Già sul finire degli anni ’60 il western classico andava lentamente tramontando, lasciando il posto a dei sotto-generi minori come il così detto “western crepuscolare”, così chiamato perché di lì a breve avrebbe portato al tramonto di questo glorioso filone cinematografico.
Anche nel western crepuscolare si possono rintracciare importanti autori e qualche bella pellicola, ma in misura imparagonabile rispetto al western classico. Queste pellicole si caratterizzano per una maggiore ambiguità dei personaggi, dove il protagonista non è sempre senza macchia ed anche il “cattivo” ha qualche ragione da rivendicare; ciò comporta delle dinamiche diverse, emotivamente non così chiare per lo spettatore e soprattutto la perdita definitiva di quella poetica che aveva accompagnato tutta la narrazione dell’epopea del western classico.
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Già sul finire degli anni ’60 il western classico andava lentamente tramontando, lasciando il posto a dei sotto-generi minori come il così detto “western crepuscolare”, così chiamato perché di lì a breve avrebbe portato al tramonto di questo glorioso filone cinematografico.
Anche nel western crepuscolare si possono rintracciare importanti autori e qualche bella pellicola, ma in misura imparagonabile rispetto al western classico. Queste pellicole si caratterizzano per una maggiore ambiguità dei personaggi, dove il protagonista non è sempre senza macchia ed anche il “cattivo” ha qualche ragione da rivendicare; ciò comporta delle dinamiche diverse, emotivamente non così chiare per lo spettatore e soprattutto la perdita definitiva di quella poetica che aveva accompagnato tutta la narrazione dell’epopea del western classico.
Venendo nello specifico a questo film diretto da Andrew V. McLaglen, figlio del grande attore Victor McLaglen, deve dirsi che certo non rappresenta uno degli esempi più riusciti di questo sottogenere cinematografico. Ciò che delude maggiormente è l’assenza assoluta di quelle atmosfere un po’ romantiche del grande cinema western.
McLaglen che ha diretto numerosi western ed altrettanti film d’azione, sembra avere trasferito nei primi le atmosfere neutre e indefinite dei secondi, tanto che a tratti sembra di stare a vedere un film poliziesco.
La storia non è particolarmente originale e la sceneggiatura poco curata non la valorizza affatto.
I protagonisti sono Charlton Heston, nella parte del buono, e James Coburn in quella del cattivo: i due attori che ricordo insieme in un altro western, “Sierra Charriba” di Peckinpah (in realtà l’altro protagonista era Richard Harris, mentre Coburn aveva una parte minore), sono bene in parte e se la cavano bene nella mediocrità generale di un’opera sicuramente mal riuscita. Nell’unica parte femminile di rilievo c’è Barbara Hershey, mentre troviamo in un ruolo minore un giovane Larry Wilcox, volto noto della serie TV “CHiPs”.
Le scene di violenza sono molto esplicite e truculente, a tratti persino fastidiose.
La pellicola è ambientata nei primi del novecento, quando ormai il selvaggio West stava scomparendo, quasi come il cinema western ormai al tramonta a metà anni ’70, periodo a cui risale appunto il film.
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