Midnight in Paris |
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Un film di Woody Allen.
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Kurt Fuller.
continua»
Commedia,
durata 94 min.
- USA, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 2 dicembre 2011.
MYMONETRO
Midnight in Paris
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mr. Hemingway, i suppose?di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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domenica 11 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Era dal 2005 che un film di Woody Allen non mi colpiva, dall'eccellente "Match point". "Midnight in Paris" rappresenta un po' il suo negativo fotografico. Entrambre le opere sono ambientate in Europa (le cui capitali sembrano essere diventate la nuova patria di adozione del regista), ma differiscono radicalmente per impianto e per stile narrativo: cupo, cinico e spietato nei suoi esiti "Match point"; lieve, svagato e coinvolgente "Midnight in Paris". L'ultima opera di Allen appare percorsa da uno sguardo divertito e da un affetto autentico per la città, soprattutto per ciò che rappresenta Parigi nell'immaginario degli americani, la "Ville Lumiére" che negli anni '20 ha visto una concentrazione senza pari di artisti e geni della pittura, della scrittura e della musica. E' proprio questo universo, fatto di caffé, locali notturni, case eleganti in cui si muovono con leggera noncuranza Hemingway, Picasso, Gertrude Stein, Scott Fitzgerald, Bunuel, Cocteau, che il protagonista del film - Gil, uno sceneggiatore di Hollywood innamorato della capitale francese- ritrova magicamente allo scoccare della mezzanotte, mentre cammina senza meta per le strade del centro della città. Appare una vettura anni '20 che lo invita a salire e, come "Alice nel paese delle meraviglie", Gil si trova catapultato in una dimensione rovesciata, in cui può interagire in carne ed ossa con i suoi miti letterari a artistici. Nel farlo, si toglie alcune soddisfazioni non piccole: suggerisce al giovane Bunuel la trama dell "Angelo sterminatore", scopre che Adriana -l'incantevole amante di Picasso- è segretamente invaghita di lui. Gil si muove tra salotti e feste con l'identica goffaggine che mostrava Woody Allen nei suoi film precedenti. Il suo impaccio non gli nuoce, anzi lo accredita come un partner credibile agli occhi dei suoi prestigiosi interlocutori; un suo romanzo - centrato su un negozio "nostalgia" specializzato nella vendita di articoli retrò- viene valutato positivamente dalla Stein in persona. Allo stesso tempo, L'autore sviluppa un'interessante riflessione sui rapporti tra presente e passato: così come i contemporanei mitizzano gli anni '20 e li consideravano un paradigma di creatività e di innovazione, ritenendo il presente grigio e privo di spessore, anche gli artisti del primo novecento prendono come riferimento un periodo precedente, quello della "Belle epoque", in un processo che potrebbe regredire a spirale fino alla preistoria del pianeta. Come a dire che il presente è poco interessante perché rappresenta l'orizzonte concreto della nostra quotidianità, ma che la fuga verso epoche precedenti non costituisce un'alternativa possibile. Il film di Allen seduce e strappa il sorriso, come tutte le opere che contengono dichiarazioni di amore che derivano da una sintonia istintiva con l'oggetto amato e non da un'adesione cerebrale e intellettualistica. "Midnight in Paris", sotto questo aspetto, richiama uno dei capolavori dell'autore, "Manhattan", ne condivide, al di là delle differenze, il fascino e la presa sugli spettatori.
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