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Caratterizzato da un realismo spinto e ben inquadrato nel contesto sociale, si propone come opera pienamente ancorata alla contemporaneità, in un quadro di disordinata ricerca del proprio posto nel mondo; i due protagonisti, l'adolescente Haris ed il poliziotto di mezz'età Vasilis, infatti, seppur guidati da atteggiamenti diversi, financo antipodici, istintualità opposta a raziocinio, si muovono con estrema difficoltà nel tessuto sociale, da un lato lasciandosi attraversare da un'ingordigia di emozioni sconnesse, immediate e carnali, dall'altro paralizzandosi in un'esistenza ricolma di rimpianti, ed immobile nel suo scorrere lento.
Tramite un apporto registico notevole, capace di variare a suo piacimento il ritmo, la pellicola scorre rapida, restituendo un positivo senso di genuinità; a supporto si pone una fotografia valida, sempre ispirata dal desiderio di adesione all'essenza delle cose.
Si percepisce, come da obiettivo degli autori, questa difficoltà sostanziale degli individui, più o meno consci della loro condizione, e di conseguenza non egualmente rassegnati alla loro condizione.
Di grande impatto il finale.
Buona la recitazione, pellicola giovane ed attuale, merita sicuramente la visione.
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