Il grande capo

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Un film di Lars von Trier. Con Jens Albinus, Peter Gantzler, Fridrik Thor Fridriksson, Benedikt Erlingsson, Iben Hjejle.
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Titolo originale Direktøren for det hele. Commedia, durata 99 min. - Danimarca, Svezia 2006. - Lucky Red uscita venerdì 5 gennaio 2007. MYMONETRO Il grande capo * * * - - valutazione media: 3,15 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
osteriacinematografo mercoledì 15 febbraio 2012
la farsa rivelatrice di von trier Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 Lars von Trier non si toglie nemmeno il gusto della commedia. E lo fa a modo suo, naturalmente, realizzando un’opera grottesca, spietata, che analizza senza filtro e con amara ironia i rapporti interpersonali: ne “Il grande capo”, l’indagine è ambientata nel mondo del lavoro, dove gli interessi economici schiacciano inesorabilmente ogni altro tipo di valutazione.

Una ditta di informatica danese sta per essere ceduta a un magnate islandese. [+]

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claudio martedì 9 gennaio 2007
essere cattivi va bene, ma solo a metà! Valutazione 3 stelle su cinque
78%
No
23%

Tipica commedia da interni, molto teatrale, "il grande capo" non delude la sommaria presentazione che la voce narrante del regista, ad inizio rappresentazione, dà del film (forse per un senso di fedeltà al "dogma" di verità) al pubblico in attesa. E' una godevolissima commedia, con una trama ben congegnata, attori-macchiette bravi (bravissimo va al protagonista Jens Albinus), buono il ritmo e il colpo di coda finale è splendido. Il film, oltre ad essere un'allegoria della condizione miserrima in cui versano gran parte delle attuali imprese guidate dalle multinazionali per cui i dipendenti non sanno mai chi siano i "capi" e in base a quale criterio (oltre quello del profitto) prendano le varie decisioni, è anche una spietata analisi sull'incapacità e sulla debolezza degli esseri umani ad essere, cinicamente, razionalmente, pedissequamente, laicamente individialisti accettandone tutte le conseguenze di solitudine e angoscia che da ciò derivano. [+]

[+] d'accordo (di alterega)
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darjus mercoledì 11 aprile 2007
ecco chi è il vero grande c Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Von Trier, si sa, ama maramaldeggiare. E così costruisce una commedia divertita e divertente, in cui l’interazione con lo spettatore (in passato preso in giro, incantato, provocato o torturato sadicamente) si fa sfacciata, con il voice-off del regista che introduce, interrompe e chiude. Ma, soprattutto, suggerisce: il regista danese, infatti, si raccomanda di non riflettere sul film perché tanto si tratta solo di una commedia. L’ironia, però, è quanto mai palese. Consapevole della forza tagliente dell’umorismo satirico, infatti, Von Trier non perde occasione di farsi beffe delle piccolezze degli uomini, del capitalismo e delle sue dinamiche, suggerendo, questa volta in modo implicito, diverse riflessioni: l'esigenza di essere accettati e amati in contrapposizione alla necessità di prendere decisioni dolorose in nome del profitto (il vero grande C), la necessità di occultare, finché possibile, l'autorità, che incute obbedienza per il solo fatto di non essere visibile, l'inutilità di una gerarchia piramidale di fronte alla maggiore efficienza di una auto-gestione orizzontale. [+]

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piernelweb giovedì 31 maggio 2007
piccoli capi e grandi subalterni Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Abbandonato il mondo sofferente di Dogville e Manderlay, Lars von Trier si concede ai piaceri della commedia in questo film low-budget interamente realizzato in patria con attori Danesi. La grottesca sceneggiatura ben si amalgama con la stramberia dei personaggi tra i quali spicca, ovviamente, il protagonista principale Kristoffer. Von Trier attraverso la caratterizzazione del personaggio (attore fallito, ma lui non lo sa) ironizza piacevolmente (e se ne sentiva davvero il bisogno) con le fissazioni autoriali e artistiche che troppo spesso prendono il sopravvento sui divi del set, registi e attori che siano. Alcuni passaggi superflui, ripetitivi e manieristici nella parte centrale, e qualche baco nel software Automavision@ che autogestisce la fotografia non inficiano granchè la qualità di "Il Grande Capo" che riserva il meglio nell'inatteso ed esilarante finale. [+]

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linodigianni mercoledì 16 febbraio 2011
un film che piace a uno su dieci Valutazione 0 stelle su cinque
64%
No
36%


un film che smonta il meccanismo
della commedia naturalistica
introducendo beckett ne teatro di Ibsen
Bello, godibile, divertente
a patto di essere cinefili  colti
e dotati di senso di umorismo.
Consigliato

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ronks martedì 23 gennaio 2007
lars... sempre tra teatro e verosimile Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

LA TEATRALITA' DEI PERSONAGGI NELLA LORO VARIETA' DI ESSERE, DI RELAZIONARSI CON SE STESSI ED I COLLEGHI DI UFFICIO, TRA FORTI REAZIONI E REMISSIONI, IN UN TIPICO ATTEGGIAMENTO SCANDINAVO, VA FORTEMENTE A RICORDARE IL PRECEDENTE LAVORO idioti, MA QUELLO CHE PARTICOLARMENTE COLPISCE E' L'EGO CHE SI PERCEPISCE NEI PROTAGONISTI, FINO AD EMERGERE TRIONFANTE NEL FINALE... LA VERIDICITA' STA NELL'ETICA QUOTIDIANAMENTE CALPESTATA, SEPPUR LATENTE NELLE BUONE INTENZIONI, COMUNQUE DISPOSTI A SCAVALCARLA PUR DI ESSERE PRESI IN CONSIDERAZIONE.... E FORSE STA QUI LA COMMEDIA!

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enrico omodeo salè martedì 15 febbraio 2011
lars colpisce ancora Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 "Il grande capo" di Lars Von Trier (Dan '06): un lucido divertissement sul mondo aziendale iperglobalizzato, dove un finto "grande capo" appare dopo anni di presenza virtuale, assoldato dal vicepresidente dell'azienda che vuole vendere tutto agli islandesi e licenziare i lavoratori. Graffiante, ironico e ovviamente pieno di inquadrature che farebbero inorridire gli insegnanti delle scuole di cinema. Buona la prova degli attori. Abuso godardiano di jump cut. [+]

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stefanocapasso venerdì 16 maggio 2014
potere e approvazione Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

Lars Von Trier in questa commedia di stampo decisamente teatrale compie una indagine ironica sul rapporto tra regista e attore, sul rispettivo bisogni di sentirsi importante, sui loro vezzi e su come usano il loro potere per condizionando il percorso di una messa in scena.

In questo caso i ruoli sono traslati in quelli di un capo di un azienda informatica, che è sempre rimasto in incognito per risultare amabile agli occhi dei dipendenti, ed un attore assoldato per interpretare la figura del capo che decide di vendere l'azienda ed affrontare quindi i dipendenti.

In un continuo di equivoci e ribaltamento di ruoli, i due portano avanti un balletto che li vede al tempo stesso desiderosi di esercitare il proprio potere e al tempo stesso di essere approvati dalla comunità. [+]

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gianmaria s mercoledì 30 aprile 2008
stravolge i canoni della commedia americana Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

LA locandina recita: "Una commedia di Lars Von Trier" e in effetti tanto basta a fare notizia. Dopo i due capolavori d'arte drammatica che sono Dogville e Manderlay Lars Von Trier firma questa commedia che definire classica sarebbe una bestemmia. Ovviamente stravolge i canoni della commedia americana, trasformandola con tocchi genialoidi e para-filmici in un prodotto atipico e riuscito. Parla di un'azienda informatica dove il capo non ha il coraggio di farsi vedere e assume un attore per ricoprire questo ruolo... risulta molto divertente nei suoi dialoghi fitti e privi di sovrastrutture. Non ci sono musiche o particolari scenografie e gli attori sono tutti danesi. Per me è uno dei migliori film visti sullo schermo nel 2006 se non fosse per il finale un po' troppo prolungato. [+]

[+] se è uno dei migliori... (di gec)
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g. romagna sabato 5 febbraio 2011
il grande capo Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Il direttore di un'azienda informatica danese si è finto per anni il subalterno di un "grande capo" che lavora in America e che mai si è visto in Danimarca. Quando il direttore si trova a dover firmare un contratto di vendita (che prevede il licenziamento di tutti i dipendenti) ad un gruppo islandese, assolda un attore teatrale (grande appassionato di un autore sconosciuto, tale Antonio Gambini) che dovrà fingere di essere il "grande capo". A costui viene però raccontato che il boss americano non è presente per impossibilità, e solo più tardi viene a sapere che in realtà non esiste e che la cessione comporterà l'esubero delle maestranze. [+]

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