Simone Granata
Cineforum
La metafora dello squalo toro, espressa da uno dei personaggi di Nido di vipere, riassume bene il senso di questo neo-noir coreano. Quando deve riprodursi, la femmina dello squalo toro ospita nel proprio ventre circa cinquanta embrioni che si mangiano a vicenda finché ne rimarrà solo uno, destinato alla nascita.
È questa, in estrema sintesi, la storia narrata da Kim Yong-Hoon nel suo esordio alla regia. Attorno a un borsone Louis Vuitton pieno di soldi, ritrovato per caso in un armadietto, si muovono i destini dei personaggi: un umile inserviente di una sauna che vive con la madre malata di Alzheimer; un funzionario della dogana indebitato con un feroce strozzino; una escort che vorrebbe far fuori il marito violento, prima con l'aiuto di un cliente e poi della proprietaria del night dove lavora; il detective che investiga sul caso tentando, come lo spettatore, di venirne a capo. [...]
di Simone Granata, articolo completo (2844 caratteri spazi inclusi) su Cineforum 28 settembre 2022