gianni lucini
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mercoledì 14 settembre 2011
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la derringer di sabata
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Tra le pistole “inventate” dagli sceneggiatori del western all’italiana la finta Derringer di Sabata ha da sempre un posto speciale nel cuore degli appassionati. La sua ideazione sembra sia da attribuire allo stesso Gianfranco Parolini che, essendo un fanatico ammiratore dei primi lungometraggi di 007, inserisce nei suoi film di quel periodo ingegnose macchine trasformabili. Nel caso della Derringer la sua particolarità è che spara anche dal calcio o, meglio dalle canne nascoste al suo interno. Non è l’unica arma speciale in dotazione al pistolero perché anche il suo fucile, grazie a un’apposita prolunga, può arrivare a centrare un bersaglio alla distanza doppia della portata di un normale Winchester.
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Tra le pistole “inventate” dagli sceneggiatori del western all’italiana la finta Derringer di Sabata ha da sempre un posto speciale nel cuore degli appassionati. La sua ideazione sembra sia da attribuire allo stesso Gianfranco Parolini che, essendo un fanatico ammiratore dei primi lungometraggi di 007, inserisce nei suoi film di quel periodo ingegnose macchine trasformabili. Nel caso della Derringer la sua particolarità è che spara anche dal calcio o, meglio dalle canne nascoste al suo interno. Non è l’unica arma speciale in dotazione al pistolero perché anche il suo fucile, grazie a un’apposita prolunga, può arrivare a centrare un bersaglio alla distanza doppia della portata di un normale Winchester.
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mercoledì 14 settembre 2011
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da sartana a sabata
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Frank Kramer, alias Gianfranco Parolini, e lo sceneggiatore Franco Izzo, un anno dopo il grande successo di ….se incontri Sartana prega per la tua morte, il film dal quale sono nate le fortune del personaggio di Sartana, l’ultimo grande eroe seriale del western all’italiana, lasciano che sia Giuliano Carnimeo a girarne il seguito e lavorano su un nuovo personaggio che ne rappresenta una delle evoluzioni possibili. Sabata è una sorta di Sartana più disincantato e meno compreso nel suo ruolo di giustiziere. Molte sono le somiglianze tra i due personaggi, a partire dal fatto che entrambi arrivano nella storia in modo misterioso quasi catapultati da qualche mondo oscuro.
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Frank Kramer, alias Gianfranco Parolini, e lo sceneggiatore Franco Izzo, un anno dopo il grande successo di ….se incontri Sartana prega per la tua morte, il film dal quale sono nate le fortune del personaggio di Sartana, l’ultimo grande eroe seriale del western all’italiana, lasciano che sia Giuliano Carnimeo a girarne il seguito e lavorano su un nuovo personaggio che ne rappresenta una delle evoluzioni possibili. Sabata è una sorta di Sartana più disincantato e meno compreso nel suo ruolo di giustiziere. Molte sono le somiglianze tra i due personaggi, a partire dal fatto che entrambi arrivano nella storia in modo misterioso quasi catapultati da qualche mondo oscuro. La differenza, prima ancora che dalla diversa caratterizzazione, sono i toni della storia narrata che in Satana rimangono cupi e, in qualche modo minacciosi, mentre in Sabata le sfumature sono più elaborate e i toni tendono a mantenersi più leggeri, in qualche caso prendendo in prestito idee e trovate dal cinema d’avventura.
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mercoledì 14 settembre 2011
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classico al limite della parodia
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A prima vista un film come Ehi amico… c’è Sabàta. Hai chiuso rispetta pienamente i canoni originari del western all’italiana così come sono stati disegnati nei primi film del genere. Li rispetta in maniera così scrupolosa da finire per assumere in qualche caso i tratti della parodia. Sono in molti a considerare questo film di Gianfranco Parolini, che qui utilizza lo pseudonimo di Frank Kramer, una sorta di anello di congiunzione tra il western all’italiana più classico e quella variante parodistica che ne accompagnerà gli ultimi sussulti. La struttura della storia e quella del personaggio sono quasi scolastiche nel loro rispetto dei codici.
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A prima vista un film come Ehi amico… c’è Sabàta. Hai chiuso rispetta pienamente i canoni originari del western all’italiana così come sono stati disegnati nei primi film del genere. Li rispetta in maniera così scrupolosa da finire per assumere in qualche caso i tratti della parodia. Sono in molti a considerare questo film di Gianfranco Parolini, che qui utilizza lo pseudonimo di Frank Kramer, una sorta di anello di congiunzione tra il western all’italiana più classico e quella variante parodistica che ne accompagnerà gli ultimi sussulti. La struttura della storia e quella del personaggio sono quasi scolastiche nel loro rispetto dei codici. Il protagonista ha le caratteristiche tipiche dell’antieroe disegnato da Leone. È un pistolero cinico, senza troppi scrupoli e si muove sullo stimolo di un tornaconto personale più che per senso di giustizia. Non si sa da dove arriva, né chi sia e neppure lo si scopre nel corso della narrazione se si eccettua la rivelazione di un non ben precisato passato in cui lui e Banjo erano in società. Come l’antieroe classico uccide senza emozione e non è neppure mosso dai tormenti che animano quella lunga fila di personaggi che iniziano con Django e terminano con Keoma e Mannaja. Se nell’impianto generale si può rilevare il rispetto rigoroso dei codici, è nei particolari che si nasconde il “diavolo” della tentazione parodistica mascherata da caratterizzazione, come “la divisa” dell’antieroe, uno smoking indossato sotto la mantella nera che gli conferisce un’aria distinta anche quando uccide senza pietà i vari killer incaricati di ucciderlo. Anche i due strani alleati che l’affiancano, Garrincha e Gatto Mammone, pur rientrando nella tradizionale schiera di caratteristi che spesso fa da contorno alle vicende cruente dell’antieroe solitario, in qualche modo “forzano” in senso parodistico il loro ruolo. Accade in particolar modo per Gatto Mammone i cui salti impossibili anticipano in qualche modo le esagerazioni ginniche di Terence Hill ed emuli da Trinità in poi.
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rosso werner
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sabato 8 settembre 2001
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yuuuuuuuuuuu!!!
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Un buon film d'azione spettacolare.
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