Dio li crea... Io li ammazzo

È il primo western all’italiana interpretato da Dean Reed il cantante-attore militante anticapitalista fuggito dagli Stati Uniti per rifugiarsi prima in Unione Sovietica e poi nella Repubbica Democratica Tedesca. Scritto da Fernando Di Leo appare ben strutturato, con una cura particolare dei personaggi e una felice caratterizzazione. Belle sono anche le scene d'azione fondamentali per disegnare un pistolero particolare di gusti raffinati dedito all’avventura e alle belle donne. Chi ama il western all’italiana non resta deluso. Eccellente anche la caratterizzazione dello sceriffo corrotto interpretato da Piero Lulli e di un Peter Martell in gran forma nel ruolo del cattivo. Paolo Bianchini dirige con mano ferma arricchendo le suggestioni della storia con alcune scene di violenza efferata anche se si mantiene lontano dagli eccessi del successivo "Lo voglio morto". [+]

È il primo western all’italiana interpretato da Dean Reed il cantante-attore militante anticapitalista fuggito dagli Stati Uniti per rifugiarsi prima in Unione Sovietica e poi nella Repubbica Democratica Tedesca. Scritto da Fernando Di Leo appare ben strutturato, con una cura particolare dei personaggi e una felice caratterizzazione. Belle sono anche le scene d'azione fondamentali per disegnare un pistolero particolare di gusti raffinati dedito all’avventura e alle belle donne. Chi ama il western all’italiana non resta deluso. Eccellente anche la caratterizzazione dello sceriffo corrotto interpretato da Piero Lulli e di un Peter Martell in gran forma nel ruolo del cattivo. Paolo Bianchini dirige con mano ferma arricchendo le suggestioni della storia con alcune scene di violenza efferata anche se si mantiene lontano dagli eccessi del successivo "Lo voglio morto". [-]

Discreto spaghetti-western in cui la sceneggiatura di Fernando Di Leo critica apertamente l'autorità raffigurata come corrotta e spregiudicata.Insolito il protagonista,che viaggia su una carrozza superaccessoriato,gradisce ostriche e champagne,dimostra notevoli doti acrobatiche e tra una sparatoria e l'altra trova quasi il tempo per svagarsi con le due ballerine del saloon.Simpatico il personaggio di Job,messicano nullafacente che chiede sempre un dollaro per i lavori materiali,e 50 cent per le informazioni.La mescolanza di ironia e violenza(c'è anche una scena di tortura)anticipa lo stile futuro del regista.Il duello finale tra Douglas e il sanguinante Corbett evita le trappole del deja vù. [+]

Discreto spaghetti-western in cui la sceneggiatura di Fernando Di Leo critica apertamente l'autorità raffigurata come corrotta e spregiudicata.Insolito il protagonista,che viaggia su una carrozza superaccessoriato,gradisce ostriche e champagne,dimostra notevoli doti acrobatiche e tra una sparatoria e l'altra trova quasi il tempo per svagarsi con le due ballerine del saloon.Simpatico il personaggio di Job,messicano nullafacente che chiede sempre un dollaro per i lavori materiali,e 50 cent per le informazioni.La mescolanza di ironia e violenza(c'è anche una scena di tortura)anticipa lo stile futuro del regista.Il duello finale tra Douglas e il sanguinante Corbett evita le trappole del deja vù.Parzialmente almeno.