contrammiraglio
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martedì 6 dicembre 2016
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chiosa finale
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Poi dice che o films lento non possano essere meravigliosi.
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luca scial�
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lunedì 1 aprile 2013
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una donna e i suoi amori tormentati
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Gertrud è una donna molto ambita, sposata con un agiato avvocato prossimo a diventare Ministro. La vita borghese però non la appaga, vogliosa com'è di avere qualcuno che la ami profondamente, mentre il marito è freddo verso di lei e pensa solo alla carriera. Così cerca in un giovane amante musicista quell'affetto che le manca. Ma invano. Ritrova un vecchio spasimante poeta, ma ormai gli anni passati dal loro amore sono ormai troppi...
Dreyer chiude in modo straordinario la sua carriera, trasponendo in modo eccezionale un dramma teatrale del 1906. Nell'adattamento vi aggiunge anche un epilogo credibile, segno ciò della sua straordinaria dote.
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Gertrud è una donna molto ambita, sposata con un agiato avvocato prossimo a diventare Ministro. La vita borghese però non la appaga, vogliosa com'è di avere qualcuno che la ami profondamente, mentre il marito è freddo verso di lei e pensa solo alla carriera. Così cerca in un giovane amante musicista quell'affetto che le manca. Ma invano. Ritrova un vecchio spasimante poeta, ma ormai gli anni passati dal loro amore sono ormai troppi...
Dreyer chiude in modo straordinario la sua carriera, trasponendo in modo eccezionale un dramma teatrale del 1906. Nell'adattamento vi aggiunge anche un epilogo credibile, segno ciò della sua straordinaria dote.
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reservoir dogs
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mercoledì 8 dicembre 2010
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amor omnia
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Gertrud è la moglie di un avvocato in procinto di diventare ministro, l'uomo come spesso accade mette il lavoro e l'affermarsi al primo posto facendo sentire la moglie "secondaria".
La donna decide così di lasciarsi andare all'amore di un giovane pianista forse un pò troppo narciso e smanioso di successo, confessando al marito di volersi separare da lui ma il rapporto con l'amante non andrà poi a buon fine.
Il ritorno a Stoccolma del musicista Erman, vecchio amore di Gertrud darà modo alla donna di assimilare completamente i motivi della loro separazione avvenuta troppo frettolosamente.
Nella scena finale fortemente voluta da Dreyer, Gertrud ormai vecchia e sola riceve la visita nel giorno del suo compleanno da un amico ed ex spasimante ancora innamorato di lei; all'uomo l'anziana signora confessa la sua vita dedita solo ed esclusivamente all'amore.
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Gertrud è la moglie di un avvocato in procinto di diventare ministro, l'uomo come spesso accade mette il lavoro e l'affermarsi al primo posto facendo sentire la moglie "secondaria".
La donna decide così di lasciarsi andare all'amore di un giovane pianista forse un pò troppo narciso e smanioso di successo, confessando al marito di volersi separare da lui ma il rapporto con l'amante non andrà poi a buon fine.
Il ritorno a Stoccolma del musicista Erman, vecchio amore di Gertrud darà modo alla donna di assimilare completamente i motivi della loro separazione avvenuta troppo frettolosamente.
Nella scena finale fortemente voluta da Dreyer, Gertrud ormai vecchia e sola riceve la visita nel giorno del suo compleanno da un amico ed ex spasimante ancora innamorato di lei; all'uomo l'anziana signora confessa la sua vita dedita solo ed esclusivamente all'amore.
L'unica poesia che la donna ha scritto nella sua vita da appena sedicenne si rivela anche suo testimento e credo di vita; Amor Omnia saranno le uniche parole scolpite sulla sua tomba.
Una porta di camera bianca simile ad una lapide con il suono delle campane ci conduce alla fine del film e alla fine di una vita.
La vita di una donna che ha posto l'amore al primo posto e che ha cercato invano uomini che l'amassero come lei ha amato loro.
Ricco di piani-sequenza il film colpisce per la sua "teatralità" ; scarno e privo di ogni naturalismo nonostante l'impegno con audio in presa diretta (Mereghetti).
Ultimo cavolavoro di C.T. Dreyer, quando uscì venne criticato per la suo "poco cinema" e molto "teatro", Godard invece lo definì con il suo vero nome: Capolavoro.
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il cinefilo
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sabato 1 maggio 2010
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l'ultimo capolavoro di carl theodor dreyer
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GERTRUD,realizzato nell'1964 in Danimarca(patria di dreyer)racconta la storia di una donna di nome Gertrud e dei rapporti con i vari uomini con cui è stata legata sentimentalmente...il film in questione è l'ultima "fatica" cinematografica dell'regista danese e probabilmente anche uno dei suoi migliori film.
La storia viene narrata con un "senso della staticità" tanto meccanico quanto anche fascinosamente e incredibilmente profondo nella sua "rigorosa" e "fredda" rappresentazione della protagonista e dell'universo maschile che le viene costruito intorno.
La personalità di Gertrud tende alla completa indipendenza nell'amore e nella vita e non si scorge in questo personaggio femminile alcuna forma,anche lontana,di sottomissione all'uomo(all'epoca della sua uscità venne criticato anche per questo aspetto)e la prosa "gelida" e a tratti anche agghiacciante su cui è costruita la storia riesce a farla sembrare una rappresentazione meramente teatrale e non un "opera di cinema".
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GERTRUD,realizzato nell'1964 in Danimarca(patria di dreyer)racconta la storia di una donna di nome Gertrud e dei rapporti con i vari uomini con cui è stata legata sentimentalmente...il film in questione è l'ultima "fatica" cinematografica dell'regista danese e probabilmente anche uno dei suoi migliori film.
La storia viene narrata con un "senso della staticità" tanto meccanico quanto anche fascinosamente e incredibilmente profondo nella sua "rigorosa" e "fredda" rappresentazione della protagonista e dell'universo maschile che le viene costruito intorno.
La personalità di Gertrud tende alla completa indipendenza nell'amore e nella vita e non si scorge in questo personaggio femminile alcuna forma,anche lontana,di sottomissione all'uomo(all'epoca della sua uscità venne criticato anche per questo aspetto)e la prosa "gelida" e a tratti anche agghiacciante su cui è costruita la storia riesce a farla sembrare una rappresentazione meramente teatrale e non un "opera di cinema".
GERTRUD di C.T.dreyer mi è sembrata essere,sotto l'aspetto stilistico-tecnico(non su quello dell'"essenza" dove ORDET-LA PAROLA è insuperabile),l'opera più intensa e profonda del regista insieme a DIES IRAE e LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO(anche se in questa sua ultima bellissima opera lo stile è meno "diretto" a concentrarsi sulle immagini e i volti e ruota interamente intorno a un unica figura che è quella di Gertrud)e fa assumere all'suo ultimo film le cadenze di un "lungo sogno ambientato dentro un teatro".
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adriano sgarrino
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domenica 11 ottobre 2009
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gertrud
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Paese di prod.: Danimarca Anno: 1964 Di: Carl Theodor Dreyer Con: Nina Pens Rode, Ebbe Rode, Bendt Rothe, Axel Strobye, Baard Owe. Nella Stoccolma di inizio '900 si susseguono gli amori della cantante Gertrud (N.P. Rode): sposata ad un avvocato con ambizioni politiche (Rothe), ha un breve affaire con un pianista immaturo (Owe), e rincontra un poeta (E. Rode), in passato suo amante. Ispirato alla pièce di Hjalmar Soderberg, il Maestro danese Carl Th. Dreyer si accomiata dal mondo del cinema con un ultimo capolavoro che rappresenta, sotto certi aspetti, il suo testamento artistico. Il suo rigore formale raggiunge in questo film una messa a punto cristallina (lunghi primi piani, inquadrature fisse, recitazione sottotono, geometrica distribuzione degli elementi profilmici, scenografia spoglia, ecc.
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Paese di prod.: Danimarca Anno: 1964 Di: Carl Theodor Dreyer Con: Nina Pens Rode, Ebbe Rode, Bendt Rothe, Axel Strobye, Baard Owe. Nella Stoccolma di inizio '900 si susseguono gli amori della cantante Gertrud (N.P. Rode): sposata ad un avvocato con ambizioni politiche (Rothe), ha un breve affaire con un pianista immaturo (Owe), e rincontra un poeta (E. Rode), in passato suo amante. Ispirato alla pièce di Hjalmar Soderberg, il Maestro danese Carl Th. Dreyer si accomiata dal mondo del cinema con un ultimo capolavoro che rappresenta, sotto certi aspetti, il suo testamento artistico. Il suo rigore formale raggiunge in questo film una messa a punto cristallina (lunghi primi piani, inquadrature fisse, recitazione sottotono, geometrica distribuzione degli elementi profilmici, scenografia spoglia, ecc.), che ben si sposa con una dolorosa rappresentazione dell'amore, trovando nella protagonista la sua interprete ideale. Gertrud non è la vittima sacrificale e passiva del sentimento amoroso, ma il soggetto attivo della concezione dell'amore nella sua dimensione totalizzante, inteso come "darsi" in tutto e per tutto al proprio amato (aveva lasciato il poeta perché aveva scritto che: "L'amore della donna e il lavoro dell'uomo sono nemici in partenza"); il tutto seguendo una logica quasi matematica, secondo la regola del "se, allora..." (se mi ami, allora...). In tal senso il rigore della rappresentazione e l'apparente lentezza del ritmo sono mezzi necessari per raffigurare al meglio la maturazione della sofferta decisione di Gertrud di vivere in solitudine, una volta che si è definitivamente resa conto che nella sua vita non ci potrà mai essere spazio per la condivisione dell'amore come lo intende lei. All'epoca il film non fu accolto benissimo e tacciato di eccedere in teatralità, solo in pochi lo esaltarono sin da subito. Il regista Jean-Luc Godard lo paragonò alle ultime sinfonie di Beethoven: ovviamente era nel giusto, perché "Gertrud" costituisce uno dei più grandi ritratti di donna della storia del cinema e uno dei capolavori indispensabili dell'arte cinematografica.
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lucy
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venerdì 17 novembre 2006
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capolavoro
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non si può concepire l'amore senza dreyer
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arianna
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lunedì 23 dicembre 2002
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gertrud
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L' ultima opera del regista danese,Gertrud,viola con riflessiva pazienza e spiazzante minimalismo,la preclusione dell'introspettiva attraverso il rapporto tra personaggio e scenografia;rapporto simbiotico riprodotto dalla sapiente messa in scena,che si libera della costrizione convenzionale del cinema,consentendo lo spazio necessario all'espletazione delle emozioni.
La regia concede,tramite l'essenzialità visivo-narrativa,la profondità dei sentimenti,che si liberano nello spazio della scena impadronendosi della macchina da presa,ora contemplante l'espressività di un volto,ora seguendo i lenti movimenti dell'anima;riproducendo i sentimenti,despoti incontenibili della scena,atti a regnare nei larghi piani.
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L' ultima opera del regista danese,Gertrud,viola con riflessiva pazienza e spiazzante minimalismo,la preclusione dell'introspettiva attraverso il rapporto tra personaggio e scenografia;rapporto simbiotico riprodotto dalla sapiente messa in scena,che si libera della costrizione convenzionale del cinema,consentendo lo spazio necessario all'espletazione delle emozioni.
La regia concede,tramite l'essenzialità visivo-narrativa,la profondità dei sentimenti,che si liberano nello spazio della scena impadronendosi della macchina da presa,ora contemplante l'espressività di un volto,ora seguendo i lenti movimenti dell'anima;riproducendo i sentimenti,despoti incontenibili della scena,atti a regnare nei larghi piani.
Gertrud è la storia di una donna che ama,che ama costantemente,a discapito di quella vulnerabilità che,grazie alla consapevolezza,canalizza il dolore nella rassegnazione,celebrando la forza di quel cosiddetto "sesso debole",che si accosta ai fuochi delle passioni,bruciando coscientemente i propri timori e esalando l'essenza dell'amore.
Gertrud continuerà ad amare,nonostante le continue delusioni,e anche quando si rifugerà nella solitudine,simbolica morte,dirà:
Questa è la donna di Dreyer,che sia vampira,Giovanna D'Arco,una finta strega o Gertud,attraverso la solitudine,incarna la purezza delle passioni,passioni soffocate dalla vita e dal coordinamento delle manifestazioni,apportato dalla religione,dalla società e da ciò che non si conosce.
Il linguaggio cinematografico di Dreyer,costituisce con ascetismo estetico,una comunicatività stilisticamente riformista e intimamente esplicativa,capace di tracciare i lineamenti della sofferenza.
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