lizzy
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giovedì 30 luglio 2020
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fifty-fifty
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Lo ammetto... alla fine il film "si fa vedere".
Certo non è nè un capolavoro di trama e nemmeno certi personaggi sono qualcosa di particolare.
Qua tutto è telefonato, tutto un Deja-Vu.
Che la sposa scappasse con l'amante lesbica era ovvio senza manco pensarci (ormai è la "modernità" che richiede certe scene...) e che l'auto del Battiston sarebbe finita per esser (quasi) rottamata..."anche pure".
Però ho riso di cuore in certe battute.
Sicuramente i tre "maschi da cartellone" sanno il fatto loro e riescono con la loro professionalità ad uscire da una eventuale impasse.
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Lo ammetto... alla fine il film "si fa vedere".
Certo non è nè un capolavoro di trama e nemmeno certi personaggi sono qualcosa di particolare.
Qua tutto è telefonato, tutto un Deja-Vu.
Che la sposa scappasse con l'amante lesbica era ovvio senza manco pensarci (ormai è la "modernità" che richiede certe scene...) e che l'auto del Battiston sarebbe finita per esser (quasi) rottamata..."anche pure".
Però ho riso di cuore in certe battute.
Sicuramente i tre "maschi da cartellone" sanno il fatto loro e riescono con la loro professionalità ad uscire da una eventuale impasse.
Quasi del tutto innocue le femmine (forse, a questo punto, giustamente tenute fuori dai manifesti, specie le tre "dive") che in quest'opera fungono solo da spauracchio (possibile che qua siamo di fronte a tre uomini entrambi succubi delle loro compagne???).
Completamente anonimo il "rapper" che non conoscevo prima (mai sentito il suo nome in giro, eppure io bazzico la musica da sempre) e che non credo seguirò dopo (manco come attore).
Peccato il Ravello non abbia contribuito con un suo cameo: ce lo avrei visto bene verso la fine come ispettore di Polizia, magari, o come prete...
Insomma...ci è mancato.
Un film certamente non da collezione, ma da serata leggera si.
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neldot
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lunedì 7 settembre 2020
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trama confusionaria e stereotipata, cast un pò sprecato
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L'unica cosa che salva il film sono gli attori, tutti piuttosto bravi e ben amalgamati, incluso il ragazzo che fà il rapper, ma qui risultano sprecati in una sceneggiatura raffazzonata che raramente diverte. La trama scorre lenta, bislacca e poco credibile, infarcita di stereotipi banali e di situazioni ridicole ma non divertenti, con personaggi mal caratterizzati psicologicamente, che agiscono in preda agli impulsi del momento, passano dagli scrupoli morali ai comportamenti criminali senza soluzione di continuità (e senza apparente logica). Il tutto è condito, per buona misura, da qualche pamphlet politico immigrazionista/ecologista che risulta fuori sia dalla logica che dalla trama. Visione decisamente da sconsigliare, anche ai fans degli attori nel cast.
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jonnylogan
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lunedì 20 luglio 2020
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è per il tuo bene ???
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La solidità di tre famiglie viene messa a dura prova quando le tre figlie di Arturo, Sergio e Antonio, amici e ancor prima cognati, si fidanzano con tre persone a loro sgradite. I tre, per il bene delle loro figlie e dell’armonia famigliare, decidono quindi di coalizzarsi per far sì che i tre fidanzati le lascino. Il tutto sotto lo sguardo vigile delle loro mogli.
Cosa c’è di peggio di una famiglia disgregata? Forse una felice ma per i motivi sbagliati? Tre amici e cognati, impersonati rispettivamente da Marco Giallini, avvocato di prestigio con una figlia che lavora presso il suo studio. Giuseppe Battiston, vittima di crisi d’ira procurategli dalla figlia invaghitasi di un suo vecchio amico e Vincenzo Salemme, poliziotto con una figlia che per lui stravede esattamente come per un rapper giovane e forse pericoloso, vedono nei sogni di felicità della loro prole una fonte di precarietà famigliare venendo prima istigati dalle rispettive mogli, impersonate da Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini, a vanificare i nuovi legami affettivi delle figlie e poi da loro marcati in maniera molto stretta fino al pericolo di mettere a repentaglio addirittura le loro vite coniugali.
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La solidità di tre famiglie viene messa a dura prova quando le tre figlie di Arturo, Sergio e Antonio, amici e ancor prima cognati, si fidanzano con tre persone a loro sgradite. I tre, per il bene delle loro figlie e dell’armonia famigliare, decidono quindi di coalizzarsi per far sì che i tre fidanzati le lascino. Il tutto sotto lo sguardo vigile delle loro mogli.
Cosa c’è di peggio di una famiglia disgregata? Forse una felice ma per i motivi sbagliati? Tre amici e cognati, impersonati rispettivamente da Marco Giallini, avvocato di prestigio con una figlia che lavora presso il suo studio. Giuseppe Battiston, vittima di crisi d’ira procurategli dalla figlia invaghitasi di un suo vecchio amico e Vincenzo Salemme, poliziotto con una figlia che per lui stravede esattamente come per un rapper giovane e forse pericoloso, vedono nei sogni di felicità della loro prole una fonte di precarietà famigliare venendo prima istigati dalle rispettive mogli, impersonate da Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini, a vanificare i nuovi legami affettivi delle figlie e poi da loro marcati in maniera molto stretta fino al pericolo di mettere a repentaglio addirittura le loro vite coniugali.
Rolando Ravello mette mano al soggetto di Carlos Therón,trasformato in pellicola appena tre anni or sono, per rivisitare un genere che tanto ha avuto successo in passato soprattutto nel cinema d’oltralpe, ovvero la commedia degli equivoci che in tal caso è declinata come equivoco dei padri nei confronti di relazioni affettive ingiustamente ostracizzate, mentre le madri, che inizialmente parevano l’ala più dura e oltranzista, riusciranno a immedesimarsi e capire a fondo le scelte delle rispettive figlie. Il film però, al contrario del suo omologo iberico, non decolla non riuscendo ad andare oltre un finale scontato e scene comiche fini a sé stesse e demandate alla parte maschile delle tre famiglie. Tutto questo pur avendo tutti gli elementi al giusto posto, ovvero un cast di primissimo piano, in cui il vero mattatore e a suo modo sorpresa è un Vincenzo Salemme in stato di vera grazia recitativa, e un regista che anche se solo alla quarta pellicola mastica ormai cinema da quasi trent’anni. Occasione perduta e cast che avrebbe meritato di essere impiegato con maggior fortuna e profitto non perdendosi in una narrazione da “vorrei ma non ho tempo a sufficienza”.
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