matteobettini15gennaio
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domenica 26 novembre 2017
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vincent price da...oscar
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Quando accade di vedere capolavori simili ci si può soltanto togliere il cappello. 'The theatre of blood' è un film drammatico, quasi thriller; ma infarcito in ogni dove di uno humour talmente macabro che il risultato conclusivo, che passa con disinvoltura da momenti di puro terrore (i più presenti) ad altri di ironia decisamente pungente (eufemismo), consiste in una pellicola azzeccatissima. Dove ora ci si spaventa, tanto alcune scene risultano essere macabre, crudissime; ora ci si diverte, in particolare per l'istrionica interpretazione di un grandissimo Price e per quelle che alcuni attori caratteristi (R. Morley su tutti) sono stati in grado di regalare al grande pubblico.
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Quando accade di vedere capolavori simili ci si può soltanto togliere il cappello. 'The theatre of blood' è un film drammatico, quasi thriller; ma infarcito in ogni dove di uno humour talmente macabro che il risultato conclusivo, che passa con disinvoltura da momenti di puro terrore (i più presenti) ad altri di ironia decisamente pungente (eufemismo), consiste in una pellicola azzeccatissima. Dove ora ci si spaventa, tanto alcune scene risultano essere macabre, crudissime; ora ci si diverte, in particolare per l'istrionica interpretazione di un grandissimo Price e per quelle che alcuni attori caratteristi (R. Morley su tutti) sono stati in grado di regalare al grande pubblico. Vero è che il meccanismo del film ricalca quello del precedente 'L'abominevole dr. Phibes', sempre con V. Price protagonista; ma è innegabile che 'Oscar insanguinato' offra, fin dalle primissime scene, tantissimi momenti di Cinema con la 'C' maiuscola. La trama: Edward Lionheart (Price che, lo sottolineo ancora se non fosse chiaro, è semplicemente grandioso!), un attore che ha costituito quasi tutta la propria carriera sulle tragedie shakespeariane, a seguito della decisione di alcuni critici teatrali di assegnare il prestigioso riconoscimento di 'attore dell'anno' a un giovane promettente e talentuoso (ma, perlomeno a detta dello stesso Lionheart, decisamente legnoso, oltre che balbettante e inesperto...), decide di vendicarsi contro i citati critici. A suo modo: a uno a uno, uccide chi ritiene responsabile di una simile, irreparabile colpa e si vendia coi fiocchi e controfiocchi. A suo modo significa che sceglie di eliminare i suoi "nemici" servendosi di espedienti presenti in dieci (tante sono le persone che ha deciso di eliminare) tragedie di Shakespeare. Così, inizia ad uccidere con il metodo descritto dal geniale bardo inglese nel suo 'Giulio Cesare', dove il suo primo detrattore, come il grande Cesare secoli addietro, è letteralmente fatto a pezzi da pugnalate infertegli da alcuni suoi...collaboratori: numerosi barboni e un misterioso individuo che, risulta palese, indossa barba e parrucca posticce (n.b: Lionheart era divenuto "amico" di tali barboni in conseguenza di un atto estremo, grazie al quale aveva potuto fingersi morto e concepire, così, la sua infernale vendetta). Uno via l'altro, i critici sono rinvenuti morti dalla polizia nei modi più differenti e, anche, brutali, sì; ma, in un certo qual senso, non privi del citato humour nero. Il finale riserva più di un colpo di scena: sta soltanto alla curiosità dello spettatore scoprire quali essi siano. Come ultima annotazione, aggiungo che alcuni omicidi sono da...evitare per i più deboli di stomaco! Ma, per chi è in grado di stemperare determinate situazioni, allra bè, il consiglio è uno, e uno soltanto: guar-da-te-lo! Buona visione.
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parsifal
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sabato 29 aprile 2017
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Una delle più incisive prove cinematografiche del " Gentiluomo dell' Horror" , MR. Vincent Price. Diretto da D. HIkhcox, ambientato nel Regno UNito, narra le vicende di Edward Lionheart, attore teatrale che mena vanto di ispirarsi solo alle opere dell' " Immortale Bardo" William Shakespeare. I critici , concordi nel volerlo stroncare per colpire la sua vanità, gli negano il premio che lui credeva gli venisse assegnato , senza tema di rivalsa. Per la disperazione, inscenerà il suo suicidio, salvo poi tornare dagli Inferi per placare la propria sete di vendetta. Metterà in atto il proprio piano diabolico, attirando i critici , uno , per uno, in una serie di trappole mortali, prendendo sempre ispirazione dalle tragedie del suo mentore, facendo leva sulle debolezze di ognuno di loro.
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Una delle più incisive prove cinematografiche del " Gentiluomo dell' Horror" , MR. Vincent Price. Diretto da D. HIkhcox, ambientato nel Regno UNito, narra le vicende di Edward Lionheart, attore teatrale che mena vanto di ispirarsi solo alle opere dell' " Immortale Bardo" William Shakespeare. I critici , concordi nel volerlo stroncare per colpire la sua vanità, gli negano il premio che lui credeva gli venisse assegnato , senza tema di rivalsa. Per la disperazione, inscenerà il suo suicidio, salvo poi tornare dagli Inferi per placare la propria sete di vendetta. Metterà in atto il proprio piano diabolico, attirando i critici , uno , per uno, in una serie di trappole mortali, prendendo sempre ispirazione dalle tragedie del suo mentore, facendo leva sulle debolezze di ognuno di loro. Le morti saranno il finale delle tragedie , riscritte con il sangue delle vittime prescelte. Una sorta di contrappasso , fondato sull' autore al quale egli è indissolubilmente legato. Mr. Price sfoggia un'incredibile padronanza di sè, il personaggio non potrebbe essere meglio interpretato, con tutte le sue virtù ed i suoi limiti. Non mancano inoltre momenti di puro humor nero, godibile e tagliente. Consiglio la visione della versione originale , per meglio apprezzare la magnifica recitazione del grande Gentiluomo.
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alby
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mercoledì 27 aprile 2016
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superlativo in ogni dettaglio
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Chi lo ritiene un film fatto sul medesimo cliche' dell'"Abominevole Dottor Phibes" pecca di superficialita'. Al di la' di alcune evidenti analogie (la vendetta seriale, la legge del contrappasso per le vittime, lo stesso attore protagonista)e' un film completamente diverso. Qui c'e' uno humour tipicamente inglese, talvolta sottile, talatra irresistibile, che accompagna l'horror rendendolo potabile anche nelle scene piu' cruente e fondendosi in perfetto equilibrio con esso, in un genere quasi unico.
Il protagonista, magistralmente impersonato da Price, nel suo amore verso Shakespeare e nella sua granitica convinzione di esserne l'interprete migliore, e' molto piu' credibile e vero del marito inconsolabile che il dottor Phibes rappresenta.
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Chi lo ritiene un film fatto sul medesimo cliche' dell'"Abominevole Dottor Phibes" pecca di superficialita'. Al di la' di alcune evidenti analogie (la vendetta seriale, la legge del contrappasso per le vittime, lo stesso attore protagonista)e' un film completamente diverso. Qui c'e' uno humour tipicamente inglese, talvolta sottile, talatra irresistibile, che accompagna l'horror rendendolo potabile anche nelle scene piu' cruente e fondendosi in perfetto equilibrio con esso, in un genere quasi unico.
Il protagonista, magistralmente impersonato da Price, nel suo amore verso Shakespeare e nella sua granitica convinzione di esserne l'interprete migliore, e' molto piu' credibile e vero del marito inconsolabile che il dottor Phibes rappresenta.
Non a caso si tratta del lavoro di un altro regista (Hickox).
Oltre a Price, tutti gli attori sono sopra le righe.
Stacchi sorprendenti, perfetta concatenazione degli eventi; si respira un'atmosfera crepuscolare, dolcemente decadente, anche per il contributo della bella colonna sonora.
Non mi stancherei mai di gustarne i dettagli.
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francismetal
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mercoledì 16 agosto 2017
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fantasma dell'opera venuto male
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Soggetto riciclato, sceneggiatura di cartapesta, perché innanzitutto l'assassino si conosce dall'inizio, la strategia degli omicidi era chiara alla polizia e alle vittime fin dall'inizio, ma nessuno ha pensato di scappare o di mettere sotto protezione le persone in pericolo.
Addirittura le vittime cascano tutte nelle trappole come delle pere cotte, soprattutto il tizio che si ritrova gli chef in casa e mangia tutte le porcherie che gli hanno messo davanti...
E poi questi anglosassoni che citano Shakespeare a sbafo credendosi colti... se facessi lo stesso con Dante mi prenderebbero per scemo...
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