fedeleto
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mercoledì 12 settembre 2012
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la via della liberta'..
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Dopo il successo e la critica di BELLA DI GIORNO,Luis Bunuel(l'age d'or,i figli della violenza,Viridiana) dirige una pellicola a sfondo surrealista senza precedenti.Due uomini,Pierre e Jean,sono in pellegrinaggio verso San Giacomo ,preisamente a Santiago de Compostela,e durante questo viaggio trovano mille ostacoli e allo stesso tempo mille avventure.Inizialemente un uomo parla come il vangelo e da' soldi solo a chi ne ha e non a chi non ne ha,un bambino con le stigmante ferma una macchina e li fa accompagnare in Spagna,peccato che qualcuno di loro nomini il nome di dio invano.Dopodiche' incontreranno falsi preti,gesuiti e gianseniti che si affrontano in duello ,e altri due personaggi vedranno apparire la madonna dopo aver sparato al crocifisso.
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Dopo il successo e la critica di BELLA DI GIORNO,Luis Bunuel(l'age d'or,i figli della violenza,Viridiana) dirige una pellicola a sfondo surrealista senza precedenti.Due uomini,Pierre e Jean,sono in pellegrinaggio verso San Giacomo ,preisamente a Santiago de Compostela,e durante questo viaggio trovano mille ostacoli e allo stesso tempo mille avventure.Inizialemente un uomo parla come il vangelo e da' soldi solo a chi ne ha e non a chi non ne ha,un bambino con le stigmante ferma una macchina e li fa accompagnare in Spagna,peccato che qualcuno di loro nomini il nome di dio invano.Dopodiche' incontreranno falsi preti,gesuiti e gianseniti che si affrontano in duello ,e altri due personaggi vedranno apparire la madonna dopo aver sparato al crocifisso.Come se non bastasse giovani bambine cristiane maledicono chi non rispetta il credo cattolico.Alla fine della strada lo scopo di Pierre e Jean sembra raggiunto ma appena incontrano una prostituta che li informa del deserto che c'e' dove vogliono andare ,decidono di passare del tempo con lei e mettere incinta la donna ,nel frattempo Cristo rida' la vista ai ciechi e dice -non sono venuto a mettere pace sulla terra ma la spada! Cosi Bunuel arriva ad essere uno dei registi piu' amati e allo stesso tempo odiati,il suo punto di forza sta' nell'essere blasfemo e profano,ma anche nel far interrogare lo spettatore su questa religione che pone molti dubbi.Estremamente blasfema anche la fucilazione del papa,che come dice un uomo vicino a Jean,se ne vedranno delle cose ma mai la fucilazione di un papa.La via lattea e' un viaggio alla ricerca della liberta',ancora una volta il senso di dissacrazione Bunueliana arriva verso la fine quando lo scopo del viaggio che era una destinazione sacra,diventa ora uno scopo libidonoso.Tal pellegrinaggio e' una prova,un sogno,una speranza,o forse solo una meta che serve per seguire le vie che portano ad una perdizione sotto forma di santita'.Magistrale Bunuel,che tocca vertici molto alti con il suo senso di rappresentazione e la sua trama fuori da ogni schematismo.Questo e' cinema di liberta'.
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laulilla
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mercoledì 20 aprile 2011
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uno strano pellegrinaggio
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La Via Lattea è il nome della strada che raccoglieva i pellegrini di tutta l'Europa nord occidentale, da Parigi a Santiago de Compostela, cioè al santuario ivi sorto nel 1075 per ospitare le spoglie, secondo la leggenda miracolosamente ritrovate, di San Giacomo, apostolo di Cristo. Buñuel racconta il viaggio di due pellegrini dei nostri giorni, Pierre e Jean, che si incamminano da Fontainbleau verso Santiago. Questo, però, è anche un percorso a ritroso nel tempo, perché il regista, con estrema e surreale naturalezza, introduce, lungo la strada di Jean e Pierre, una serie di strani personaggi che, indossando abiti di epoche trascorse, mettono in scena la rappresentazione del loro orientamento teologico eterodosso e delle dispute infinite che ne derivarono con la Chiesa di Roma.
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La Via Lattea è il nome della strada che raccoglieva i pellegrini di tutta l'Europa nord occidentale, da Parigi a Santiago de Compostela, cioè al santuario ivi sorto nel 1075 per ospitare le spoglie, secondo la leggenda miracolosamente ritrovate, di San Giacomo, apostolo di Cristo. Buñuel racconta il viaggio di due pellegrini dei nostri giorni, Pierre e Jean, che si incamminano da Fontainbleau verso Santiago. Questo, però, è anche un percorso a ritroso nel tempo, perché il regista, con estrema e surreale naturalezza, introduce, lungo la strada di Jean e Pierre, una serie di strani personaggi che, indossando abiti di epoche trascorse, mettono in scena la rappresentazione del loro orientamento teologico eterodosso e delle dispute infinite che ne derivarono con la Chiesa di Roma. Alla fine del film, il regista ci rassicura circa la veridicità storica e l'esattezza teologica delle cose viste e udite nel corso del film: eresie e dogmi si affrontarono e contrapposero nei secoli in modo violento, grottescamente appoggiandosi sull'autorità delle scritture, per l'interpretazione delle quali si svolsero inutili e capziosi duelli non solo verbali, di cui è significativo e comico emblema quello fra il giansenista e il gesuita, che del tutto incuranti della vita reale che si svolgeva a pochi passi da loro, si sfidano con sprezzo del ridicolo. La conclusione di questo duello, del tutto sorprendente, è anche indicativa dello scetticismo del regista circa la reale buona fede dei contendenti: egli è convinto che dietro gli argomenti teologici, molto sottili e abbastanza incomprensibili, si nascondesse la volontà di mantenere posizioni di potere, insidiate, più che da concorrenti dottrinariamente agguerriti, da potenziali oppositori di varia natura (i poveri, le donne, i contestatori del principio di autorità) individuati come sovversivi dell'ordine pubblico e perciò ferocemente perseguitati. Permette questo tipo di lettura la presenza frequente nel film di personaggi d'autorità (militari, poliziotti), che esercitano funzioni di controllo di quei luoghi pubblici, come taverne e locande, frequentati da avventori poco conosciuti e con aria e abiti da poveri. Le classi alte, tollerano e accettano atei o eretici al loro interno (il sadico, il giansenista, i due antitrinitari che si travestiranno da cacciatori), purché le loro idee non mettano in crisi una società gerarchicamente organizzata, secondo una ingiusta piramide di privilegi. Il giovane Jean, pellegrino a sua volta scettico e disincantato, intravede la possibilità di un cambiamento (siamo nel '68!), gli pare quasi di veder fucilare il papa, ma viene riassorbito nella logica quotidiana e classista di una società in cui nuovi notabili si sono inventati nuovi e intollerabili eretici (un farmacista ha scritto la filastrocca di anatemi che nella festa conclusiva di un anno di scuola le graziose scolarette reciteranno contro tutti quelli che non si adeguano, vegetariani compresi; un prete, che ha capito come va il mondo e che perciò mette sullo stesso piano le tre religioni rivelate, verrà riportato in fretta e furia in quel manicomio da cui era riuscito a fuggire). Le religioni, dunque, sono per Buñuel nient'altro che ipocriti veli dell'autorità politica; la Chiesa si alimenta delle ambiguità contenute nel messaggio cristiano, che non è solo un messaggio d'amore, ma contiene in sé anche i germi della violenza che ha contraddistinto tutta la sua storia: non a caso, nelle ultime scene del film, gli apostoli seguiranno Cristo, proprio dopo che avrà indicato nella guerra e nella divisione anche dei nuclei familiari più stretti, la sostanza della propria predicazione. Solo uno dei due ciechi miracolati, il più povero e più ingenuo, non lo seguirà. Film blasfemo, come altri del grande regista, surreale nei modi della rappresentazione, che ricorre anche a stilemi della letteratura fantastica (metafore ed espressioni verbali che diventano realtà), diretto magistralmente da un Bunuel in piena forma.
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pangloss
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domenica 23 dicembre 2007
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non "un" viaggio ma "il" viaggio.
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Al dilà del tempo e di ogni dimensione apparente. E' la rappresentazione degli eventi e del contatto dei diversi mondi che incontriamo. Con il loro disordine, la loro casualità e la loro imperfezione. Deformati dalla memoria, dalla storia e dalle credenze religiose, intime o istituzionali che siano.
Unico e irripetibile.
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giobaba
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giovedì 13 dicembre 2007
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bunuel è un genio
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e lo dimostra ancora nel suo ennesimo grandissimo film.
ironico, profondo, scuote le fondamenta della credenza (o credulità) umana
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marco 91
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venerdì 21 luglio 2006
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bello e difficile
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Uno dei film più complessi di sempre. Non per tutti ma per chi ha una certa cultura o per chi ha voglia di imparare qualcosa di buono. Capisco che per quelli che amano i film d'azione questo grandissimo lavoro di Bunuel non piacerà affatto, pazienza.
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claudio a.
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martedì 14 ottobre 2003
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pellegrinaggio surreale
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Una visione atea e anticlericale della religione. L’itinerario di due pellegrini partiti dalla Francia e diretti al santuario spagnolo di Santiago di Compostela (che secondo un’antica tradizione raccoglieva le reliquie dell'apostolo Giacomo) è in realtà un viaggio personalissimo del regista alla ricerca di risposte, espressione di bisogni legati ai suoi esclusivi concetti di fede e di culto. Tutto il tragitto è un po’ la rappresentazione della vicenda documentata del Cristianesimo ma soprattutto delle sue eresie, contornata da immagini assurde e surreali; l’idea che la fede sia legata alla vita dell’inconscio e che ogni evento venga presentato come fusione tra realtà e sogno è in ogni modo in linea con la forte carica antiborghese e anarchica tipica di Bunuel.
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Una visione atea e anticlericale della religione. L’itinerario di due pellegrini partiti dalla Francia e diretti al santuario spagnolo di Santiago di Compostela (che secondo un’antica tradizione raccoglieva le reliquie dell'apostolo Giacomo) è in realtà un viaggio personalissimo del regista alla ricerca di risposte, espressione di bisogni legati ai suoi esclusivi concetti di fede e di culto. Tutto il tragitto è un po’ la rappresentazione della vicenda documentata del Cristianesimo ma soprattutto delle sue eresie, contornata da immagini assurde e surreali; l’idea che la fede sia legata alla vita dell’inconscio e che ogni evento venga presentato come fusione tra realtà e sogno è in ogni modo in linea con la forte carica antiborghese e anarchica tipica di Bunuel. Nonostante nel finale i due viandanti, piuttosto che raggiungere il luogo sacro, si abbandonino alle lusinghe e alle tentazioni di un presumibile Satana con le sembianze di una prostituta, si denota fortemente l’esigenza del regista spagnolo di analizzare a fondo l’enigma di Dio e della fede, dove il bisogno di certezze per un ateo diventa paradossalmente un motivo in più per esaminare le contraddizioni e le manchevolezze della ragione.
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phil
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lunedì 29 gennaio 2001
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cercasi copia da rivedere
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cercasi disperatamente dove acquistare il video
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