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Lamborghini - The Man Behind the Legend è di una bruttezza rarissima. Il biopic sul fondatore della nota casa automobilistica è sciatto, storicamente impreciso e pieno di cliché imbarazzanti, impossibile discernere se voglia essere un omaggio o un insulto.
Un'ora e mezza di nulla con fotografia ispirata alle peggiori fiction RAI, il film si mostra a noi con scenografia, sceneggiatura e realismo rubati a una recita delle medie.
Nei panni di Ferruccio Lamborghini troviamo Frank Grillo che non ha grossissime colpe, essendosi semplicemente ritrovato a eseguire degli ordini. Quelli di una sceneggiatura criminosa, con dialoghi che esondano gli argini dell'imbarazzo.
Uno dei problemi principali del personaggio di Ferruccio Lamborghini è che ciene ritratto come il CEO di una piccola start up anni Duemila dalle grandi speranze: la sua vision, la capacità di contagiare tutti con belle parole a fronte di un senso pratico pari a meno mille. Quest'uomo, questo "sognatore", una volta imbroccati i giusti collaboratori, diventerà la quint'essenza del capo: quello che piomba in ufficio alle 9.10 del mattino con una qualunque pretesa assurda, ridicola, "contro le leggi della fisica". E la vuole vedere realizzata per ieri. Ecco tutta l'entità dell'apporto al successo di Lamborghini che viene affibbiata a Ferruccio: quella di un matto che delira, costringendo chi lavora per lui a fare l'impossibile.
Lamborghini - The Man Behind the Legend non emoziona, non spiega, non sta in piedi. E nemmeno su quattro ruote. Un film recitato male e doppiato peggio, con una sceneggiatura da soap che fa male al cuore.
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