Pietro Bianchi
In America un regista come Mario Camerini sarebbe già stato classificato una volta per sempre, sul piano, press'a poco, di Brown o di Stevens. Ma a Hollywood grammatica e sintassi cinematografiche sono sulle labbra e nella testa dei più sprovveduti. Da noi il fatto che Camerini possedesse, forse come nessuno in Italia, l'arte del narrare per immagini ha creato nei produttori una spiacevole confusione mentale per cui il Nostro viene spesso e volentieri tirato fuori dal mondo che solum è suo per avviarlo, in grazia di quel suo eccellente mestiere verso campi che gli sono artisticamente preclusi. [...]
di Pietro Bianchi, articolo completo (3319 caratteri spazi inclusi) su 1Gennaio 1946