L’Ultima Seduzione rappresenta l’apice della breve ma interessante carriera registica di John Dahl, che dopo un ottimo secondo film dietro la macchina da presa, Red Rock West, nel 1994 esce con questo forte film noir che ha senz’altro rappresentato una nuova, e per certi verso piu’ estrema, connotazione dell’archetipo della dark lady, a cui Linda Fiorentino presta non solo un corpo mozzafiato ma un carattere gioiosamente e liberamente aggressivo, da vera predatrice che gode del male che fa non solo per l’utile che ne trae ma anche per il puroi piacere di manipolare, dominare e distruggere; un personaggio femminile come non se ne erano visti prima sullo schermo!
Privata di un quasi sicuro Oscar come migliore attrice in quanto il film era stato inizialmente distribuito sui canali via cavo, Linda Fiorentino, come anche John Dahl, non riuscira’ piu’ a raggiungere le vette e l’intensita’ di questo film che, dopo l’ottima prova in Fuori Orario di Scorsese, avrebbe potuto rappresentare la definitiva consacrazione dell’attrice americana e che invece divenne, a soli 36 anni, il suo canto del cigno, in quanto nessuna delle sue successive pellicole e’ riuscita a ravvivare una carriera che sembrava invece molto promettente.
Ben supportata da Bill Pullman nel ruolo del marito, vittima in tutti i sensi della letale moglie, che da Peter Berg, stolido agnello sacrificale e sacrificato alla strategia della protagonista per il quale non si puo’ non provare una rassegnata compassione, Linda Fiorentino con il personaggio di Bridget Gregory/Wendy Kroy e’ stata capace di imporsi come la dark lady piu’ sfrontata e felicemente senza scrupoli non solo dei classici degli anni ’40 e ’50 ma anche dei cosiddetti nuovi film noir degli anni ’80 e ’90, spingendosi ben oltre i limiti segnati da Kathleen Turner con Brivido Caldo; da segnalare l’interessante doppo tributo che L’Ultima Seduzione fa sia a Double Indemnity, richiamato nel dialogo, che a Brivido Caldo, con le scene finali quasi identiche a quella di chiusura del film di Lawrence Kasdan.
L’Ultima Seduzione rimane, anche dopo parecchi anni, un film interessante ed altamente godibile, con una storia ben sviluppata ed un dialolgo costruito con un adeguato cinismo che, pur orientando le simpatie piu’ immediate e pubbliche dello spettatore verso i perdenti e gli sfruttati come il marito e l’amante, inevitabilmente attrae sopratuttto per l’irredimibile e profonda malvagita’ della protagonista, sensuale diavolo in autoreggenti che attira inesorabilmente, pur nella consapevolezza che l’unico risultato possibile sia la perdizione eterna.
Un inguardabile L’Ultima Seduzione 2 del 1999 non ha per fortuna avuto ulteriore seguito ne’ ha sottratto alcun fascino al film di John Dahl, un moderno gioiello del genere noir dove, come in Brivido Caldo ed a differenza dei piu’ apparentemente moraleggianti, nonche’ gravati dal Codice Hays, anni ’40 e ‘50, il crimine e l’immoralita’ pagano, eccome!
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