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sabato 14 luglio 2001
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guardate il film
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Un capolavoro? I benpensanti direbbero che non interessa più di tanto o che è sensa trama o che è interessante solo per la musica. No. Il film è aspro, contorto, arrovellato, allucinato, difficile quanto volete, ma è un capolavoro nel suo genere. Certo a qualcuno l'inconsueta mancanza di dialoghi e di una trama lineare può sembrare assurda. Ma il film dispiega ugualmente, e forse in maniera più icastica, la sua rappresentazione di un disagio esistenziale ineluttabile. Non è la crisi d'astinenza di un drogato. Non è niente di semplicistico... un film meraviglioso...un capolavoro.
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(di ..high hopes..)
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giacomotinazzi
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domenica 19 settembre 2010
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la giusta prospettiva sulle cose
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Al di là dell'immenso genio musicale dei pink floyd, intrepreti di una musica psichedelica e dei testi impeccabili, un film che racchiude grandissimi capolavori della bend, immagini forti e non adatte ad un pubblico troppo giovane, creatrice delle più disparate emozioni umane, è un film da vedere, un film che racchiude lo spirito, l'anima dei pink floyd, guardatelo tutti...
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grianne
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domenica 21 novembre 2010
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no thought control
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Quanto può essere fragile la mente di una persona? Tanto, troppo. È questo il caso del protagonista di Pink Floyd The Wall, lungometraggio di Alan Parker che porta sul grande schermo una storia tratta dall’omonimo disco dei Pink Floyd, miscelando insieme immagini, a volte molto simili al videoclip, canzoni evocative e animazioni, realizzate dal disegnatore Gerald Scarfe.
Rockstar osannata dal pubblico, Pink in realtà è un’anima fragile, con un passato che lo ha segnato nel profondo e che non gli permette di avere un rapporto sano con chi gli sta intorno, con se stesso e con i suoi ricordi. Il padre morto, la madre dispotica, la moglie traditrice; troppa pressione, troppe aspettative. È rinchiuso dentro un muro fatto di persone che gravitano intorno a lui schiacciandolo approfittandosene, senza rendersi conto che hanno a che fare ancora con un bambino.
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Quanto può essere fragile la mente di una persona? Tanto, troppo. È questo il caso del protagonista di Pink Floyd The Wall, lungometraggio di Alan Parker che porta sul grande schermo una storia tratta dall’omonimo disco dei Pink Floyd, miscelando insieme immagini, a volte molto simili al videoclip, canzoni evocative e animazioni, realizzate dal disegnatore Gerald Scarfe.
Rockstar osannata dal pubblico, Pink in realtà è un’anima fragile, con un passato che lo ha segnato nel profondo e che non gli permette di avere un rapporto sano con chi gli sta intorno, con se stesso e con i suoi ricordi. Il padre morto, la madre dispotica, la moglie traditrice; troppa pressione, troppe aspettative. È rinchiuso dentro un muro fatto di persone che gravitano intorno a lui schiacciandolo approfittandosene, senza rendersi conto che hanno a che fare ancora con un bambino. È questa una caratteristica fatta risaltare fin da subito con il dettaglio del suo orologio di Mickey Mouse, poi con la posizione fetale che assume durante il suo sonno disturbato, ma soprattutto con il bisogno morboso di avere qualcuno accanto. Fisicamente non prova dolore, ma è nella sua mente che l’inferno si scatena, costruendo pervertite fantasie e facendo riaffiorare ricordi perduti.
Oltre ai bambini, sono i soldati un’altra figura ricorrente, come paragone ad una folla impazzita sedata dalla polizia, al dolore del protagonista orfano di padre, morto in guerra, partito senza lasciargli nulla, solo un ricordo ossessivo che lo porterà a vederlo cadavere nella trincea. Nella sua fantasia lui stesso diventa il capo di un partito salvatore, composto giovani esaltati con il compito di eliminare il diverso e di riportare lo stesso ordine che manca nella sua testa, come un esercito .
Il film non ricorre ad una sceneggiatura vera e propria: sono le animazioni dai colori saturi, visivamente incisive, che aiutano il film a spiegarsi, insieme ovviamente ai testi delle canzoni, oltre che all’eloquenza della loro musica, montata facendo decisamente attenzione ai sincroni che permettono allo spettatore di immergersi totalmente nelle proiezioni di Pink.
Balza agli occhi l’utilizzo geniale di due citazioni dalla storia del cinema: una, la più evidente, sono i bambini che marciano ritmicamente come gli operai di Metropolis di Fritz Lang, entrambi trasformati in strumenti passivi, esseri identici senz’anima, senza opinione, muovendosi come marionette in una grande fabbrica moderna. L’altra riprende uno dei cortometraggi di Martin Scorsese, The Big Shave (1967) dove un uomo, radendosi, rimuove la pelle stessa; qui Pink decide di radere a fondo guance, petto e sopracciglia, diventando un uomo senza espressione.
Carico di significati, di metafore e di denunce, è un film che di sicuro regala un’emozione; molto efficace l’uso dell’animazione, appassionante la musica: da rivedere.
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waters
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mercoledì 15 aprile 2009
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the wall: fantastico
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Ho visto il film molte volte, non ne o mai visto una così. ho solo 14 anni è sono già un amante dei pink floyd. Sevo già letto la storia di the wall, e la prima volta ke ho visto il film mi è sembrato un po insensato, allra lo rivist, ho caito tutto. Pink è un personaggio che secondo me riflette un po la storia di waters e di barrett, una madre iper-protettiva, un padre assente, sintomi di follia... il muro che alla fine si chiude intorno a pink rappresenta il muro dei problemi ke avvolgono i due componenti del film, ogni mattone rappresenta un problema, ma quando il muro esplode, rappresenta anche un male per pink, perchè lui usava il muro anche come protezione e quando il muro è esploso, anche la sua mente lo ha fatto.
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Ho visto il film molte volte, non ne o mai visto una così. ho solo 14 anni è sono già un amante dei pink floyd. Sevo già letto la storia di the wall, e la prima volta ke ho visto il film mi è sembrato un po insensato, allra lo rivist, ho caito tutto. Pink è un personaggio che secondo me riflette un po la storia di waters e di barrett, una madre iper-protettiva, un padre assente, sintomi di follia... il muro che alla fine si chiude intorno a pink rappresenta il muro dei problemi ke avvolgono i due componenti del film, ogni mattone rappresenta un problema, ma quando il muro esplode, rappresenta anche un male per pink, perchè lui usava il muro anche come protezione e quando il muro è esploso, anche la sua mente lo ha fatto. Mi rimane da dire ke e fantastico.
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frankie92
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sabato 25 giugno 2011
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pura potenza artistica e comunicativa
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Potente, crudo, intenso, schietto, polemico. Si potrebbero spendere centinaia di aggettivi per connotare un film che, forse, sarebbe comunque impossibile esaurire data la sua vastità di linguaggio e di messaggi ce ha da lasciarci. Difficile, interpretativo, visionario. Un film che incarna l'essenza dell'arte e della poesia, perchè non racconta, o lo fa marginalmente, ma esprime un disagio che va nel profondo, con una spinta psicanalitica acutissima.
Complimenti ai Pink Floyd e al regista che ha saputo unire tutto questo con riprese magistrali.
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argenio
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lunedì 30 gennaio 2012
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l'apoteosi dell' opera d' arte in tutti i sensi
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" The Wall" è un film del 1982 ideato del bassista e leder dei Pink Floyd Roger Waters e diretto da Alan Parker. La Pellicola è in parte animata e in parte interpretata da Bob Geldof che impersona il Cantante Pink, un uomo distrutto dal Lsd che raggiunge un livello di pazzia tale da ergere un enorme muro intorno a se. Come se non bastasse nella sua mente risorgono tremendi ricordi come la morte del padre in guerra , la madre iperprotettiva, la moglie infedele e il maltrattamento da parte professori a scuola.Dopo aver distrutto la sua stanza Pink viene trovato dal suo manager in condizioni pietose e trascinato al suo concerto ; qui la sua pazzia dilaga trasformando il concerto in una parata nazista marciando sulla città commettendo atti orribili.
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" The Wall" è un film del 1982 ideato del bassista e leder dei Pink Floyd Roger Waters e diretto da Alan Parker. La Pellicola è in parte animata e in parte interpretata da Bob Geldof che impersona il Cantante Pink, un uomo distrutto dal Lsd che raggiunge un livello di pazzia tale da ergere un enorme muro intorno a se. Come se non bastasse nella sua mente risorgono tremendi ricordi come la morte del padre in guerra , la madre iperprotettiva, la moglie infedele e il maltrattamento da parte professori a scuola.Dopo aver distrutto la sua stanza Pink viene trovato dal suo manager in condizioni pietose e trascinato al suo concerto ; qui la sua pazzia dilaga trasformando il concerto in una parata nazista marciando sulla città commettendo atti orribili. Alla fine stanco di soffrire si sottopone a un processo mentale dove i suoi demoni e le sue paure lo giudicano e lo assolvono dai suoi peccati e al' urlo del giudice "Knock Down The Wall" la mente di Pink si libera e vede con occhi addolorati i mali da lui causati dal' altra parte del muro. La parte animata e quella recitata si amalgamano in un film che descrive i mali della società , la follia umana e il perché delle rivolte studentesche. Lo stile di Parker è freddo, dinamico e lucido caratterizzato da una fotografia cupa come la mete malata del protagonista. Ma la chiave del progetto è la musica dei Pink Floyd da cui il film prende il nome Thw Wall imponete album della band che fa da colonna sonora a una pellicola praticamente muta
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