Stones in Exile

Inizio Anni Settanta. I Rolling Stones hanno diversi problemi con il fisco britannico e lasciano l'Inghilterra per raggiungere la Provenza dove registrano il loro nuovo LP "Exile on Main Street". Si tratta del loro primo doppio album e gran parte della critica musicale lo considera il loro capolavoro. Grazie alla fusione di blues, country e rock, il documentario ne offre una memoria viva grazie alle riprese di un concerto tenuto a Nashville con immagini poi catturate anche a Los Angeles.
Il documentario punta sulla memoria di quell'epoca più che sulle informazioni sul suo esito sul mercato discografico del tempo. Viene fatto rivivere il processo creativo legandolo a interventi odierni degli stessi Jagger e Richards a cui si aggiungono Anita Pallemberg, Charlie Watts ed altri estimatori del gruppo. Nulla di nuovo per quanto riguarda ciò che ormai è diventato un genere (il backstage musicale). Con però in più uno sguardo se non nostalgico perlomeno desideroso di conoscere un passato irripetibile per il mondo del rock. Al Festival di Cannes, dove è stato presentato in prima mondiale alla Quinzaine des Realisateurs, Mick Jagger lo ha accompagnato con uan battuta significativa: "Allora eravamo giovani, belli e molto stupidi. Ora siamo solo stupidi". 3 stelle per la memoria. 