ultimoboyscout
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mercoledì 11 maggio 2011
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seduttore...ma non troppo!
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Film riuscito perchè fondamentalmente il ruolo del pappagallo che rimane regolarmente con un pugno di mosche in mano calza a pennello ad Alberto Sordi, in una delle sue migliori interpretaziono della prima parte della sua lunga carriera. Ma non è il solito one man show cui ci ha abituato il grandissimo attore romano: stavolta è ben spalleggiato dai fondamentali personaggi di contorno, in particolar modo dalle varie donne, la moglie, la francese e l'americana su tutte. Lea Padovani, tra tutte è la più intensa e convincente. Sul più bello quando l'impiccio sembra finalmente riuscire, il nostro scalcinato seduttore mostrerà tutti i suoi limiti combinando un casino colossale come non avrebbe potuto essere altrimenti.
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Film riuscito perchè fondamentalmente il ruolo del pappagallo che rimane regolarmente con un pugno di mosche in mano calza a pennello ad Alberto Sordi, in una delle sue migliori interpretaziono della prima parte della sua lunga carriera. Ma non è il solito one man show cui ci ha abituato il grandissimo attore romano: stavolta è ben spalleggiato dai fondamentali personaggi di contorno, in particolar modo dalle varie donne, la moglie, la francese e l'americana su tutte. Lea Padovani, tra tutte è la più intensa e convincente. Sul più bello quando l'impiccio sembra finalmente riuscire, il nostro scalcinato seduttore mostrerà tutti i suoi limiti combinando un casino colossale come non avrebbe potuto essere altrimenti. A parte l'attrazione principale Sordi per l'appunto e una regia adatta, mirata ed intelligente il film non offre altri particolari spunti ma diverte per l'ironia e la leggerezza. Incorreggibile Albertone, proprio come lo è il suo personaggio.
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minnie
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lunedì 13 luglio 2015
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torna alla norma di casa!
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Il seduttore, regia di Franco Rossi, 1954
Eccoci a un film tagliato su misura per Alberto Sordi: un bianco e nero perfetto, il suo scenaggiatore, Rodolfo Sonego (qui accanto al cattolicissimo Diego Fabbri), a far da supporto, la regia di Franco Rossi perfetta e anche la musica, di Carlo Innocenzi, a sottolineare un finale degno di Polanski . “Il Seduttore” è un capolavoro di Cinecittà, di quel cinema italiano che ha dato il meglio di sé nella commedia e che comunque senza Sordi, le sue mosse, i suoi gesti, i suoi inequivocabili sguardi, non avrebbe molto senso. Il seduttore anni Cinquanta è il Sordi di 33 anni, l’età stessa del protagonista, sposato da qualche anno con Norma (Lea Padovani) che, insieme alla madre, gestisce una trattoria nel cuore di Roma, mentre lui fa l’assicuratore. Ha una fissa per le donne ma non conclude nulla, in un mondo di donne che in fondo sono sempre alla ricerca di soldi, sono accompagnate dalle anziane madri o sono buone, inattaccabili madri di famiglia, anche se con marito americano sempre in volo poiché è un pilota di linea internazionale. E soprattutto l’italiano medio, seguito passo passo anche nel suo lavoro di assicuratore, dal parroco che lo ha avuto come chierichetto (un classico per i romani dell’epoca), una cosa vede come il fumo negli occhi, nonostante tutta l’insofferenza verso l’istituzione matrimoniale: il divorzio, per cui torna all’ovile sotto lo sguardo, da torvo ridivenuto benevolo, della moglie che commenta: “In fondo è un bravo ragazzo, bisogna solo togliergli dalla testa l’idea di essere un seduttore”. Infatti più che sedurre combina pasticci, Alberto, con la complicità del capufficio che vive con una sorella che gli impone le pattine: un’amicizia che finisce subito, una volta che la francese (un’attrice, Jacqueline Pierreux molto somigliante alla successiva Dominique Sanda, del 23 come la Padovani, entrambe oggi scomparse) si presenta al festino (all’orgia come la chiamano loro, lontani le mille miglia dalla dolce vita) da sola, senza l’amica per l’amico, che riprende subito l’atteggiamento del capo e che rivuole indietro le 50mila lire chieste dalla donna all’assicuratore che subito se l’era filata senza scarpe per non far rumore. Oppure nell’episodio di seduzione della mogliettina americana, Alina (Lia Amanda, un’attrice che oggi ha 82 anni) - che però ha come affittuario a Fregene un ex generale che giura sulla sua fedeltà - la quale alla fine, come nella più classica delle agnizioni, raggiunge Alberto nella trattoria di casa, dove ci sono già la francese a cui ha promesso il divorzio (una favola per l’italiano dell’epoca e anche per molti anni dopo) e naturalmente la moglie che vi passa le sue giornate: le donne diventano allora per lui minacciose (Rossi deforma qui il loro sguardo come farà Polanski in Rosemary’s baby) e Albertone nostro, da vero pavido, se ne scappa tranne poi tornare a casa, come da regola. Varie storie s’intrecciano in questo film, le tre storie che Sordi, Alberto anche nel film, cerca di orchestrare fin quando il gioco gli scappa di mano, per via di un cappello rivelatore, un copricapo che poteva appartenere solo alla moglie del pilota (provenendo dalla Cina, prima che la globalizzazione lo rendesse merce corrente) e che lei vede indosso all’amante francese del suo nuovo potenziale marito. Il tutto sotto lo sguardo sempre più allucinato della moglie con la sottolineatura magistrale della musica di Innocenzi. Tante parole, tanti traffici, tanto correre per evitare di essere scoperto, sesso solo sottinteso ma realmente assente, solidarietà maschile in apparenza finalizzata alla conquista di donne sempre sfuggenti e omosessualità non proclamata ma effettiva, per un ritonro alla Norma (il nome non è scelto a caso). Chiamatela commedia....
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eugen
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domenica 9 ottobre 2022
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sordi forever and ever
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"IL seduttore"(Franco Rossi, autore anche di soggetto e scneeggiatura con Diego Fabbri, Leo Benvenuti, Ugo Guerra, Raul Radice, Guido Leoni, Giorgio Prosperi,Rodolfo Sonega, dove l'ultimo dei nominati sara'poi autore fisso con Sordi, anche dei film diretti da"Albertone", 1954)ci consegna un Sordi giovane gia'pienamente attivo come formiabile maschera degli anni del dopoguerra e di quello che, di la'a pochi anni, sarebbe stato il"boom"("miracolo economico italiano", espresisone fallace e descrittiva di una situazione molto passeggera e peraltro volta al profitto di pochi e mai al benessere di tutti/e). L'impiegato Alberto, sposato con la gestrice di una trattoria, organizza tradimenti, ha liaisons extraconiuglai continue e si serve di altri(colleghi e altri)per pianficare e portare a termine i suoi tradimenti e, anche quando sara'scoperto in flagrante dalla moglie, non"mollera'l'osso", a nessun costro, continuando a mettere in atto il suo sitle di vita, che in realta'e'un vero e proprio modus vivendi et operandi.
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"IL seduttore"(Franco Rossi, autore anche di soggetto e scneeggiatura con Diego Fabbri, Leo Benvenuti, Ugo Guerra, Raul Radice, Guido Leoni, Giorgio Prosperi,Rodolfo Sonega, dove l'ultimo dei nominati sara'poi autore fisso con Sordi, anche dei film diretti da"Albertone", 1954)ci consegna un Sordi giovane gia'pienamente attivo come formiabile maschera degli anni del dopoguerra e di quello che, di la'a pochi anni, sarebbe stato il"boom"("miracolo economico italiano", espresisone fallace e descrittiva di una situazione molto passeggera e peraltro volta al profitto di pochi e mai al benessere di tutti/e). L'impiegato Alberto, sposato con la gestrice di una trattoria, organizza tradimenti, ha liaisons extraconiuglai continue e si serve di altri(colleghi e altri)per pianficare e portare a termine i suoi tradimenti e, anche quando sara'scoperto in flagrante dalla moglie, non"mollera'l'osso", a nessun costro, continuando a mettere in atto il suo sitle di vita, che in realta'e'un vero e proprio modus vivendi et operandi., Scanzonato al punto da canticchiare anche stonando(quando e'noto che Sordi, invece, che l'attore.regista aveva studiato canto, essnedo figlio di un musicista, che aveva un'ottima voce da basso in eta'adulta)e da essere il classico"trompeur"impegnato nella menzogna alla moglie ma non solo a lei, caoace di rappresentare e impersonare una vera"maschera", quando ormai aveva dietro di se'gia'i due film diretti da Federico Fellini, "Lo sceicco bianco"e"I vitelloni"(1953),. ANche se non e'ancora autore, non figurando come co.sceneggiatore e tanto meno come regista, Sordi e'gia'originalissimo nella costruzione del personaggio, capace di sfumature anche assolutamente inedite. Con lui Lea Padovani, nella parte della moglie, Jacqueline Pierreux, l'amante francese e in un ruolo da comprimario un giovanissimo Riccardo Cucciolla. quando , peraltro, anche Sordi era poco piu'che trentenne. El Gato
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