bibob
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domenica 18 giugno 2023
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che noia
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sempre la solita storia vista innumerevoli volte della femmina che vuole fare il maschio? sempre la solita storia della protagonista che viene salvata duecentomila volte da qualcosa o qualcuno al momento in cui dovrebbe morire? sempre la solita storia che si capisce dall'inizio del film come riuscirà a sconfiggere il nemico? sempre la solita storia di una ragazzina che ha la forza e la velocità dell'uomo ragno? che dopo aver avuto una gamba trinciata da una tagliola si mette a correre, fare acrobazie e sgomina un esercito di uomini? che mentre lotta per la vita a due passi da un mostro alieno si fa uscire dalla bocca le immancabili frasi a effetto mediante continue ridicole battute da fumetto? l'età della protagonista fa capire a che tipo di pubblico è indirzzato il film.
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sempre la solita storia vista innumerevoli volte della femmina che vuole fare il maschio? sempre la solita storia della protagonista che viene salvata duecentomila volte da qualcosa o qualcuno al momento in cui dovrebbe morire? sempre la solita storia che si capisce dall'inizio del film come riuscirà a sconfiggere il nemico? sempre la solita storia di una ragazzina che ha la forza e la velocità dell'uomo ragno? che dopo aver avuto una gamba trinciata da una tagliola si mette a correre, fare acrobazie e sgomina un esercito di uomini? che mentre lotta per la vita a due passi da un mostro alieno si fa uscire dalla bocca le immancabili frasi a effetto mediante continue ridicole battute da fumetto? l'età della protagonista fa capire a che tipo di pubblico è indirzzato il film. l'unica novità? che predator può essere sconfitto da una quindicenne primitiva munita di accetta! fantastico!
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dandy
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giovedì 16 febbraio 2023
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predathontas.
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Il settimo capitolo della serie(se includiamo i 2 "Alien vs.Predator")è un prequel che sposta l'azione a inizio '700 con i comanche nel mirino nel mostro e i trappers francesi come bianchi cattivi(anch'essi ovviamente destinati a far brutta fine).Un'idea non disprezzabile,ma sfruttata poco in favore di una scontatissima esaltazione femminile in linea coi tempi che a sua volta si inceppa per l'altrettanto scontatissima caratterizzazione della protagonista,caparbia e determinata ma inetta o infallibile a seconda di come fa comodo al film,e tanto per gradire pure in canonico confronto/conflitto col fratello.Insomma serietà poco o niente ma se preso come intrattenimento a spina rigorosamente staccata funziona:la confezione è competente(la CGI degli animali non è malvagia,a dispetto di certe critiche),la durata adeguata e il nuovo look del Predator abbastanza cool da non far rimpiangere l'originale.
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Il settimo capitolo della serie(se includiamo i 2 "Alien vs.Predator")è un prequel che sposta l'azione a inizio '700 con i comanche nel mirino nel mostro e i trappers francesi come bianchi cattivi(anch'essi ovviamente destinati a far brutta fine).Un'idea non disprezzabile,ma sfruttata poco in favore di una scontatissima esaltazione femminile in linea coi tempi che a sua volta si inceppa per l'altrettanto scontatissima caratterizzazione della protagonista,caparbia e determinata ma inetta o infallibile a seconda di come fa comodo al film,e tanto per gradire pure in canonico confronto/conflitto col fratello.Insomma serietà poco o niente ma se preso come intrattenimento a spina rigorosamente staccata funziona:la confezione è competente(la CGI degli animali non è malvagia,a dispetto di certe critiche),la durata adeguata e il nuovo look del Predator abbastanza cool da non far rimpiangere l'originale.Qualche occasionale buon tocco di splatter c'è.Diciamo che siamo a livello di "AvP",onesto cinema disimpegnato da serata con amici.Alla fine dei titoli di coda disegnati l'illustrazione con 3 navi predator sopra il villaggio comanche suggeriscono l'idea di nuovi capitoli in arrivo...La pistola che Adolini cede a Naru è la stessa che appare alla fine di predator 2.In originale oltre alla versione in inglese c'è n'è anche una in Comanche.
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dave san
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martedì 31 gennaio 2023
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ritorna il cacciatore alieno
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Stavo cercando una recensione sul videogame Prey del 2006. Ricco di trovate ludiche e con motore grafico IdSoftware. Mi sono imbattuto invece in una presentazione di Prey, un film riuscito. Predator è stato proposto più volte al cinema, conquistandosi una discreta cerchia di ammiratori. Questa volta, la creatura non terrorizza una metropoli, né una giungla. L’astronave lo sguinzaglierà nelle Grandi Pianure statunitensi, presso una tribù Comanche. Siamo nel XVIII sec. Subito salta all’occhio lo scenario. Foreste, praterie e distese accompagnano le gesta dei protagonisti. L’ambiente naturale si fonde perfettamente con la grafica computerizzata e gli animali sono parte radicata dello scenario.
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Stavo cercando una recensione sul videogame Prey del 2006. Ricco di trovate ludiche e con motore grafico IdSoftware. Mi sono imbattuto invece in una presentazione di Prey, un film riuscito. Predator è stato proposto più volte al cinema, conquistandosi una discreta cerchia di ammiratori. Questa volta, la creatura non terrorizza una metropoli, né una giungla. L’astronave lo sguinzaglierà nelle Grandi Pianure statunitensi, presso una tribù Comanche. Siamo nel XVIII sec. Subito salta all’occhio lo scenario. Foreste, praterie e distese accompagnano le gesta dei protagonisti. L’ambiente naturale si fonde perfettamente con la grafica computerizzata e gli animali sono parte radicata dello scenario. Sia che “recitino” o che vengano ricostruiti con la grafica, il lavoro convince e avvince. Naru possiede qualità forti. Determinata, rivoluzionaria e combattiva. Il ruolo di guaritrice, come da tradizione tribale, non le va a genio. Il fratello al contrario viene educato per la caccia. Questo aspetto non crea dissidi drammatici, ma i due motteggiano spesso tra loro.
Quando l’alieno si accorge della preda umana, inizia a cercarla. A questo punto la storia ci regala un’arguta citazione della prima pellicola. Naru si salva grazie a un imprevisto che la mette in pericolo, ma la salva anche dal predatore.
Da questo momento inizierà una caccia tra uomini e mostro, in cui Naru si distingue per la sua abilità nell’indagarlo. Qualità che le permette di sconfiggerlo in una battaglia rocambolesca.
La lotta finale tra il maggiore Dutch e l’alieno, a mio parere, è più sofferta e inquietante. Vediamo soldati super addestrati, demoralizzati e decimati da un nemico sfuggente e feroce. In questo, il film di McTiernam possiede una carica satirica maggiore. D’altra parte Prey mette in campo un personaggio femminile che promuove indirettamente le pari opportunità. Ribadendo il fatto che le Nostre possano combattere con altrettanta efficacia, utilizzando il talento.
Oltre a questo, la fotografia, la caratterizzazione dei due fratelli, e di Predator, sono ben elaborate. Emerge sempre più una creatura con un codice preciso. Da decifrare assolutamente, se si vuole sfidare un essere in grado di abbattere gli orsi a mani nude. La mission incalzante di Naru.
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dave san
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domenica 29 gennaio 2023
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predator ritorna
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Stavo cercando una recensione sul videogame Prey del 2006. Ricco di trovate ludiche e con motore grafico IdSoftware. Mi sono imbattuto invece in una presentazione di Prey, il film. Predator è stato proposto più volte al cinema, conquistandosi una discreta cerchia di ammiratori. Questa volta, la creatura non terrorizza una metropoli, né una giungla. L’astronave lo sguinzaglia nelle Grandi Pianure statunitensi, presso una tribù Comanche. Siamo nel XVIII sec. Subito salta all’occhio lo scenario. Foreste, praterie e distese suggestive accompagnano le gesta di Naru e del suo gruppo. Paradossalmente, l’ambiente naturalistico si fonde perfettamente con la grafica computerizzata. Gli animali sono parte radicata dello scenario.
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Stavo cercando una recensione sul videogame Prey del 2006. Ricco di trovate ludiche e con motore grafico IdSoftware. Mi sono imbattuto invece in una presentazione di Prey, il film. Predator è stato proposto più volte al cinema, conquistandosi una discreta cerchia di ammiratori. Questa volta, la creatura non terrorizza una metropoli, né una giungla. L’astronave lo sguinzaglia nelle Grandi Pianure statunitensi, presso una tribù Comanche. Siamo nel XVIII sec. Subito salta all’occhio lo scenario. Foreste, praterie e distese suggestive accompagnano le gesta di Naru e del suo gruppo. Paradossalmente, l’ambiente naturalistico si fonde perfettamente con la grafica computerizzata. Gli animali sono parte radicata dello scenario. Sia che “recitino” o che vengano ricostruiti con la grafica, il lavoro convince e avvince. Naru possiede caratteristiche tipiche di molte protagoniste Disneyane. Determinata, rivoluzionaria e combattiva. Il ruolo di guaritrice, come da tradizione tribale, non le va a genio. Il fratello al contrario viene educato per la caccia. Questi aspetti, non creano dissidi drammatici. Piuttosto i due motteggiano spesso tra loro. Quando l’alieno si accorge della preda umana, inizia a cercarla. A questo punto la storia ci regala un’arguta citazione dell’opera prima. Naru si salva grazie a un imprevisto che la mette in pericolo, ma la salva anche dal predatore. Da questo momento inizierà una caccia tra uomini e mostro, in cui Naru si distinguerà per la sua abilità nell’indagarlo. Qualità che le permette di sconfiggerlo in una battaglia rocambolesca. Lo scontro finale tra il maggiore Dutch e l’alieno, sinceramente, l’ho preferito. Una lotta sofferta e inquietante. In campo c’era lo spirito macho di soldati super addestrati, demoralizzati/to da un nemico sfuggente e feroce. In questo, il film di McTiernam possiede una carica satirica maggiore. D’altra parte Prey mette in campo un personaggio femminile che promuove indirettamente le pari opportunità. Ribadendo il fatto che le Nostre possano combattere con altrettanta se non maggiore efficacia, utilizzando il talento. Oltre a questo, la fotografia, la caratterizzazione dei due fratelli, e di Predator, sono più elaborate rispetto al primo. Emerge sempre più una creatura con un codice preciso. Da decifrare assolutamente, se si vuole sfidare un essere in grado di abbattere gli orsi a mani nude. La mission incalzante di Naru.
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[+] ritorna il cacciatore alieno vs predator ritorna
(di dave san)
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kyotrix
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sabato 19 novembre 2022
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guardabile
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Solito film da caccia predator, questa volta nel passato. Si guarda, nulla di speciale. Decisamente carina la protagonista.
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djfilippo
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mercoledì 24 agosto 2022
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filmone!
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felicity
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venerdì 19 agosto 2022
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semplice ed essenziale con più spunti di lettura
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Prey va all’essenziale: è la lotta per la sopravvivenza di una ragazza comanche del ‘700 contro un alieno. La caccia diventa una metafora che offre molti spunti di lettura. Predator non è cambiato, ma il punto di vista è completamente ribaltato: qui si dà grande attenzione all’ambiente, usato in modo strategico e visto come un alleato più che come qualcosa da sfruttare e all’intelligenza della protagonista. L’attrice Amber Midthunder è un talento in ascesa e al posto dei muscoli di Arnold Schwarzenegger può contare sulla sua espressività e sulla capacità di adattamento del personaggio.
In Prey la lotta per la sopravvivenza diventa come una partita a scacchi, una lotta di strategia.
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Prey va all’essenziale: è la lotta per la sopravvivenza di una ragazza comanche del ‘700 contro un alieno. La caccia diventa una metafora che offre molti spunti di lettura. Predator non è cambiato, ma il punto di vista è completamente ribaltato: qui si dà grande attenzione all’ambiente, usato in modo strategico e visto come un alleato più che come qualcosa da sfruttare e all’intelligenza della protagonista. L’attrice Amber Midthunder è un talento in ascesa e al posto dei muscoli di Arnold Schwarzenegger può contare sulla sua espressività e sulla capacità di adattamento del personaggio.
In Prey la lotta per la sopravvivenza diventa come una partita a scacchi, una lotta di strategia. Naru usa tutto quello che ha a disposizione: il terreno, le proprietà delle piante, allestisce trappole. Certo, non è una passeggiata confrontarsi faccia a faccia con un Predator. La ragazza diventa però il simbolo dell'ingegno umano, che, anche nelle situazioni più disperate, sa trovare soluzioni.
La metafora della caccia si trasforma quindi in un grandissimo contenitore, in cui, accanto a scene d'azione e combattimenti corpo a corpo, possiamo infilare ogni sorta di tema, dalla situazione delle donne allo sterminio dei Nativi Americani, passando per il problema della distruzione dell'ambiente, qui visto come un alleato più che come qualcosa da sfruttare. È questa l'intuizione buona di Prey: tornare al primordiale, agli istinti presenti in ognuno di noi. La sopravvivenza e la paura. Essendo semplice ed essenziale, il film è universale, offrendo tanti spunti di lettura.
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storyteller
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domenica 7 agosto 2022
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un prequel dal raro equilibrio compositivo
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L'opera seconda di Dan Trachtenberg è un film sottile e tagliente come il tomahawk di Naru, un'Amber Midthunder che spicca per espressività e doti atletiche nella cornice quasi sacrale delle splendide foreste che fanno da sfondo alla vicenda.
Prequel che funziona perfettamente anche come opus stand-alone, Prey, più che inventare qualcosa di nuovo - laddove la storia di un alieno che dà la caccia agli indiani nel Diciottesimo Secolo risulta abbastanza fresca di suo -, si "limita" a ricordarci cosa significa saper fare dell'ottimo storytelling: niente forzature né furbe edulcorazioni (trappola facile in un film con protagonista una giovane donna che deve trovare il proprio posto in una società maschiocentrica), nessuna digressione o tentativo di trasformare il racconto in qualcosa di diverso rispetto al suo tema centrale, e soprattutto, nessun compromesso.
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L'opera seconda di Dan Trachtenberg è un film sottile e tagliente come il tomahawk di Naru, un'Amber Midthunder che spicca per espressività e doti atletiche nella cornice quasi sacrale delle splendide foreste che fanno da sfondo alla vicenda.
Prequel che funziona perfettamente anche come opus stand-alone, Prey, più che inventare qualcosa di nuovo - laddove la storia di un alieno che dà la caccia agli indiani nel Diciottesimo Secolo risulta abbastanza fresca di suo -, si "limita" a ricordarci cosa significa saper fare dell'ottimo storytelling: niente forzature né furbe edulcorazioni (trappola facile in un film con protagonista una giovane donna che deve trovare il proprio posto in una società maschiocentrica), nessuna digressione o tentativo di trasformare il racconto in qualcosa di diverso rispetto al suo tema centrale, e soprattutto, nessun compromesso.
E se è vero che l'incursione dei cacciatori non convince fino in fondo, la loro presenza è fondamentale per ricontestualizzare la figura del mostro, spietato e implacabile ma del tutto privo della malizia che caratterizza i "selvaggi" francesi; ragion per cui il Predator finisce col diventare, com'è giusto che sia, una presenza che incute sia timore che rispetto.
Convincente, in questo senso, l'evoluzione della protagonista come guerriera, oltre che sul fronte caratteriale. Nel corso della storia, Naru abbraccia completamente il proprio lato intuitivo e la capacità di pensare come l'avversario, ricorrendo alla forza bruta solo in specifiche (e ben ponderate) occasioni.
Un plauso anche al montaggio e alla fotografia, perfetti nel dettare il ritmo della vicenda e generare coinvolgimento emotivo nello spettatore.
Nel suo piccolo, lo definirei il nuovo Mad Max Fury Road: pur trattrandosi di generi diversi, anche Prey riesce a trarre il massimo da una premessa semplice, inserendovi lucidamente elementi fantastici e fantascientifici al servizio di un racconto di crescita, formazione e - per certi versi - persino redenzione.
Una gran bella sorpresa.
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gino sopraffino
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domenica 7 agosto 2022
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protagonista "disneyana" e finale ridicolo.
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La trama in sé ci può anche stare, vediamo un Predator che caccia sulla terra ai tempi dei nativi americani. Peccato che il film sia essenzialmente la classica storia disneyana della ragazzina protagonista che si deve fare valere e di un Predator che massacra tutti (giustamente). Il film scorre abbastanza bene, anche se rallenta in parecchi punti. Ciliegina sulla torta è uno dei finali più imbarazzanti visto ultimamente nella storia del cinema.
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dario
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sabato 6 agosto 2022
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cala cala! (cit.)
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Spiazzato dalle 4 stelle di mymovies (ma de che!) mi imbatto in questo film che, pur rimanendo godibile, ahimè non fa nulla per uscire dalla solita mediosia (in)utilità che affligge il 90% delle produzioni visibili su queste piattaforme.
il motto rimane sempre quello: "Creiamo contenuti giusto per riempire contenitori".
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