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Film che racchiude tre generi giallo, thriller e a tratti anche horror dalle tinte gotiche.
L'ambientazione in un castello, dimora abituale dei Wildebruch, con nascondigli, segrete e cripte rende questa pellicola suggestiva dal punto di vista tematico. Visionario e a tratti goffo nell'interpretazione del personaggio principale soprattutto nella risata frivola che alleggerisce l'atmosfera dalla suspance che precede ogni delitto.
La dama rossa soggetto di un quadro appeso nel castello dove si svolge un'intricata vicenda di eredità dai risvolti macabri, diventa ossessiva allucinazione per Ketty (Barbara Bouchet) e nello stesso tempo spietata e fantasiosa assassina dalla caratteristica risatina isterica. Interessante nello stile è la soggettiva della dama rossa che rivela passo dopo passo le reali intenzioni omicide facendo attenzione a celare e non dissimulare una scontata identità di essa.
La fitta trama riesce a fare da filo conduttore tra i vari delitti fino ad un finale inaspettato le cui scene girate nei sotterranei contrastano nettamente con il contesto immerso nel clima urbano di una Germania all'inizio degli anni 70.
Miraglia propone un originale tentativo di accordo tra arte, leggenda e la cruda modernità riuscendo a sorprendere fino alla fine con scene abbastanza realistiche e personaggi al limite dei clichè.
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