazione RAI - seconda replica - che solo Callisto Cosulich - grande critico - ci riusci' alla "prima botta". Insomma, un film sempre fresco, con mitiche battute ("torma presto: ho voglia di fare all'amore", "Non cominciare senza di me")....
Eppoi: come perdersi Steve Martin SENZA capelli bianchi? Come perdersi una splendida Rachel Ward?
Un cult.
Cari Morandini: cercate di fare recensioni legate al periodo storico, non al "senno di poi".
Senno' pure Hitchcock puo' diventare un chewing gum troppo a lungo masticato, con tutti gli imitatori che ha avuto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a esperanto »
[ - ] lascia un commento a esperanto »
|
|
d'accordo? |
|
insolitinoti
|
giovedì 28 febbraio 2008
|
un’operazione decisamente futuribile
|
|
|
|
Un’operazione decisamente futuribile quella di Reiner, soprattutto se si tiene presente che il suo film è del 1982. L’idea che lo sorregge è infatti è un uso molto raffinato del cut-up che permette agli attori del “presente” (Steve Martin) di dialogare con le vecchie star degli anni Quaranta (fra le quali persino il mitico Bogart…).
La riuscita del film è strettamente connessa al rigore con cui è confezionata tale operazione: l’inserimento dei fotogrammi “classici” all’interno del film è talmente realizzato bene che si stenta a comprendere subito di avere a che fare con uno spezzone proveniente da un’altra pellicola. In questo contesto il b/n, naturalmente, è funzionale nel rendere omogeneo l’unione degli spezzoni.
[+]
Un’operazione decisamente futuribile quella di Reiner, soprattutto se si tiene presente che il suo film è del 1982. L’idea che lo sorregge è infatti è un uso molto raffinato del cut-up che permette agli attori del “presente” (Steve Martin) di dialogare con le vecchie star degli anni Quaranta (fra le quali persino il mitico Bogart…).
La riuscita del film è strettamente connessa al rigore con cui è confezionata tale operazione: l’inserimento dei fotogrammi “classici” all’interno del film è talmente realizzato bene che si stenta a comprendere subito di avere a che fare con uno spezzone proveniente da un’altra pellicola. In questo contesto il b/n, naturalmente, è funzionale nel rendere omogeneo l’unione degli spezzoni.
La seconda peculiarità del film è invece contenutistica: tutto film infatti non è che una parodia, una presa in giro del noir. La trama diventa subito complicatissima dopo i primi dieci minuti (a echeggiare quella – a sua volta impenetrabile - de Il grande sonno?) forse proprio a voler significare che non è delegata ad essa il significato globale del film, bensì lo scopo è ottenere qualcos’altro: la creazione di un’atmosfera. Quella che a che a fare con il noir, quella rigorosamente in b/n, con personaggi tutti d’un pezzo, con un investigatore cinico che si ritrova subito incasinato in misteri decisamente più grandi di lui.
Reiner, delineato così il territorio della sua pellicola, si permette quindi una doppia ironia: sia quella del genere, che viene smontato e rimontato in tutte le salse, sia quella verso le “intoccabili” star della vecchia Hollywood.
I vecchi attori (rimandiamo ai titoli di coda del film che rivelano sia i nomi degli attori “imputati”, sia della pellicola da cui è stato estrapolato il frammento) vengono infatti manipolati in modo ironico: le battute originali vengono cambiate con nuove battute maliziose, ironiche, fuori contesto. La sensazione generale che si prova è di un notevole ridimensionamento dei divi del passato che, all’interno della trama, altro non fanno che essere spalla del protagonista-detective.
È proprio l’ironia il fulcro che porta avanti il film, che a tratti è molto divertente, se non irresistibile. Questo grazie anche ad una fotografia molto raffinata, e all’ausilio di scenografie curatissime. E una volta tanto - bisogna dirlo - la traduzione non fa così schifo come lo è di solito.
Recensione da www.insolitinoti.splinder.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a insolitinoti »
[ - ] lascia un commento a insolitinoti »
|
|
d'accordo? |
|
|