gaetano
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martedì 31 ottobre 2006
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la forza di chi non si arrende
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Finalmente. Finalmente un film che riesce ad essere finzione metafiica e cronaca cruda, ritmo ed interiorità, giallo e tragedia, che trasmette ancgoscia ma anche speranza, con quel finale sospeso tra passato e futuro. Un film che proietta noi spettatori dentro la storia, nascosti anche noi in quel corridoio così decadente e borghese a spiare quello che spia la protagonista, a respirare con il suo stesso ritmo ad ogni svolta della storia, ad appsassionarci per quella sua disperazione che diventa forza, per quella rassegnazione che diventa sfida, per quell'essere emotivamente cosi' conivolta eppure riuscendo sempre a rinascere dalle proprie ceneri. Irina è assolutamente un'eroina moderna, perchè va dove la porta il cuore ma risucendo ad usare la testa, perchè è stoica ma guerriera, sensibile ma forte, vittima ma anche un pò carnefice.
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Finalmente. Finalmente un film che riesce ad essere finzione metafiica e cronaca cruda, ritmo ed interiorità, giallo e tragedia, che trasmette ancgoscia ma anche speranza, con quel finale sospeso tra passato e futuro. Un film che proietta noi spettatori dentro la storia, nascosti anche noi in quel corridoio così decadente e borghese a spiare quello che spia la protagonista, a respirare con il suo stesso ritmo ad ogni svolta della storia, ad appsassionarci per quella sua disperazione che diventa forza, per quella rassegnazione che diventa sfida, per quell'essere emotivamente cosi' conivolta eppure riuscendo sempre a rinascere dalle proprie ceneri. Irina è assolutamente un'eroina moderna, perchè va dove la porta il cuore ma risucendo ad usare la testa, perchè è stoica ma guerriera, sensibile ma forte, vittima ma anche un pò carnefice. L'atmosfera così grigia della città del nord, la luce fredda della casa degli Adecher, la figura così piccolo- italiana del portinaio, perfino la crudeltà che può sembrare fumettistica del magnaccia assumono un taglio, un colore e un significato straordinario grazie ad Irina, una sconsociuta che ci fa conoscere tutto sotto una luce diversa, la luce di un cuore che non muore. Ma il dramma della sconosicuta non è solo interiore, perchè Tornatore , forse al di là dei suoi stessi intenti, è anche risucito a fare una dramamtica ed incalzante denuncia soiale. Si, perchè pochi accenni in flasback, straodinariamente girati e montati, alle torture ed alle umiliazioni subite da queste donne dell'est scuotono e toccano immensamente più di un documentario- verità. La verità, appunto: nel film c'è sicuramente qualche incongruenza, ma cosa conta? Forse la vita è sempre logica, lineare, razionale? Se così fosse, forse noi non avremmo bisogno di eroi, e invece servono, servono figure come Irina, che insegnano a non arrendersi mai.
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mario zerillo
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mercoledì 25 ottobre 2006
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maternità strozzata
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Flashback, voci assordanti, immagini forti intrise della violenza del sesso mercenario. La disperazione di una donna, avvota nel dolore di madre negata e amante dalla memoria agrodolce come le fragole che ingoia come pillole del ricordo. Maternità strozzata, amore spezzato, donna assediata da un passato che non la libera dal desiderio forte di riprendersi il suo pezzo di normalità. Scene di sesso agghiaccianti, sagome di donne trasformate in strumenti di denaro e martoriate solo per favorire tutti gli istinti più bassi del genere umano, nella fattispecie, del genere maschile.
Un cast di attori che dà il meglio, senza nulla togliere all'aria ammuffita di una città come Trieste che si anima solo col vento che la perseguita.
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Flashback, voci assordanti, immagini forti intrise della violenza del sesso mercenario. La disperazione di una donna, avvota nel dolore di madre negata e amante dalla memoria agrodolce come le fragole che ingoia come pillole del ricordo. Maternità strozzata, amore spezzato, donna assediata da un passato che non la libera dal desiderio forte di riprendersi il suo pezzo di normalità. Scene di sesso agghiaccianti, sagome di donne trasformate in strumenti di denaro e martoriate solo per favorire tutti gli istinti più bassi del genere umano, nella fattispecie, del genere maschile.
Un cast di attori che dà il meglio, senza nulla togliere all'aria ammuffita di una città come Trieste che si anima solo col vento che la perseguita. Tra le strade della città si sente il silenzio martellante della protagonista che si trascina in un mondo che ignora la sua tragedia. Il sogno di una madre, colpevole solo di avere ceduto allo sguardo di un aguzzino senza coscienza, quello stesso sguardo che associa ancora oggi la prestanza fisica, la forza maschile e il privilegio "europeo" alla facile mercificazione della donna.
Le fragole di cui si ciba la giovane protagonosta sono il solo mezzo che la rende dignitosa di fronte all'immagine che il vetro della finestra riflette. La fragola la riporta ad un amore che non si compra e non si vende, perchè si vive solamente. Il frutto di quell'amore corrisponde al tentativo di recuperare quello che di più bello la vita le aveva dato, la loro figlia, la quale è il senso della vita che le resta. La bambina, affetta da una non comune "tara", non riesce ad usare le mani per proteggersi nelle cadute. Entrambe, quindi, hanno vissuto, in tempi diversi, la comune paralisi della volontà. Se la prima, la sconosciuta, è legata dall'aguzziono nella scena del postribolo dorato ed è perciò incapace di reagire alle violenza che subisce, la seconda, la bambina è malata di una rara malattia che la rende facile preda di scherni e infortuni. Entrambe riescono ad animarsi della volontà di recuperare la loro dignità, la quale si esprime solo colla forza di non cedere alla provocazione del più forte e colla tenacia nel voler superare un ostacolo che si pensa sia insormontabile.
Una bella lezione, un messaggio positivo che si staglia su un paesaggio desolante: una parte dell'umanità serva del sopruso fisico e psicologico.
Un augurio sincero va al regista, siciliano come me. Spero che questo film possa avere tanti consensi, meritati.
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fbz
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giovedì 21 giugno 2007
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da oscar
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La sconosciuta è il capolavoro assoluto di un Tornatore che con il tempo migliora come il vino.
Mi stupisco che non sia stato presentato come candidato straniero all'Oscar.
La storia abbraccia temi globali attraverso il paradigma di una donna ferita: la maternità negata, la prostituzione, la violenza, lo sfruttamento dell'occidente sul resto del mondo, i sentimenti più forti del male, ma pieni di pudicizia, perché di stampo primario.
La descrizione psicologica degli interpreti è ai massimi livelli: la russa protagonista incarna con ogni centimetro della pelle il dramma e la forza di volontà, Placido è un pappone che suda di sangue e sesso, Haber è un laido sfruttatore borghese, la Gerini è una donna inquieta e insoddisfatta, Favino è il marito per forza e più interessato agli affari, la Buy è un avvocato che crede nel femminismo, Piera degli Esposti trasmette la sua arte teatrale.
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La sconosciuta è il capolavoro assoluto di un Tornatore che con il tempo migliora come il vino.
Mi stupisco che non sia stato presentato come candidato straniero all'Oscar.
La storia abbraccia temi globali attraverso il paradigma di una donna ferita: la maternità negata, la prostituzione, la violenza, lo sfruttamento dell'occidente sul resto del mondo, i sentimenti più forti del male, ma pieni di pudicizia, perché di stampo primario.
La descrizione psicologica degli interpreti è ai massimi livelli: la russa protagonista incarna con ogni centimetro della pelle il dramma e la forza di volontà, Placido è un pappone che suda di sangue e sesso, Haber è un laido sfruttatore borghese, la Gerini è una donna inquieta e insoddisfatta, Favino è il marito per forza e più interessato agli affari, la Buy è un avvocato che crede nel femminismo, Piera degli Esposti trasmette la sua arte teatrale.
Giuseppe Tornatore maneggia la materia con estrema attenzione, intrecciando abilmente presente e passato attraverso il fare rivivere alla protagonista le medesime emozioni in contesti diversi: un uso del flashback inconsueto e figurativo.
Questo film ti entra nelle vene e scava nel cuore con la forza semplice e primordiale dei sensi.
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mark10
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mercoledì 25 ottobre 2006
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lo "sconosciuto" tornatore
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La sconosciuta del film di Tornatore è Irena (Xenia Rappoport), una donna ucraina che si muove dal Mezzogiorno al ricco e operoso nord (la vicenda, girata a Trieste, è in realtà ambientata in un paese veneto di orafe tradizioni). Porta con sè una valigia ed un passato ingombrante, di cui il suo viaggio vuole essere insieme soluzione e redenzione. Irena tenta in ogni modo, anche commettendo un (quasi) omicidio, di farsi assumere come governante presso la facoltosa famiglia Adacher perchè, nella sua idea, in quella casa si trova l'oggetto misterioso che rappresenta il fine ultimo della sua ricerca. Lentamente, il complesso puzzle della vita di Irena andrà ricomponendosi, facendo affiorare una verità tremenda e sconvolgente (tanto per lei, quanto per noi spettatori).
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La sconosciuta del film di Tornatore è Irena (Xenia Rappoport), una donna ucraina che si muove dal Mezzogiorno al ricco e operoso nord (la vicenda, girata a Trieste, è in realtà ambientata in un paese veneto di orafe tradizioni). Porta con sè una valigia ed un passato ingombrante, di cui il suo viaggio vuole essere insieme soluzione e redenzione. Irena tenta in ogni modo, anche commettendo un (quasi) omicidio, di farsi assumere come governante presso la facoltosa famiglia Adacher perchè, nella sua idea, in quella casa si trova l'oggetto misterioso che rappresenta il fine ultimo della sua ricerca. Lentamente, il complesso puzzle della vita di Irena andrà ricomponendosi, facendo affiorare una verità tremenda e sconvolgente (tanto per lei, quanto per noi spettatori).
Ispirata ad un fatto di cronaca nera, la pellicola di Tornatore presenta sin dal titolo i tratti della grande opera. Sconosciuta è la protagonista: nel mondo della finzione, perchè piomba come un oggetto misterioso nella vita del tranquillo condominio di provincia; ma anche nella realtà, perchè la sua interprete, ignota al grande pubblico, viene collocata in mezzo ad una compagine di attori (Placido, Haber, Gerini, Buy e il sempre più brano Favino) protagonisti della scena italiana. Ma sconosciuto, in fin dei conti, ci era pure questo Tornatore: il cineasta siciliano abbandona i suoi tratti più tipici (romanticismo, delicatezza formale, ambientazione meridionale) per toccare corde che non sapevamo appartenergli: quelle del noir, del thriller psicologico, dello svelamento progressivo di una verità scomoda, anche dal punto di vista sociale. La sua regia, a tratti debitrice di certo cinema americano (Hitchcock in primis), è ottima, e riesce a rinvigorire una sceneggiatura che talora presenta delle smagliature (il "Kurtziano" Placido è efficace, ma poco credibile nella sua resurrezione; inoltre, sembra un po' tirata per le lunghe la scelta di prolungare la sofferenza dello spettatore nello svelamento di alcuni indizi essenziali per comprendere appieno la vicenda). Sostenuto da bravi attori (anche la Rappoport, non sempre straordinaria, ma comunque assai carismatica) e tallonato incessantemente dal commento musicale di un Morricone in versione Hermann, lo sviluppo della progressione drammatica centra l'obiettivo, riuscendo contemporaneamente a tenere lo spettatore sulla corda e a commuoverlo nel finale. Solo in mezzo ai soli, forte in mezzo ai deboli, il personaggio di Irena, a volte ambiguo, ci mostra comunque tutta la difficoltà di conquistare degli affetti in una società che spesso pretende di comprare e reificare questi sentimenti. Il finale lascia una speranza vera e, al contempo, la sensazione di aver assistito forse al film migliore di Tornatore dai tempi del suo masterpiece, Nuovo Cinema Paradiso, a cui può sicuramente essere equiparato per qualità complessiva e per il livello di emozioni che riesce a suscitare.
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weach
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sabato 30 ottobre 2010
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voglia di interrompere un karma negativo
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La sorpresa stupenda è una grande attrice che si affaccia sul proscenio internazionale ,Ksenia Rappoport , russa, bella , espressiva dalle grandi doti artistiche ;
La conferma è Tornatore , potente incisivo ,scenografico, profondo,drammatico, articolato.
Sullo sfondo di una Trieste prevalentemente lugubre e notturna , si consuma la storia di un dramma di una “ sconosciuta ,” che fugge dal suo passato senza speranza.
E’ il tentativo di rincorrere un attimo di serenità , uno spazio di essere , ma tutto sembra impossibile perché eventi di risonanze negative si riaffacciano anche nel progetto di costruire un presente .
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La sorpresa stupenda è una grande attrice che si affaccia sul proscenio internazionale ,Ksenia Rappoport , russa, bella , espressiva dalle grandi doti artistiche ;
La conferma è Tornatore , potente incisivo ,scenografico, profondo,drammatico, articolato.
Sullo sfondo di una Trieste prevalentemente lugubre e notturna , si consuma la storia di un dramma di una “ sconosciuta ,” che fugge dal suo passato senza speranza.
E’ il tentativo di rincorrere un attimo di serenità , uno spazio di essere , ma tutto sembra impossibile perché eventi di risonanze negative si riaffacciano anche nel progetto di costruire un presente .
Gli occhi trasparenti della Ksenia Rappoport , la sconosciuta Irena, esprimono tutto il male che imprigiona il cuore e la voglia di espansione .
Un karma negativo sembra proprio sopraffare l’anima ma c’è voglia di riscatto che spinge verso la luce di una speranza .
Scorrendo le immagini drammatiche del film sempre più solida appare la capacità espressiva di Ksenia Rappoport, veramente “talentuosa” e speciale .
Sembra dire la storia:una vita non basta per bruciare tutto il mala che si è portato dentro.
Toni originali da thriller arricchiscono il film dal finale sorprendente.
Tutto è in trasformazione e niente resterà come appare .
weach illuminati
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giux scorpio
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sabato 13 gennaio 2007
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l'apoteosi del sublime!
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Esiste una importante differenza tra Orafo ed Orefice:l'orafo realizza i suoi manufatti con sapiente maestria ed ingegno,mentre l'orefice si occupa di vendere al dettaglio la merce, con l'altrettanta maestria del buon commerciante! Nel film non si capisce bene se Claudia Gerini è anche orefice, ma certo è che per questo, piccolo e forse, sorvolabile dettaglio, tutta una storia nasce, cresce e muore sotto i nostri occhi attoniti di spettatori cinematografici!
Un capolavoro di un vero genio, un film unico è pieno di commovente sentimento, e tanta angoscia....che da i brividi!
Si dice che quando si prova forte angoscia per una situazione reale e tangibile che ci tocca dentro, tutti possiamo divenire aggressivi;dunque angoscia ed aggressività, fuoriescono come una linfa propulsa dal nostro ego ferito!ebbene tutto il film di Tornatore ruota su questo, su l'ardire dei sentimenti, e su uno strano gioco voluto dal caso, crudele, se volgliamo, ma fascinoso.
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Esiste una importante differenza tra Orafo ed Orefice:l'orafo realizza i suoi manufatti con sapiente maestria ed ingegno,mentre l'orefice si occupa di vendere al dettaglio la merce, con l'altrettanta maestria del buon commerciante! Nel film non si capisce bene se Claudia Gerini è anche orefice, ma certo è che per questo, piccolo e forse, sorvolabile dettaglio, tutta una storia nasce, cresce e muore sotto i nostri occhi attoniti di spettatori cinematografici!
Un capolavoro di un vero genio, un film unico è pieno di commovente sentimento, e tanta angoscia....che da i brividi!
Si dice che quando si prova forte angoscia per una situazione reale e tangibile che ci tocca dentro, tutti possiamo divenire aggressivi;dunque angoscia ed aggressività, fuoriescono come una linfa propulsa dal nostro ego ferito!ebbene tutto il film di Tornatore ruota su questo, su l'ardire dei sentimenti, e su uno strano gioco voluto dal caso, crudele, se volgliamo, ma fascinoso....che porta tutti i tasselli della storia a suo posto, rivelando una trama intrigante, fremente, dinamica e spesse volte cruda, che avanza in ritmi cadenzati e violenti, rivelandosi come la teoria degli opposti!
Una Xenia Rapport che buca lo schermo, che ci fa persino pensare ad una Valeria Golino ma più profonda, più sensuale, più emozionante e col gelo negli occhi!
strepitoso!!!consiglio di vederlo, geniale anche il fatto di rendere sconosciuta la protagonista sin da subito, mettondoci davanti ad una attrice fresca e mai vista, ed intervallando gli altri personaggi a lei, con volti noti dello spettacolo, che ci riportano al conosciuto, al famigliare! Una perla rara, signori e signori "La Sconosciuta"!
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[+] bella recensione
(di sixtile)
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(di sheila)
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olghina
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domenica 30 gennaio 2011
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da pelle d'oca!
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Sarà per l'argomento crudo ed ahimè molto attuale(Le donne ridotte in una vera e propria schiavitù) , sarà per le musiche del nostro "vantotuttoitaliano" Morricone, sarà per la fotografia(gustata fotogramma dopo fotogramma).. sicuramente è per questo mix che per tutta la durata del film ho avuto la pelle d'oca! Secondo il mio parere in questa pellicola il regista, che si distacca (anche se non riesce a farne a meno del tutto) dalle sue sicule origini, ci rivela un Tornatore inedito e molto competente in questa veste. Un nota positiva va anche alla attrice, il suo sguardo mi ha veramente toccata...ed a Placido, che quando interpreta il cattivo lo sa fare veramente bene!Quattro stelle da parte mia.
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filippo catani
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venerdì 26 agosto 2011
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una sconosciuta come (purtroppo) tante altre
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Una giovane donna ucraina cerca lavoro come domestica. Attraverso l'aiuto del portiere di un palazzo, riuscirà a muovere i primi passi all'interno di un piano ben stabilito per cercare di entrare nella casa della famiglia Adacher. La giovane ucraina conserva infatti dentro di se terribili e inconfessabili segreti.
Un film duro e coraggioso allo stesso tempo che prende di petto una questione scottante: la tratta delle donne specialmente dell'est Europa. Da quì si sviluppano tutti i rami del racconto: c'è il terribile padrone che avvia le donne alla strada e le controlla a suon di botte, la giovane ucraina arrivata con tanti sogni nel cassetto e vede spezzato l'unico vero amore, la famiglia perbene che nasconde al suo interno grandi e piccoli problemi.
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Una giovane donna ucraina cerca lavoro come domestica. Attraverso l'aiuto del portiere di un palazzo, riuscirà a muovere i primi passi all'interno di un piano ben stabilito per cercare di entrare nella casa della famiglia Adacher. La giovane ucraina conserva infatti dentro di se terribili e inconfessabili segreti.
Un film duro e coraggioso allo stesso tempo che prende di petto una questione scottante: la tratta delle donne specialmente dell'est Europa. Da quì si sviluppano tutti i rami del racconto: c'è il terribile padrone che avvia le donne alla strada e le controlla a suon di botte, la giovane ucraina arrivata con tanti sogni nel cassetto e vede spezzato l'unico vero amore, la famiglia perbene che nasconde al suo interno grandi e piccoli problemi. Un affresco a tratti desolante che serve però a farci mantenere alta la guardia verso questo terribile giro di sfruttamento. Splendida regia e meraviglioso il cast con un trio fantastico composto da Rappoport, Placido e Gerini.
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karlito
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sabato 2 dicembre 2006
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era ora!!!!!!!!!!
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Già era proprio ora...forse mai prima d'ora mi era capitato di avere la sensazione di entrare non in un cinema, ma nel film che vi proiettavano. Forse la sensazione che ti consente di formulare un giudizio è proprio questa fusione con la storia che scorre sotto i tuoi occhi. Ed è quello che è avvenuto con la storia di Irina, osservata dapprima attraverso le lenti della compassione e della diffidenza (chissà quale tesoro sta cercando nell'agiata degli onesti e “poveri” - per il Fisco - lavoratori del Nord Est) tipico dell'ipocrita società di oggi. Poi con quelli del supporter, con il cuore ed il respiro che si sincronizzano sui suoi, perchè quando Irina stringe al cuore quel documento realizzi definitivamente che quello che cerca è un frammento di sè, della sua vera identità di donna, della sua umanità.
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Già era proprio ora...forse mai prima d'ora mi era capitato di avere la sensazione di entrare non in un cinema, ma nel film che vi proiettavano. Forse la sensazione che ti consente di formulare un giudizio è proprio questa fusione con la storia che scorre sotto i tuoi occhi. Ed è quello che è avvenuto con la storia di Irina, osservata dapprima attraverso le lenti della compassione e della diffidenza (chissà quale tesoro sta cercando nell'agiata degli onesti e “poveri” - per il Fisco - lavoratori del Nord Est) tipico dell'ipocrita società di oggi. Poi con quelli del supporter, con il cuore ed il respiro che si sincronizzano sui suoi, perchè quando Irina stringe al cuore quel documento realizzi definitivamente che quello che cerca è un frammento di sè, della sua vera identità di donna, della sua umanità. Ed anche quando appare cattiva con la "sua" deliziosa bimba, insegnandole a rialzarsi dopo le cadute, lo ritieni un male necessario, quello che tutti vorrebbero fosse insegnato a chi è indifeso nella giungla della società moderna (vedi il filmato del bambino tormentato a scuola dai suoi compagni). Sì, la giungla che Tornatore ci rappresenta con dei flashback, ma che in realtà vediamo scorrere tutti i giorni senza soluzione di continuità. Paradossalmente proprio quei flash ci svegliano da una realtà che ormai ci ha assuefatti. La trama è avvincente, con la sua costruzione fatta di piani temporali che si intrecciano, risolvendosi in un finale che non ti aspetti, dopo tutte le brutture che hai visto. No, non è il banale lieto fine. E' la sensazione che la speranza deve essere sempre coltivata. La speranza che ha guidato Irina è stata la sua forza, la linfa vitale che le ha consentito di sopravvivere di fronte al MALE, ma che allo stesso tempo ha portato lei stessa ad essere il MALE, quando causa la caduta della povera domestica. E' impossibile distinguere gli attori dai personaggi che interpretano (la Rappoport è semplicemente SUBLIME), così reali che ti danno la sensazione di poterli toccare, di potergli parlare, come se li vedessi nella vita di tutti i giorni. Sono perfettamente d'accordo su chi ha sottolineato la mancanza della smania di protagonismo da parte dei personaggi che ruotano attorno alla figura di Irina. Le atmosfere algide di una città efficiente e laboriosa, che rappresentano l’oggi di Irina, contrastano con i flashback in terra di Sicilia, la luce accecante del sole e delle spiagge dove ha vissuto quei rari momenti di felicità con un ragazzo tenero e generoso che rappresentava un sogno, contrapposto agli incubi del passato di Irina, subito spazzato via dalla crudeltà che sembra averla sempre vinta.
Un’ultima considerazione. Leggo che la Rappoport è un’attrice di teatro. Mi sono sempre posto una domanda: quanti talenti che, magari dopo aver studiato per anni, sfuggono alla magia del grande schermo e quindi alla godibilità di un pubblico più vasto. Perché, più volte di quanto vorremmo, a persone sbucate dal nulla, magari grazie a reality e obbrobri vari, vengono catapultati a forza nel ruolo di attori sacrificando il talento ad una logica puramente commerciale?...
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napos
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domenica 28 dicembre 2008
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un amore lontano...
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Un film atrocemente bello.
Angoscia e commozione che si incontrano negli occhi gelidi e malinconici della (strepitosa) protagonista.
Tornatore insegna agli altri come fare cinema e come scegliere un cast di attori tutti in parte, a cominciare dal sempre bravo Favino, dalla bella e professionale Gerini e dalla bambina che ha, certamente, un ruolo non facile (e complimenti al regista che l'ha diretta); per non parlare di Piera Degli Espositi e di un odioso, ma bravissimo Placido, che ci fa vedere cosa vuol dire essere attori.
Uno spaccato di vita: dove la retorica non trova posto, dove imperano meschinità, paura, sofferenza, distacco. Dove l'amore è un peccato da espiare e il sesso è un gioco squallido che enuclea ogni tipo di tenerezze.
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Un film atrocemente bello.
Angoscia e commozione che si incontrano negli occhi gelidi e malinconici della (strepitosa) protagonista.
Tornatore insegna agli altri come fare cinema e come scegliere un cast di attori tutti in parte, a cominciare dal sempre bravo Favino, dalla bella e professionale Gerini e dalla bambina che ha, certamente, un ruolo non facile (e complimenti al regista che l'ha diretta); per non parlare di Piera Degli Espositi e di un odioso, ma bravissimo Placido, che ci fa vedere cosa vuol dire essere attori.
Uno spaccato di vita: dove la retorica non trova posto, dove imperano meschinità, paura, sofferenza, distacco. Dove l'amore è un peccato da espiare e il sesso è un gioco squallido che enuclea ogni tipo di tenerezze.
Un film da vedere, da gustare, da apprezzare appieno.
Musiche funzionali e strazianti del genio Morricone.
Un film bellissimo. In ogni senso.
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