Titolo originale | Du zhan |
Anno | 2012 |
Genere | Thriller |
Produzione | Hong Kong, Cina |
Regia di | Johnnie To |
Attori | Louis Koo, Honglei Sun, Yi Huang, Michelle Ye, Suet Lam, Wallace Chung . |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,44 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 31 ottobre 2013
Nuovo adrenalinico viaggio nel mondo del crimine per Johnnie To.
CONSIGLIATO SÌ
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Un'unica lunga operazione antidroga, che inizia con la cattura di un gruppo di corrieri portatori di pacchetti di cocaina dentro il proprio corpo e mira ad arrivare fino alla cupola del narcotraffico. Tutto è visto attraverso le azioni di Lei, un funzionario di polizia sveglio e totalmente dedito alla causa (come il resto del suo team), e attraverso il rapporto che sviluppa con Ming, trafficante pentito che decide di fare il doppio gioco per la polizia tradendo i suoi sodali.
L'ultimo film di Johnnie To è uno dei più rigorosi e obbedienti nei confronti delle regole della censura cinese e al tempo stesso uno dei più belli. Per poter trattare il complesso tema della guerra alla (e per la) droga in Cina, il regista è dovuto passare attraverso non poche difficoltà, in primis la serie di lunghi controlli sulla sceneggiatura e sull'esito finale da parte del governo. Il risultato è un film che abbraccia il manicheismo e mostra il trionfo della giustizia sulla criminalità senza appello o ambiguità. Eppure la grandezza del cineasta che per anni ha operato ad Hong Kong, sta nell'essere riuscito a muoversi dentro le regole del sistema per eluderlo, realizzando lo stesso un film sfumato e pieno di complessità, nel quale le immagini e il modo in cui la storia è presentata dicono molto di più di quanto non stia scritto nella sceneggiatura, in cui il pubblico riceve più di quanto possano notare i burocrati di regime.
Muovendosi nelle regole del poliziesco cinese che ha contribuito a canonizzare To anima dei poliziotti come sempre abili, inventivi e dediti, che somigliano ad automi privi di umanità, piegati nel loro lavoro a tal punto da farlo diventare un'ossessione, il cui unico sentimento è la fratellanza, espressa rigorosamente solo con le azioni. Non un dialogo è speso per motivi personali, non c'è una battuta che non riguardi il lavoro, non un espressione fuori luogo o di confidenza. Quella alla droga è una guerra e loro sono soldati. Per questo benchè Drug war si svolga in un arco temporale di diversi giorni lo stesso ha il sapore di un unico lungo pianosequenza, tanto la tensione è tirata e l'azione guida lo svolgimento della storia. Quel che conta è solo la lotta della polizia contro i criminali e i problemi di sonno dei poliziotti sono la metafora più evidente delle volontà auotcelebrative di un regime verso il suo sistema di polizia.
Dall'altra parte i criminali disegnano un'umanità non solo insalvabile (la Cina va fiera della propria pena di morte) ma anche delirante. Sordomuti armati fino ai denti, corrieri alla guida di camion continuamente strafatti e sette saggi di un'aberrante normalità costituiscono il circo di freak nel quale la polizia si infiltra usando tutti i trucchi del cinema di spionaggio (travestimenti, inganni, intercettazioni e pedinamenti). Aberranti per le loro azioni dunque aberranti nel loro stile di vita, la condanna è totale, eppure è impossibile non provare un senso di profonda repulsione quando arriva il momento dell'esecuzione. La sceneggiatura dice che è giusto, la messa in scena grida "Vergogna!".
DRUG WAR disponibile in DVD o BluRay |
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