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Dopo aver visto un film del genere ci si interroga se la casa che l'abbia prodotto non sia l'arcinota Asylum. Voglio dire: non è un film trash a quei livelli, o che scopiazza malamente altri film dai nomi più importanti, eppure nonostante l'apparente impegno del regista, non riesce a non risultare abbastanza raffazzonato nelle scelte, nei tempi e nelle situazioni. Trame d'azione tutte al femminile di donne, anzi superdonne, armate fino ai denti e dagli atteggiamenti mascolini ne abbiamo viste a iosa (si pensi a Bandidas, tanto per fare un nome) e film con questo tipo di impostazione hanno sempre avuto scarso successo: nessuno è rimasto mai nella memoria collettiva come un filmone (anche Tomb Raider ne è l'esempio, eppure partiva con grandi e roboanti premesse, e promesse). Il motivo? Molto semplice: per quanto sia attraente l'idea di una o più donne, possibilmente carine, dalle capacità atletiche superiori e la passione per le armi e i combattimenti (attributi maschili), alla lunga questa è una cosa che stanca. Su pellicola basta infatti un quarto d'ora di azione per essere già stufi di queste rozze tipe. "Mercenarie" non fa eccezione e anzi, aggiungendoci del malsano pressapochismo in molte scelte tecniche (effetti FX non proprio eccelsi) e situazionali (troppe da elencare qui), confeziona un prodotto dimenticabilissimo, dove gli unici tocchi di classe, almeno recitativamente parlando, sono della grande Brigitte Nielsen, che nei ruoli di "cattiva" è sempre stata a proprio agio, pur essendo nella realtà una donna di animo buono, e di fascino non comune. Le altre attrici presenti sembrano sapere di star recitando una robaccia e pertanto ne vedi l'impegno al minimo, anche quando sarebbe richiesta maggiore attenzione. Per quanto riguarda la trama in sé per sé è insussistente: quattro carcerate dalle doti militari sopraffine vengono spintaneamente liberate con la missione di salvare la figlia del presidente, ostaggio di una generalessa mitomane filosovietica, e dei suoi sgherri. La missione va avanti tra sviste imperdonabili, fastidiosi dialoghi, sparatorie poco credibili, e colpi di scena telefonati. A un certo punto, sembra anche che la missione stia fallendo, quando il personaggio della mercenaria interpretata da Zoe Bell, mossa dall'ira per aver fallito, diventa una specie di macchina da guerra, una Lara Croft, una RambA, una Terminator che, DA SOLA, fa fuori dozzine di soldati nemici e riesce a liberare le sue compagne (che erano cadute prigioniere nel primo tentativo di infiltrarsi alla base).In poche parole la trama del film si riduce agli ultimi 20 minuti, essendo tutta la prima parte del film un inutile tentativo di farci piacere e star simpatiche le protagoniste, oltreché farci vedere una serie di scene che non apportano nulla di concreto al decorso dei fatti. Alla fine, comunque, la missione riesce e si salvano tutte le mercenarie, tranne una di loro che aveva deciso di tradirle; la scelta di salvarle tutte, nonostante le molteplici occasioni capitate per farne morire qualcuna (tanto s'era capito che l'"eroina" del film è Zoe Bell), lascia pensare all'ipotesi di un sequel che spero vivamente non avrà mai luogo. Gli altri personaggi sono abbastanza inconsistenti, quando non irritanti: c'è una ragazzina che aiuta le mercenarie e che viene poi accoppata, ci sono le prigioniere che vengono liberate e armate dalle mercenarie... per poi morire subito dopo senza sparare un colpo, c'è il lacché della "capa" sovietica che stupra le prigioniere e poi viene fatto morire castrato da una di queste (prigioniera castratrice che poi sparisce nel nulla!), c'è la tizia che incarica le mercenarie della missione, e il suo stolido segretario, ci sono infine le decine di soldati che muoiono ridicolmente come mosche, sparando al'impazzata senza cognizione. In effetti gli uomini sono i grandi assenti in questo film, fondamentalmente descritti come incapaci, o dominati dai bassi istinti. Le donne sono invece le supereroine e le vittime. Poco edificante, poco piacevole la visione nel complesso.
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