Mario Gromo
La Stampa
Dopo Luciano Serra e Abuna Messias, con Il ponte di vetro Alessandrini s'accosta a un dramma che, nei suoi più veri termini, non è troppo inedito; e riesce tuttavia a trarne un ottimo film che in parecchi episodi è addirittura eccellente. La vicenda è quella di una moglie giovane, di un marito non più giovane, e di un terzo, giovane come può esserlo un baldo pilota delle nostre aviolinee. La donna non ha avuto figli; e la sua solitudine le è resa ancor più evidente dalla professione del marito: un celebre chirurgo, sempre assillato dai suoi doveri. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2131 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 27 aprile 1940
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