chiarialessandro
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mercoledì 7 marzo 2012
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muto: solo passato o anche presente?
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Il cinema muto ha un limite indissolubilmente collegato alla sua stessa essenza: la semplicità delle trame che si svolgono sotto il nostro naso. Se così non fosse, il grandissimo rischio sarebbe quello di una quasi inevitabile incomprensione o quello di affogare le immagini sotto un ciclone di didascalie. Ciò premesso, era da molto tempo che avevo nel mirino i film di Keaton ma, per un motivo o per l’altro, non ero mai riuscito nell’impresa: questa è stata la prima volta. Non voglio dire che non la scorderò mai ma, almeno, che la ricorderò per molto tempo: sala piena come il famoso uovo (qualcuno addirittura forse in piedi) nonostante i 12 euro di ingresso, commento musicale eseguito magistralmente dal vivo ad opera di una costola della Perugia jazz orchestra (vanto ed onore della musica perugina); e, per finire, un film fresco, comico, esilarante, gradevole, semplice, profumato, spontaneo, delicato, giovane (nonostante l’età), divertente, capace di offrire dei contenuti profondi anche senza doverli andare a cercare con gli occhi chiusi dentro acque torbide e melmose.
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Il cinema muto ha un limite indissolubilmente collegato alla sua stessa essenza: la semplicità delle trame che si svolgono sotto il nostro naso. Se così non fosse, il grandissimo rischio sarebbe quello di una quasi inevitabile incomprensione o quello di affogare le immagini sotto un ciclone di didascalie. Ciò premesso, era da molto tempo che avevo nel mirino i film di Keaton ma, per un motivo o per l’altro, non ero mai riuscito nell’impresa: questa è stata la prima volta. Non voglio dire che non la scorderò mai ma, almeno, che la ricorderò per molto tempo: sala piena come il famoso uovo (qualcuno addirittura forse in piedi) nonostante i 12 euro di ingresso, commento musicale eseguito magistralmente dal vivo ad opera di una costola della Perugia jazz orchestra (vanto ed onore della musica perugina); e, per finire, un film fresco, comico, esilarante, gradevole, semplice, profumato, spontaneo, delicato, giovane (nonostante l’età), divertente, capace di offrire dei contenuti profondi anche senza doverli andare a cercare con gli occhi chiusi dentro acque torbide e melmose. Il tutto abbondantemente e sapientemente condito da una mimica esemplare che riesce tuttora a regalare risate a profusione nonostante manchino del tutto culi, tette (più o meno rifatte), allusioni, doppi e tripli sensi (più o meno vietati). Sarebbe forse interessante vedere come si cimenterebbero molti registi moderni con un film muto e cosa riuscirebbero a tirarne fuori; è ovvio infatti che un film , per avere successo, deve comunque riuscire a comunicare un qualcosa ma è anche altrettanto ovvio che ciò, senza l’ausilio della parola parlata, sia estremamente più difficile.
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great steven
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lunedì 31 dicembre 2012
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"steamboat bill jr.": formidabile e avvincente!
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IO… E IL CICLONE (USA, 1928)
Diretto da CHARLES REISNER. Interpretato da BUSTER KEATON – ERNEST TORRENCE – TOM McGUIRE – TOM LEWIS – MARION BYRON
Terzultima pellicola muta di Keaton (1895-1966), e una delle poche di cui non curò né la regia né il montaggio. Pochi anni dopo l'infelice passaggio alla Metro-Goldwyn-Mayer e la definitiva affermazione del cinema sonora avrebbero segnato poco a poco la caduta irrimediabile della sua carriera. Ma qui il fantastico attore di Piqua offre una prestazione perfettamente all'altezza delle sue doti recitative e del suo inimitabile virtuosismo acrobatico, nel ruolo del beneducato e sottile cittadino William Canfield jr.
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IO… E IL CICLONE (USA, 1928)
Diretto da CHARLES REISNER. Interpretato da BUSTER KEATON – ERNEST TORRENCE – TOM McGUIRE – TOM LEWIS – MARION BYRON
Terzultima pellicola muta di Keaton (1895-1966), e una delle poche di cui non curò né la regia né il montaggio. Pochi anni dopo l'infelice passaggio alla Metro-Goldwyn-Mayer e la definitiva affermazione del cinema sonora avrebbero segnato poco a poco la caduta irrimediabile della sua carriera. Ma qui il fantastico attore di Piqua offre una prestazione perfettamente all'altezza delle sue doti recitative e del suo inimitabile virtuosismo acrobatico, nel ruolo del beneducato e sottile cittadino William Canfield jr., figlio del burbero proprietario di un battello a vapore, che ha alle sue dipendenze un solo marinaio ed è in lotta con l'uomo più ricco del paese che vorrebbe soppiantare il suo "catorcio" con un vaporetto decisamente più moderno e tecnologico. Per giunta William s'innamora di Kitty, la graziosa figlia del magnate, che lo prende subito in antipatia come ha fatto col padre e fa in modo che quest'ultimo finisca in prigione. William – che ormai ha appreso tutti i segreti della navigazione fluviale – riesce a liberare il padre, mentre il paese è sconvolto da un violento nubifragio a cui segue un tremendo ciclone che distrugge tutte le case e sradica gli alberi; il ragazzo si fa valere portando in salvo il genitore, la fidanzata e il padre di lei, e ottiene finalmente di essere ammirato da tutti.
Attenendosi alla consueta regola di non sorridere mai mentre recita, Buster è eccellente nell'interpretazione dell'individuo disorientato e confuso che prima vive come un pesce fuor d’acqua in un contesto che poi gli diventa familiare e soprattutto dominabile perché lui ha l’occasione di sfoderare le sue abilità nascoste nelle situazioni pericolose e di emergenza. Conferma la sua bravura di attore atletico, lucido, creativo e capace di armonizzare la recitazione dei colleghi in scena (ottimo equilibrio nei rapporti fra i personaggi, specialmente quelli controversi come Canfield sr./King e Canfield jr./Canfield sr.). Merita la sua fama la sequenza del ciclone. Le riprese hanno avuto luogo nel maggio 1928 sul fiume Sacramento, in California. Non rimane in secondo piano il discorso della perenne necessità delle tradizioni e delle antiche conoscenze tecniche (il vecchio battello Stonewall Jackson) contro la modernità che tenta prepotentemente di soppiantare ogni cosa (la nuova nave di King), come anche la storia d'amore avventurosa e intricata ma mai ordinaria, le rivalità maschili e l'ottimistica possibilità di riabilitazione incarnata proprio dal personaggio di Keaton. Film muto e in bianco e nero.
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dandy
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lunedì 10 agosto 2015
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il ciclone viene travolto da keaton.
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Come sempre impassibile e imperterrito di fronte non solo a un ciclone,ma a una realtà stralunata dove i salvagenti non galleggiano,Keaton affronta a testa alta ed esce vincitore anche da quest'avventura.L'intreccio non è particolarmente brillante(la regia è curata solo da Reisner),ma le gag sono sempre divertentissime(il tentativo di dare al padre in prigione la pagnotta con dentro gli arnesi per evadere)e a quasi novant'anni di distanza le sequenze del ciclone impressionano ancora,girate come sempre senza l'ausilio di modellini o stuntmen(per due volte Keaton si salva dalla facciata di un'abitazione che gli crolla addosso perchè esattamente in corrispondenza della finestra o della porta.
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Come sempre impassibile e imperterrito di fronte non solo a un ciclone,ma a una realtà stralunata dove i salvagenti non galleggiano,Keaton affronta a testa alta ed esce vincitore anche da quest'avventura.L'intreccio non è particolarmente brillante(la regia è curata solo da Reisner),ma le gag sono sempre divertentissime(il tentativo di dare al padre in prigione la pagnotta con dentro gli arnesi per evadere)e a quasi novant'anni di distanza le sequenze del ciclone impressionano ancora,girate come sempre senza l'ausilio di modellini o stuntmen(per due volte Keaton si salva dalla facciata di un'abitazione che gli crolla addosso perchè esattamente in corrispondenza della finestra o della porta.Uno dei suoi film più divertenti,e che ben sintetizza i temi del cinema keatoniano.Il barbiere è interpretato dal vero padre di Buster,Joe.
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