achab50
|
venerdì 12 marzo 2021
|
paradosso temporale o svista dello sceneggiatore?
|
|
|
|
la vicenda si svolge in tre episodi concatenati che la rendono circolare; banalmente si potrebbe dire che è possibile iniziare la visione da qualsiasi punto e la percezione dello spettatore non viene minimamente variata.
La location iniziale è uno sperduto angolo della Macedonia, devastata da una delle tante guerre dimenticate, e si apre con straordinarie immagini di vita monastica in un convento modesto ma con affascinantissimi affreschi. Il giovane monaco Kiril ha fatto voto del silenzio e dunque non parla, ma si trova in camera, di sera, una giovanissima ragazza di cui nemmeno comprende il linguaggio. Si scopre poi che è ricercata per un presunto (falso) omicidio, il monaco viene dimesso dal convento e tenta, non riuscendoci, di mettere in salvo la giovane.
[+]
la vicenda si svolge in tre episodi concatenati che la rendono circolare; banalmente si potrebbe dire che è possibile iniziare la visione da qualsiasi punto e la percezione dello spettatore non viene minimamente variata.
La location iniziale è uno sperduto angolo della Macedonia, devastata da una delle tante guerre dimenticate, e si apre con straordinarie immagini di vita monastica in un convento modesto ma con affascinantissimi affreschi. Il giovane monaco Kiril ha fatto voto del silenzio e dunque non parla, ma si trova in camera, di sera, una giovanissima ragazza di cui nemmeno comprende il linguaggio. Si scopre poi che è ricercata per un presunto (falso) omicidio, il monaco viene dimesso dal convento e tenta, non riuscendoci, di mettere in salvo la giovane. Nel secondo episodio (il più breve) siamo a Londra dove una ragazza esamina delle foto di guerra con l'escuzione della giovane del primo episodio, e viene coinvolta in una sparatoria in cui perde il marito. il terzo episodio mostra un fotografo vincitore del Pulitzer che, sentendosi in colpa per i numerosi episodi di guerra cui ha dovuto assistere torna in Macedonia trovandola lacerata in una guerra continua con gli albanesi, qualche anno prima pacificamente conviventi, e qui muore nel tentativo di salvare la ragazza del primo episodio, la quale si rifugia nel convento...
La vicenda, se scritta, risulta confusa, ma non così il film che è condotto con mano sicura, con una fotografia splendida, paesaggi mozzafiato, personaggi tutti ben delineati e tridimensionali. Siamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro. I racconti circolari sono molto difficili da rendere e forieri di qualche scivolone. Che non manca nemmeno qui ed i critici nella torre d'avorio hanno definito "paradosso temporale". Infatti l'agenzia fotografica esamina le foto del reporter scattate in Macedonia dopo la sua morte e addirittura prima del suo ritorno in questa terra martoriata. Fosse stato un film che trattava della curvatura spazio-temporale poteva avere qualche giustificazione, ma in tutta la narrazione così strutturata stride semplicemente, come un imperatore romano con tanto di orologio al polso.
Questo premesso, ed è ovviamente una mia lettura solamente, il film è straordinario da ogni punto di vista. La sua età di 25 anni nulla ha cambiato sulla denuncia delle guerre dimenticate, davvero un buon modo di passare una serata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a achab50 »
[ - ] lascia un commento a achab50 »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
giovedì 30 maggio 2013
|
viaggio in un luogo che non esiste più
|
|
|
|
Parole, volti, fotografie. Un giovane monaco ortodosso, nella Macedonia ai bordi della guerra nei balcani, si trova a dover nascondere una ragazza albanese, rea di aver ucciso un pastore dell'etnia cristiana: mente ai suoi per salvarle la vita, invano. Un fotoreporter torna, dopo 16 anni, nello stesso villaggio del monaco, andando incontro ai suoi ricordi e alla nuova, inconcepibile divisione etnico-religiosa di quella che fu la jugoslavia dove era nato: a Londra ha lasciato una brillante carriera- è fresco vincitore di un Pulitzer- e un amore.
Cruda riflessione sul sangue che chiama sangue nei balcani post-Tito, splendida regia e un intrigante montaggio, Leone d'oro a Venezia e nomination all'oscar per il miglior film straniero; interessante affresco dell'ipocrisia insita nelle faide e triste sguardo su una pioggia che non è ancora finita.
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
barabu
|
venerdì 24 febbraio 2012
|
rade serbedzija
|
|
|
|
A distanza di anni e dopo aver visto " Io sono LI ", Rade mi ha riportato a questo bellissimo film che
stranamente non è mai rientrato nei normali circuiti televisivi.
Sarà possibile rivederlo ???
[+] attualmente
(di molenga)
[ - ] attualmente
|
|
[+] lascia un commento a barabu »
[ - ] lascia un commento a barabu »
|
|
d'accordo? |
|
leonardo
|
venerdì 27 febbraio 2009
|
capolavoro
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a leonardo »
[ - ] lascia un commento a leonardo »
|
|
d'accordo? |
|
mauro bandy
|
sabato 18 ottobre 2008
|
ottimo
|
|
|
|
film d autore di alta qualita
|
|
[+] lascia un commento a mauro bandy »
[ - ] lascia un commento a mauro bandy »
|
|
d'accordo? |
|
mitzi
|
venerdì 10 ottobre 2008
|
a scuola di cinema
|
|
|
|
La vita è circolare ma nel cerchio c'è un'apertura e tutto può cambiare. I tre episodi non sono perfettamente sequenziali e coerenti, in ognuno ci sono dei particolari che hanno senso solo se... se nell'episodio precedente qualcosa non fosse andato come lo vediamo, ad esempio.
Ogni volta che guardo questo film lo trovo più bello, più profondo, più emozionante.
Una delle scene migliori, con la musica che accompagna perfettamente l'immagine, è il funerale nel primo episodio.
Ci sono paesi in cui le abitudini secolari sono più forti della ragione e del sentimento, come un fato a cui non ci si può sottrarre. Chi vuole uscirne deve pagare, o comunque non appartiene più a quel mondo e non può più capirlo.
[+]
La vita è circolare ma nel cerchio c'è un'apertura e tutto può cambiare. I tre episodi non sono perfettamente sequenziali e coerenti, in ognuno ci sono dei particolari che hanno senso solo se... se nell'episodio precedente qualcosa non fosse andato come lo vediamo, ad esempio.
Ogni volta che guardo questo film lo trovo più bello, più profondo, più emozionante.
Una delle scene migliori, con la musica che accompagna perfettamente l'immagine, è il funerale nel primo episodio.
Ci sono paesi in cui le abitudini secolari sono più forti della ragione e del sentimento, come un fato a cui non ci si può sottrarre. Chi vuole uscirne deve pagare, o comunque non appartiene più a quel mondo e non può più capirlo. La violenza è sempre lì, pronta a fare sprofondare la quotidianità nell'assurdo e inutile sacrificio.
Però tutto ricomincia e prosegue all'inifinito in questo cerchio in cui ogni punto insegue l'altro.
A me è piaciuto molto anche Dust, sebbene ne abbiano parlato di meno e meno bene.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mitzi »
[ - ] lascia un commento a mitzi »
|
|
d'accordo? |
|
vince
|
giovedì 25 settembre 2008
|
quelle foto...
|
|
|
|
Bel film
stupenda fotografia;
solo un dubbio:
chi ha scattato le fotografie ritraenti la bambina albanese morta?
Dotrebbe essere stato Rade, ma questi è già morto.
Forse la sua donna londinese che all'inizio del film intravedamo al funerale di Rade;
ma se così fosse perchè le foto le notiamo nella seconda parte, quando tutto ancora deve accadere?
|
|
[+] lascia un commento a vince »
[ - ] lascia un commento a vince »
|
|
d'accordo? |
|
mostofall
|
martedì 9 settembre 2008
|
una triste giostra, di emozione e pathos
|
|
|
|
La circolarità, della vita, della storia, è senza dubbio il filo col quale Manchevski tesse questo film, stilisticamente perfetto, che tiene lo spettatore per mano attraverso tre storie, reciprocamente collegate tra loro. Collegate sia a livello cronologico, ma la reale impossibilità degli eventi è proprio un punto sul quale gioca il regista, sia mediante rimandi più o meno nascosti. Il protagonista, un fotografo macedone di nome Rade, racconta la prima storia ("silenzio") attraverso le proprie fotografie, è protagonista della seconda ("faccia"), e sarà parte più narrata che narrante della terza storia ("ritratto"), in cui morirà. Parte integrante della narrazione sono l'amore, motore di tutte e tre le storie sebbene in forme assai diverse tra loro, e la morte, con la quale tutte finiscono.
[+]
La circolarità, della vita, della storia, è senza dubbio il filo col quale Manchevski tesse questo film, stilisticamente perfetto, che tiene lo spettatore per mano attraverso tre storie, reciprocamente collegate tra loro. Collegate sia a livello cronologico, ma la reale impossibilità degli eventi è proprio un punto sul quale gioca il regista, sia mediante rimandi più o meno nascosti. Il protagonista, un fotografo macedone di nome Rade, racconta la prima storia ("silenzio") attraverso le proprie fotografie, è protagonista della seconda ("faccia"), e sarà parte più narrata che narrante della terza storia ("ritratto"), in cui morirà. Parte integrante della narrazione sono l'amore, motore di tutte e tre le storie sebbene in forme assai diverse tra loro, e la morte, con la quale tutte finiscono. E la pioggia, aspettata da tutto il film, perfino dal titolo, arriva solo nel finale, quasi a "battezzare" Rade (avvenimento da lui annunciato a metà film scherzosamente); un battezzamento alla guerra, sul punto di morte.
Sopra le righe la fotografia, ancor più della regia, che non lascerà delusi (protagonista anche della sceneggiatura del film); da segnalare inoltre la frase pronunciata dal protagonista riguardo gli accendini, una volta ritornato a casa:"come nei film americani" (niente di più lontano dalla realtà per quanto riguarda il film stesso).
Ma finendo di guardare il film, non si può non covare il dubbio che tutto ricominci, ancora, un'altra volta..
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mostofall »
[ - ] lascia un commento a mostofall »
|
|
d'accordo? |
|
alain.m.
|
giovedì 3 luglio 2008
|
"il cerchio non è rotondo"
|
|
|
|
Di forte spessore emotivo, il film è costituito da tre capitoli titolati,disposti secondo una sequenzia temporale di tipo circolare, tema questo che apre e chiude il lungometraggio.La circolarità dell'opera non riguarda solo un fattore cronologico bensì anche lo "spazio di vita" del protagonista, un macedone che dopo aver fatto carriera come fotoreporter a Londra, decide di ritornare al paese di origine, soffocato da un malinconico senso di non appartenenza. Il rientro in Macedonia non è però così fausto come lo erano le sue aspettative. Scopre una realtà amara, un conflitto etnico tra albanesi e macedoni alimentato da un'incosciente superficialità infraraziale. Una realtà in cui l'orgoglio di razza sprofonda i rapporti tra le persone più intime.
[+]
Di forte spessore emotivo, il film è costituito da tre capitoli titolati,disposti secondo una sequenzia temporale di tipo circolare, tema questo che apre e chiude il lungometraggio.La circolarità dell'opera non riguarda solo un fattore cronologico bensì anche lo "spazio di vita" del protagonista, un macedone che dopo aver fatto carriera come fotoreporter a Londra, decide di ritornare al paese di origine, soffocato da un malinconico senso di non appartenenza. Il rientro in Macedonia non è però così fausto come lo erano le sue aspettative. Scopre una realtà amara, un conflitto etnico tra albanesi e macedoni alimentato da un'incosciente superficialità infraraziale. Una realtà in cui l'orgoglio di razza sprofonda i rapporti tra le persone più intime. Il film è un crescendo in esponenziale , sia a livello di velocità nelle scene, sia per l'attenzione che fermenta nel suo avanzare.Ottima rappresentazione di spaccati di vita e profonde indagini introspettive del protagonista. Il tutto nasce e muore nei pressi di un monastero macedone, "prima di della pioggia".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alain.m. »
[ - ] lascia un commento a alain.m. »
|
|
d'accordo? |
|
|