elgatoloco
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giovedì 12 novembre 2020
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un po''come"ivanhoe"
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Nell'epoca"ritornante"della passione er il Moyen Age, soprattutto britannico, certo affascinante(la straordinaria"Historia regum Britanniae"di Jeffroy of Monmouth. con Ivanhoe ma poi anche Robin Hood, inter cetera,,, i diseredati, gli estreomessi), questo film"The Black Shield of Falworth"di Rufolph Maté(1954)dal romanzo di Howard Pyle"The Man on Iron", sceneggiato da Oscar Brodney, ci propone la storia di un erede dalla casata dei Falworth, ingiustamente accusata del tradidm,ento del Kink Henry IV, cresciuto come un contadino, che gradualmente diverrà, ponendosi al servizio di un nobile, scudiero, poi cavlaiere, venendo reintegrato quale aristocratico , dunque avendo dimostrato l'innocenza del padre e smascherato i veri traditori(una congiura ordita da familiari dello stesso re, ma anche da amici e persino familairi dello stesso nobilotto "accogliente").
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Nell'epoca"ritornante"della passione er il Moyen Age, soprattutto britannico, certo affascinante(la straordinaria"Historia regum Britanniae"di Jeffroy of Monmouth. con Ivanhoe ma poi anche Robin Hood, inter cetera,,, i diseredati, gli estreomessi), questo film"The Black Shield of Falworth"di Rufolph Maté(1954)dal romanzo di Howard Pyle"The Man on Iron", sceneggiato da Oscar Brodney, ci propone la storia di un erede dalla casata dei Falworth, ingiustamente accusata del tradidm,ento del Kink Henry IV, cresciuto come un contadino, che gradualmente diverrà, ponendosi al servizio di un nobile, scudiero, poi cavlaiere, venendo reintegrato quale aristocratico , dunque avendo dimostrato l'innocenza del padre e smascherato i veri traditori(una congiura ordita da familiari dello stesso re, ma anche da amici e persino familairi dello stesso nobilotto "accogliente"). Colori da primo Technicolor, freschezza ottimistica dell'epoca(che pure aveva visto la guerra di Corea, vedeva la"cold war"e dunque il contrasto strisciantee tra "Occidente" e"Oriente", più che altro nel rileggere un'epoca(Medioevo, Moyen Age, media aetas)nella quale la guerra continua, i duelli, i tradimenti erano cosa di ogni giorno, ma nella quale si ritrovava una fermezza, un codice d'onore(anche se poi regolamremnte tradito, messo in discussione)che nel 1900, anche seconda parte, ossia a metà secolo passata da poco, non era più riscontrabile. Il fascino, insomma, dell'"epoca organica", per dirla con Claude Henry de Saint.Simon.,. C'è anche, oltre alla singolar tenzone finale, molto colorata e movimentata, un divertnettissimo duello a colpi di acqua per lavarsi di prima mattina, il tema della"regola infranta"quando inguista(l'aristocratico che ritrova lo scuso, lo stemma, le proprie origini "fatte dimenticare a forza"e quanto ne consegue, con ovvio spregio dell'ingiustizia e più che giustificata ribellione-tutti temi molto ben evidenziati dalla regia di Maté e dalla sceneggiatura del film, che comunque si basa su un soggetto/romanzo decisamente solido. QUale"caballero"che ritrova il proprio onore, il protagonista Tony Curtis, decisamente adatto e adeguato alla parte, sa alternare momenti ironici a quelli"seri"(va meglio, comunque, nella parte comica) e Janet Leigh come compagna scelta e poi sposa prediletta fa la sua figura(la coppia composta da maschio dai capelli scuri e donna bionda nel cinema ha sempre funzionato, peraltro)divenendo, qualche anno dopo interprete hitchcockiana, ossia il top del cinema, Barbara Rush, nella parte della sorella del protagonista, esprime le sue qualità, minori dei due protagonisti ma comunque adtta al ruolo di valida comprimaria, Gli Altri, ossia i vilains, si difendono anch'essi, decisamente, in particolare David Farrar, che imperosna il malvagio.fedifrago Gilbertt Blunt, conte di Alban."Magazzino d'antichità", se si vuole, ma ancora in ottima forma, se così vogliamo dire, quasi a dimostrazione e a suggello di una passione per un'epoca mai dimenticata e leggendaria forse anche oltre la realtà storica, peraltro non sempre facilmente riscontrabile, a casua dela carenza di documenti totalmente affidabili.. El Gato
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paolp78
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lunedì 10 gennaio 2022
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basilare ma godibile
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Classico film d’avventura tratto da un romanzo cavalleresco di secondo piano, con una sceneggiatura che nella sua semplicità contempla tutte le caratteristiche e gli elementi tipici di questo genere cinematografico-letterario, quali ad esempio l’amore ostacolato dalle differenze di lignaggio, le nobili ma segrete origini del protagonista, le trame nefaste dei cattivi, che attentano addirittura alla Corona, e dall’altro lato la lealtà ed il coraggio dei buoni.
La regia di Rudolph Maté è molto attenta a curare la godibilità dell’opera che vuole piacere al grande pubblico e ricorre a tutti gli espedienti per riuscirci.
La narrazione procede spedita, senza tempi morti, riuscendo bene ad appassionare lo spettatore, che resta intrigato dalla trama avvincente.
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Classico film d’avventura tratto da un romanzo cavalleresco di secondo piano, con una sceneggiatura che nella sua semplicità contempla tutte le caratteristiche e gli elementi tipici di questo genere cinematografico-letterario, quali ad esempio l’amore ostacolato dalle differenze di lignaggio, le nobili ma segrete origini del protagonista, le trame nefaste dei cattivi, che attentano addirittura alla Corona, e dall’altro lato la lealtà ed il coraggio dei buoni.
La regia di Rudolph Maté è molto attenta a curare la godibilità dell’opera che vuole piacere al grande pubblico e ricorre a tutti gli espedienti per riuscirci.
La narrazione procede spedita, senza tempi morti, riuscendo bene ad appassionare lo spettatore, che resta intrigato dalla trama avvincente. I personaggi sono quelli classici in pellicole di questo genere, nonché molto ben delineati dalla sceneggiatura.
Il protagonista è interpretato da Tony Curtis che offre una performance molto fisica, anche grazie alle controfigure, ma poco convincente sotto il piano espressivo; la protagonista femminile è la bellissima Janet Leigh, che era sposata con Curtis al tempo, e che se la cava decisamente bene puntando sulla sua eccezionale avvenenza e su una certa abitudine ad un tipo di ruolo per lei non nuovo in carriera (si ricorda “Scaramouche” di George Sidney, di appena due anni prima).
Nel resto del cast si ricorda una giovane Barbara Rush, che fa a gara di bellezza con la Leigh; ed un sempre apprezzabile Herbert Marshall, qui in un’insolita versione con un folto pizzetto.
Le non poche scene d’azione presenti nella pellicola sono messe in scena in modo apprezzabile dall’esperto Rudolph Maté; convincono invece molto di meno alcuni combattimenti con le pesanti spade medievali che vengono disinvoltamente maneggiate come se fossero dei fioretti; a parziale discolpa deve dirsi tuttavia che si tratta di un difetto comune a molte pellicole del tempo, superato solo in tempi abbastanza recenti.
Prevedibile e scontato, ma comunque godibile e ben confezionato.
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