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Giuliano Carnimeo (alias Anthony Ascott) è un geniale burlone che si diverte a prendere in giro gli schemi del western all’italiana. Lo fa con i suoi film, con i personaggi, le situazioni e, in questo caso, anche con l’inveterata moda di “vampirizzare” i personaggi famosi del western all'italiana riproponendoli sullo schermo con altri attori, altri registi e produzioni a basso costo sfruttando la popolarità del nome. Non esistono casi di registi del cosiddetto "originale" che abbiano diretto anche i cloni successivi salvo Carnimeo. Dopo il grande successo del suo Sartana decide di portarlo ancora volta sullo schermo con gli stessi abiti ma con un nuovo volto. Invece del Sartana storico, cioè Gianni Garko, sceglie di affidare la parte del protagonista a George Hilton. Come sempre Carnimeo lavora di cesello a caratterizzare i personaggi e non soltanto quelli principali. Giusto per non farsi mancare nulla affianca a Sartana un Sabata preso in prestito dal suo amico Parolini anche se il personaggio interpretato da Charles Southwood è molto diverso dall’originale di Lee Van Cleef. Complessivamente è un buon film che si appoggia a una sceneggiatura scritta da Tito Carpi, fido compagno d’avventure di Carnimeo, e il pubblico gli tributa il giusto successo. Azzeccata come sempre anche la colonna sonora di Francesco De Masi. Visti i buoni risultati il buon Giuliano Carnimeo riproporrà quasi senza modifiche, salvo costumi, nomi e ambientazioni, la coppia formata da George Hilton e Charles Southwood in “Testa t'ammazzo croce sei morto, mi chiamano Alleluja”
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