The Kingdom - Il regno

Con questo film per la tv Lars von Trier ha realizzato fino ad ora il suo film migliore, in cui non stonano nè la camera a mano nè i colori pastosi. Questi sono solo elementi secondari rispetto alla storia, o meglio alle storie, che si susseguono dentro l'ospedale Il Regno. Abitato in egual misura da simpatici ed antipatici che si affrontano. Per una volta von Trier sembra essere meno ambizioso e con i piedi per terra e questo gli ha fatto bene. Peccato che la maggior parte della critica continui a fargli la guerra.

Un prodotto di origine televisiva che, come a suo tempo Twin Peaks, ha rivoluzionato in parte il linguaggio; l'incubo che convive costantemente con il banale quotidiano di un ospedale certamente piu' vero di tanti visti sul piccolo e grande schermo (ER su tutti). L'onirismo che accompagna nei lunghi corridoi e conduce direttamente nel nostro inconscio; forse il regno rappresenta proprio questo, un non-luogo, dove si annidano le nostre remote angosce rese fagocitabili da uno stile registico semi-amatoriale che rende tutta l'operazione ancora più intrigante. Chi incanta senza eccessivi effetti barocchi, chi crea angoscia allo stato puro con un sarcoma epatico forse è un genio, forse.

Grande horror ricco di idee e di sprezzante ironia. La storia dell'immenso ospedale, il Regno, che si erge sopra gli antichi sbiancatoi, che fu ed e' teatro di errori e misfatti trasformati dall'arroganza dei medici in inevitabili incidenti, e che e' percorso da spiriti inquieti e da risibili investigatrici dell'occulto e' giocata con un'autoironia che aumenta il piacere del gioco da seguire, della magia che un beffardo e irridente maestro di trucchi (lo stesso regista, che appare nel finale per farsi beffe dello spettatore e di se stesso) ha costruito con estremo gusto della provocazione. Il finale eccessivo e disgustoso, con Udo Kier-il Male che nasce alla vita, lascia soddisfatti tutti coloro che vedono nel cinema un gioco complice fra narratore e spettatori, e non solo un noioso pulpito da prediche. [+]

Grande horror ricco di idee e di sprezzante ironia. La storia dell'immenso ospedale, il Regno, che si erge sopra gli antichi sbiancatoi, che fu ed e' teatro di errori e misfatti trasformati dall'arroganza dei medici in inevitabili incidenti, e che e' percorso da spiriti inquieti e da risibili investigatrici dell'occulto e' giocata con un'autoironia che aumenta il piacere del gioco da seguire, della magia che un beffardo e irridente maestro di trucchi (lo stesso regista, che appare nel finale per farsi beffe dello spettatore e di se stesso) ha costruito con estremo gusto della provocazione. Il finale eccessivo e disgustoso, con Udo Kier-il Male che nasce alla vita, lascia soddisfatti tutti coloro che vedono nel cinema un gioco complice fra narratore e spettatori, e non solo un noioso pulpito da prediche. E la macchina a mano e la spenta e funebre monocromia del film sono elementi in piu' che fanno apprezzare questa macchina filmica intrisa di cinema (dove anche un'ecografia, e non ne ricordo altri esempi, è vista come un'immagine orrorifica). [-]

Ci aveva intrigati con la trilogia del contagio (l'elemento del crimine,epidemic,europa) e ci aveva meravigliato la sua trasposizione cinematografica di medea (ricordiamo che la sceneggiatura originale era di dreyer) ,ma ora LARS VON TRIER ,sembra aver trovato il suo film "manifesto",ci sono tutti gli ingredienti necessari per definirlo un piccolo capolavoro.La storia (scritta insieme a niels vorsel ) racconta di un 'ospedale ove un tempo vi era delle persone che inumidivano i loro tessuti su quel luogo,ma ora sorge un 'ospedale chiamato il regno ove accadono fatti inspiegabili, e una medium ricoverata scoprira' che vi sono dei spiriti che non hanno trovato pace e continuano a vagare nella disperazione ,nel frattempo vi susseguono storie di vari medici (un medico svedese ossessivo e estremamente egocentrico di nome helmer,oppure un medico che si innamora di una sua collega,ecc. [+]

Ci aveva intrigati con la trilogia del contagio (l'elemento del crimine,epidemic,europa) e ci aveva meravigliato la sua trasposizione cinematografica di medea (ricordiamo che la sceneggiatura originale era di dreyer) ,ma ora LARS VON TRIER ,sembra aver trovato il suo film "manifesto",ci sono tutti gli ingredienti necessari per definirlo un piccolo capolavoro.La storia (scritta insieme a niels vorsel ) racconta di un 'ospedale ove un tempo vi era delle persone che inumidivano i loro tessuti su quel luogo,ma ora sorge un 'ospedale chiamato il regno ove accadono fatti inspiegabili, e una medium ricoverata scoprira' che vi sono dei spiriti che non hanno trovato pace e continuano a vagare nella disperazione ,nel frattempo vi susseguono storie di vari medici (un medico svedese ossessivo e estremamente egocentrico di nome helmer,oppure un medico che si innamora di una sua collega,ecc..),il tutto si svolge all'interno di questo "regno",ma cosa sta per succedere realmente? e soprattutto perche' si stanno riaprendo le porte di questo regno?von trier sa tenere la sospensione sul filo del rasoio,creando atmosfere claustrofobiche( la scena dell'ascensore ove la medium sente il pianto di una bambina),e di grande magistralita'(le riprese si susseguono in un continuo oscillare ,esso sta a significare l'instabilita' della vita interiore del regno),ma lascia lo spettatore con qualche profondo dubbio,e ci si attende nel seguito di poterne avere la soluzione, ma una cosa e' certa von trier ha diretto 4 ore e mezza di film estremamente bene, e soprattutto con fantastico talento visivo.

Pellicola originale di Lars Von Trier, miscuglio di generi e stili. accadono tante cose nell'ospedale, tutte isnpiegabili e all'insegna di un macabro senso dell'occulto, dal trapianto di fegato sano all'esorcismo dello spirito di una bambina morta nell'ospedale. Nei titoli di coda Lars ha ragione, non sono certo un po' di sangue finto e qualche effetto speciale a spaventare, ma nell'oscurità degli occhi chiusa che si allinea il terrore, quello vero. Forse un po' troppo lungo, e la cinepresa 16mm (piuttosto sgranato) a mano non aiuta di certo a far crescere l'interesse. Lars Von Trier è come il sigaro, non è per tutti, riesci a capirne il bello solo se ti piace veramente. [+]

Pellicola originale di Lars Von Trier, miscuglio di generi e stili. accadono tante cose nell'ospedale, tutte isnpiegabili e all'insegna di un macabro senso dell'occulto, dal trapianto di fegato sano all'esorcismo dello spirito di una bambina morta nell'ospedale. Nei titoli di coda Lars ha ragione, non sono certo un po' di sangue finto e qualche effetto speciale a spaventare, ma nell'oscurità degli occhi chiusa che si allinea il terrore, quello vero. Forse un po' troppo lungo, e la cinepresa 16mm (piuttosto sgranato) a mano non aiuta di certo a far crescere l'interesse. Lars Von Trier è come il sigaro, non è per tutti, riesci a capirne il bello solo se ti piace veramente.
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