Mario Gromo
La Stampa
La commediola Cines, tipico prodotto di tutto un periodo che ancora non si è conchiuso, partì, se proprio ne vogliamo tessere la cronistoria, da premesse più rosee che piccanti, da piccole vicende «per famiglia» dove lo scandalo supremo era dato dal bel giovane o dal brutto vecchio che perdeva alle corse qualche biglietto da mille. Motivi troppo leggeri e troppo artefatti, che volevano considerare il nostro pubblico come un eterno minorenne, del gusto, dell'arte, della cultura. Era inevitabile che quei motivi a poco a poco scivolassero verso i toni della pochade, prodotto, se non erriamo, neanche questo tipicamente italiano; il Ba. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2163 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 9 novembre 1933