Non lasciarmi |
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Un film di Mark Romanek.
Con Carey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell.
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Titolo originale Never Let Me Go.
Drammatico,
durata 103 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Non lasciarmi
valutazione media:
3,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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In attesa che il ciclo si compia...di Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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lunedì 18 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Quello di cui non sono sicura è che le nostre vite siano tanto diverse da quelle delle persone che salviamo...tutti completiamo un ciclo...forse nessuno ha compreso veramente la propria vita, né sente di aver vissuto abbastanza". Queste le parole finali della protagonista, questo è il senso del film. Un film potente e doloroso, la cui forza si esprime attraverso atmosfere minimali,una recitazione misurata e i volti precocemente invecchiati dei protagonisti. Al di là della storia narrata (in un mondo parallelo al nostro, vengono allevati cloni umani la cui funzione è quella di donare organi per il resto di un umanità che ha sconfitto le malattie e la cui speranza di vita supera in media i cento anni), il film rappresenta in modo efficace la progressiva accettazione rassegnata di un destino atroce: da bambini inconsapevoli in un college inglese ad adolescenti che si preparano alla loro "missione" privati di una loro autonoma prospettiva di vita fino ai trentenni scheletriti che si apprestano a completare il loro ciclo di donazioni di organi e morire alle soglie dell'atà adulta. Per certi versi, il film di Romanek - tratto da un libro di Kazuo Ishiguro- richiama l'antiutopia di Huxley de "Il mondo nuovo",un nuovo ordine fondato su una rigida divisione in caste biologicamente predeterminate, ma se ne discosta nella rappresentazione di una società che programma il genocidio di un'intera popolazione di soggetti pur di conservare il livello di vita raggiunto. Colpisce la rassegnazione dei ragazzi candidati alla donazione (il massimo della ribellione è rappresentato dalla coppia di protagonisti che prova a chiedere un rinvio perché si amano), ma credo che tale passività sia una metafora dell'ineluttabilità del ciclo di vita, la consapevolezza che il completamento del ciclo è una condizione naturale e che a nulla vale sfidare il destino. La potenza del film risiede precisamente nella contrapposizione tra le pulsioni vitali dei protagonisti - sentimenti di amore, desideri di relazione, di sesso, gelosie, desideri di libertà e di individuazione- e l'organizzazione mortifera e asettica che li priva di identità, possibilità di sviluppo personale e prospettive di vita. Il risultato di questa contrapposizione è già segnato e anche l'amore non può nulla -contrariamente alle nostre aspettative- nei confronti del tempo e del destino.
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