Trauma

Dario Argento torna al giallo, al triller, Dario Argento non sa nemmeno cosa sia un triller, nei suoi film non torna mai niente, se fino tenebre l'ispirazione ancora lo sosteneva, questo pastrocchio , sembra un Brian De Palma svogliato e girato con la mano sinistra, è l'inizio della fine.
Arriva anche la figlia , la quale ha il suo bel peso nella  caduta del padre. Attrice pessima (migliora qualcosina quando recita in inglese all'estero, in italiano è aberrante) condizionerà negativamente tutta l'opera futura del padre, degna figlia di indegna madre, la Nicolodi mediocre attrice riesce quasi a rovinare anche profondo rosso.
Ma al cuor non si comanda ed ecco il risultato

Tra autocitazioni (Profondo Rosso e la medium,L'uccello dalle piume di cristallo e le false apparenze) e citazioni (Hitchcock) il buon Dario sforna una storia intrigante che ha belle messe in scena degli omicidi,ottima musica ed un finale con spiega all'altezza delle aspettative. La presenza di un acerba Asia A. é bilanciata da un cast sostanzialmente valido e la chicca di un'affascinante vecchia gloria,Piper Laurie. Nicholas!

Il ritorno di Argento al thriller puro e semplice è un film che per certi versi non gli si attribuirebbe.Non è da lui limitare(fino a un certo punto)gli eccessi truculenti,evitare musiche snervanti e esebizioni oramai manieriste di tecnica.Una piacevole sorpresa,limitata solamente da una soluzione cervellotica che rimanda a "L'Uccello dalle piume di cristallo" e dai soliti dialoghi argentiani penosi.E pure la caratterizzazione dei personaggi di contorno negativi(il poliziotto fantasmagorico,i dottori cattivi,l'odiosa amante di David)è caricaturale.Insolita l'idea di fare di un bambino curioso il personaggio determinante per la conclusione.La 18enne Argento(al suo primo film col padre) avrà pure imparato l'inglese con accento rumeno,ma nella versione italiana si doppia in modo atroce. [+]

Il ritorno di Argento al thriller puro e semplice è un film che per certi versi non gli si attribuirebbe.Non è da lui limitare(fino a un certo punto)gli eccessi truculenti,evitare musiche snervanti e esebizioni oramai manieriste di tecnica.Una piacevole sorpresa,limitata solamente da una soluzione cervellotica che rimanda a "L'Uccello dalle piume di cristallo" e dai soliti dialoghi argentiani penosi.E pure la caratterizzazione dei personaggi di contorno negativi(il poliziotto fantasmagorico,i dottori cattivi,l'odiosa amante di David)è caricaturale.Insolita l'idea di fare di un bambino curioso il personaggio determinante per la conclusione.La 18enne Argento(al suo primo film col padre) avrà pure imparato l'inglese con accento rumeno,ma nella versione italiana si doppia in modo atroce....Discreti effetti speciali del braccio destro di Geroge Romero Tom Savini,gustosa autocitazione da "Profondo rosso"(la decapitazione di Dourif con l'ascensore).Poca logica naturalmente,ma merita comunque più di due stelle se si considera che da qui in poi Argento non girerà più un solo film degno di essere visto.Sembra che il personaggio di Aura sia ispirato alla sorellastra di Asia,Anna,affetta da anoressia e tragicamente scomparsa l'anno seguente in un incidente col motorino.E' la ragazza che appare nell'immagine finale,ballando a ritmo di reggae.
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il penultimo capolavoro di un maestro

Un belissimo film slasher allo stile americano di Argento, gli attori sono straordinari. Il film riesce a essere inquietante con le musiche di Pino Donaggio e i make-up fatti da Tom Savini. Lo stile essendo abbastanza diverso dai film precedenti di Dario Trauma è un film che è allo stesso livello di Profondo Rosso come valutazione. Trauma è da vedere assolutamente, la tensione non smette di fare paura e varie colpi di scena.

Trauma ha ottimi elementi per rendere godibile la visione. Prima su tutte c'è il tocco all'Argento che offre grandi scene visionarie e suggestive (specie nel finale). Purtroppo la regia e il sonoro nel complesso peccano di qualità. In questo film c'è l'èsordio della figlia Asia, che offre una buona interpretazione.

"Trauma" lo giudico nel complesso un film gradevole. Voglio dire avrà pure i suoi difetti (probabilmente una certa affinità col capolavoro argentiano del '75 sia per le tematiche quasi analoghe ma soprattutto per una certa somiglianza dell'assassina nelle scene finali), ma comunque la pellicola mi ha fatto trascorrere quasi due ore con la coscienza di aver visto quel che mi aspettavo. Da citare la buona recitazione della figlia del regista nel ruolo di una ragazza problematica e le sequenze assassine dell'omicidia e della sua terribile motosega.

Il film mi è piaciuto molto, la trama regge e gli attori pure. Il problema è che Dario Argento ha perso la cura a l'attenzione per le scenografie, i colori, le ambientazioni e i dettagli in generale. Comunque belle le scene dell'ascensore e del colpo di scena finale.

Senz’altro più che apprezzabile questo tentativo di Argento di nobilitare la sua poetica del macabro, imponendosi uno rigore stilistico assolutamente inconsueto per un suo film. L’opera, nel complesso, ci guadagna, dacché il fascino morboso delle esplosioni di violenza è più contenuto che in passato e il regista, anziché abbandonarsi all’estro visionario dei suoi orrori, ha la possibilità di fermarsi a riflettere su ogni inquadratura, scegliendo la luce, l’angolo di ripresa, la composizione scenica, studiando pose e atteggiamenti… Un lavoro di graduale contenimento, dunque, sembra abbracciare il film, che, comunque, può vantare due piccole chicche studiate appositamente per l’occasione, che portano la firma del grande maestro: la soggettiva di una farfalla e la decapitazione con l’ascensore (ma come non inserirvi anche i titoli di testa?). [+]

Senz’altro più che apprezzabile questo tentativo di Argento di nobilitare la sua poetica del macabro, imponendosi uno rigore stilistico assolutamente inconsueto per un suo film. L’opera, nel complesso, ci guadagna, dacché il fascino morboso delle esplosioni di violenza è più contenuto che in passato e il regista, anziché abbandonarsi all’estro visionario dei suoi orrori, ha la possibilità di fermarsi a riflettere su ogni inquadratura, scegliendo la luce, l’angolo di ripresa, la composizione scenica, studiando pose e atteggiamenti… Un lavoro di graduale contenimento, dunque, sembra abbracciare il film, che, comunque, può vantare due piccole chicche studiate appositamente per l’occasione, che portano la firma del grande maestro: la soggettiva di una farfalla e la decapitazione con l’ascensore (ma come non inserirvi anche i titoli di testa?). Peccato, però, che tutti questi sforzi siano stati totalmente rovinati da una sceneggiatura che brancola nel vuoto ogni due battute, con dialoghi al limite della decenza e una recitazione capace di raggiungere vette di inespressività fortemente tendenti al ridicolo (anche se nella parte centrale la figlia Asia sembra essersi improvvisamente ricordata di essere sul set di un film e del suo ruolo di attrice e ciò non può che giovare, almeno un pochino, al progetto nel suo complesso). Altro problema: il film abbonda di citazioni cinefile, il che non è strettamente negativo, ma il citazionismo deve sempre e comunque mantenere un significato, altrimenti, se sussiste di per sé, rischia di diventare pura bulimia cinematografica, solo cinema che si nutre di cinema; senza contare che (a parte la scena di Asia sotto la doccia con due rimandi a “Psyco” di Hitchcock) Argento cita quasi esclusivamente se stesso e l’intera storia appare, sotto molti aspetti, riciclata da una commistione de L’uccello dalle piume di cristallo, Profondo rosso, Tenebre,… il che non è male, ma produce un senso di deja-vu, che alla lunga può stancare. Ma, d’altro canto, proponendosi come una summa del cinema di Argento (senza riuscire ad esserlo appieno), la pellicola è senz’altro godibile e ottima per una rilassante serata di paura con gli amici. Ben tornato Dario! [-]

Che dire? Un altro perfetto esempio di giallo o thriller all'italiana, che segue tutte le regole stilistiche del genere creato da Argento stesso con il suo primo film. Qui poi il trauma che scatena gli omicidi è particolarmente violento, il particolare che sfugge è sempre di estremo interesse ed in più c'è la romantica amicizia tra Aura ed il protagonista, che dà un tocco di dolcezza particolare alla storia, una sorta di simbiosi tra amore e morte, come simboleggia il quadro di Ofelia che si lascia annegare tra i flutti presente in una vetrina. Sì, direi che questo film ci regala anche delle atmosfere molto dolci ed intensamente drammatiche. Cosa si può volere di più?