felicity
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venerdì 9 febbraio 2024
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troppa retorica e artificiosità
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Segmenti temporali diversi, sceneggiature diverse, toni diversi. Eppure, sotto sotto, I Migliori Giorni è lo stesso film che, in modo dissimili, esamina le storture e le vulnerabilità umane, portandole su un piano cinematografico che si aggroviglia ad una retorica fin troppo accesa e probabilmente fuori tempo massimo. Perché se qualcosa di buono c'è, quel buono si ferma al palo di una non-credibilità che insegue in modo distratto le riflessioni, i drammi, l'umorismo e ogni altro elemento tipico di un certo cinema popolare che vuole rifarsi a Mario Monicelli e Dino Risi.
Edoardo Leo e Massimiliano Bruno sono due registi dalle corde umorali alterne eppure spesso coerenti che questa volta indugiano sull'apparenza tralasciando la sostanza.
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Segmenti temporali diversi, sceneggiature diverse, toni diversi. Eppure, sotto sotto, I Migliori Giorni è lo stesso film che, in modo dissimili, esamina le storture e le vulnerabilità umane, portandole su un piano cinematografico che si aggroviglia ad una retorica fin troppo accesa e probabilmente fuori tempo massimo. Perché se qualcosa di buono c'è, quel buono si ferma al palo di una non-credibilità che insegue in modo distratto le riflessioni, i drammi, l'umorismo e ogni altro elemento tipico di un certo cinema popolare che vuole rifarsi a Mario Monicelli e Dino Risi.
Edoardo Leo e Massimiliano Bruno sono due registi dalle corde umorali alterne eppure spesso coerenti che questa volta indugiano sull'apparenza tralasciando la sostanza. Tuttavia nonostante le molte ombre, la troppa retorica e la ridondante artificiosità, potrebbe essere un film apprezzabile dal grande pubblico, invogliato dalla presenza nel cast di alcuni degli interpreti più amati.
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jonnylogan
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martedì 3 gennaio 2023
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le migliori feste ?
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Massimiliano Bruno e Edoardo Leo si dividono la paternità di una pellicola scomposta in quattro episodi necessari per mostrarci cosa possa accadere durante le feste, più o meno commerciali, cui siamo annualmente costretti e sottoposti e come i rapporti umani possano modificarsi nel corso degli anni.
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Massimiliano Bruno e Edoardo Leo si dividono la paternità di una pellicola scomposta in quattro episodi necessari per mostrarci cosa possa accadere durante le feste, più o meno commerciali, cui siamo annualmente costretti e sottoposti e come i rapporti umani possano modificarsi nel corso degli anni. A quali ipocrisie, difficile non intravederne in ciascuna delle quattro festività analizzate, siamo costretti e quali invece siamo per convenienza contenti nel mettere in atto. Si va dalla vigilia di Natale usata come modo per favorire una carriera politica in rampa di lancio ma che farà anche riaffiorare vecchi rancori fra fratelli. All’industriale che detesta gli emarginati ma che per convenienza si reca al veglione di capodanno di una mensa per i poveri per aiutare in cucina e a servire ai tavoli, non sapendo che ad attenderlo c’è anche un ex dipendente licenziato e desideroso di vendetta. Dal San Valentino, forse dei quattro episodi il più “forzato” in termini di resa, in cui una coppia sposata da venticinque anni si reca in un ristorante senza sapere che quella potrebbe essere una cena d’addio a causa di doppie vite e altre frequentazioni. Fino alla festa della donna, in cui un’ anchorwoman di un programma pomeridiano deve leggere delle scuse per un servizio sessista mandato in onda il giorno prima. Scuse che non vuole manifestare per colpe che non vuole assumersi.
Cast importante per un film che può piacere se si accetta la scomposizione in tante sotto trame sapendo che questo è solo il primo di due atti che rivedranno parte dei protagonisti a criticare nuove festività con l’uscita del secondo film prevista per il prossimo Aprile. Su tutti molto convincente la prova di Stefano Fresi e Claudia Gerini, capaci di alzare il livello della discussione sul tema della donna nella società odierna, sintetizzandolo in un litigio ben realizzato nel backstage di un immaginario canale tv. Pellicola non adatta per chi apprezza i finali concilianti.
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