giovanni
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lunedì 14 settembre 2020
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sgradevole
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C'è probabilmente del masochismo in chi apprezza questo film.
Poche parole sul giudizio morale che dovrebbe reggere il succo del racconto. Il giudizio è negativo perché la morale sottintesa è superficiale, scontata e rassegnata, sgradevole per un neo decadentismo cinematografico (che piace forse ai radical chic).
Dal punto di vista formale-artistico c'è da dire che la visione scorre per immagini fastidiose e a volte poco comprensibili; molte scene sono lente in modo ingiustificatamente ossessivo; i dialoghi sono insignificanti e poco chiari perché espressi in un dialetto romanesco troppo stretto, e pure sgradevoli perché infarciti di parolacce, anzi di una parolaccia e sempre la stessa ripetuta a mitra
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C'è probabilmente del masochismo in chi apprezza questo film.
Poche parole sul giudizio morale che dovrebbe reggere il succo del racconto. Il giudizio è negativo perché la morale sottintesa è superficiale, scontata e rassegnata, sgradevole per un neo decadentismo cinematografico (che piace forse ai radical chic).
Dal punto di vista formale-artistico c'è da dire che la visione scorre per immagini fastidiose e a volte poco comprensibili; molte scene sono lente in modo ingiustificatamente ossessivo; i dialoghi sono insignificanti e poco chiari perché espressi in un dialetto romanesco troppo stretto, e pure sgradevoli perché infarciti di parolacce, anzi di una parolaccia e sempre la stessa ripetuta a mitraglia, tanto che verrebbe da dire: "Sto film? E che cazzo!"
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lizzy
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domenica 16 agosto 2020
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la solita cronaca...
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Non concordo con chi parla di famiglie "non normali".
In certi ceti sociali, e certo sottobosco degradato, certe cose son veramente la norma.
Persone che vivono di oggetti simbolo, che si fanno grandi esibendosi sui social (e non solo), un certo tipo di musica, di frequentazioni di locali...
E la via più facile alla grana.
Dillo tu a sti ragazzotti che con quel che si piglia a fare i sicari in un giorno un operaio deve passare magari anni in fabbrica a rompersi la schiena e che loro, a loro volta, dovrebbero lavorare onestamente e non vivere di malaffare.
Il film non è brutto in se, le recitazioni non sono male.
Ma certo... sono fatti di cronaca sceneggiati.
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Non concordo con chi parla di famiglie "non normali".
In certi ceti sociali, e certo sottobosco degradato, certe cose son veramente la norma.
Persone che vivono di oggetti simbolo, che si fanno grandi esibendosi sui social (e non solo), un certo tipo di musica, di frequentazioni di locali...
E la via più facile alla grana.
Dillo tu a sti ragazzotti che con quel che si piglia a fare i sicari in un giorno un operaio deve passare magari anni in fabbrica a rompersi la schiena e che loro, a loro volta, dovrebbero lavorare onestamente e non vivere di malaffare.
Il film non è brutto in se, le recitazioni non sono male.
Ma certo... sono fatti di cronaca sceneggiati.
Cose viste e riviste, sentite e risentite, trite e ritrite.
Come in Suburra e altri film del genere... alla fine non c'è redenzione, nessuno vince.
Sono situzioni senza via di uscita: una volta dentro è finita.
Quindi, mi chiedo, a che serve fare sempre film con questo soggetto: mi sembra di rivedere i soliti (finti) horror fantascientifici americani dove la storia è sempre quella, alla fine: un virus fa diventare (chissà poi perchè) tutti zombies e via il solito povero disgraziato a cercare di resistere fino alla fine (possibilmente lottando per trovare una cura).
Qua abbiamo la solita Roma decaduta e le miserie del suo (manco tanto) sottobosco di delinquenza spicciola e non.
Bene.
Un altra pellicola del genere la abbiamo vista: adesso possiamo passare avanti? Grazie.
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fabio
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giovedì 6 settembre 2018
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manca di originalità
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Verismo il salsa romana ma da solo non basta. In un contesto di periferia degradata si snocciola la storia di due ragazzi e della loro parabola malavitosa.
Bella la fotografia: suggestivo il colore blu notte dei neon, la luce bianca tagliente del giorno. Gli attori offrono una prova convincente.
Tuttavia non si ha mai uno scatto, un sussulto; il film procede in modo monotono sui soliti binari.
Per chi è interessato a storie di malavita, di devianza giovanile.
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elle
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mercoledì 14 novembre 2018
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più negativo di così, non si può
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No, non mi è piaciuto. Come si fa a definire ‘famiglie normali’ quelle di Manole e Mirko? L’unica cosa che i registi non hanno inserito nel quotidiano dei 2 ragazzi è la droga. Ed è (in pratica) inspiegabile. Considerato lo scenario. O meglio, la droga - si intracapisce - cominciano ad averla in mano perché la forniscono alle prostitute che fanno parte del loro malavitosissimo giro. Ma NON C’È SPERANZA per Manolo e Mirko. Vivono nel degrado. Al 100%. Uno ha soltanto, il padre...OMISSIS...perché è quello che dà ‘il la’ ad avviarli sulla malastrada.
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No, non mi è piaciuto. Come si fa a definire ‘famiglie normali’ quelle di Manole e Mirko? L’unica cosa che i registi non hanno inserito nel quotidiano dei 2 ragazzi è la droga. Ed è (in pratica) inspiegabile. Considerato lo scenario. O meglio, la droga - si intracapisce - cominciano ad averla in mano perché la forniscono alle prostitute che fanno parte del loro malavitosissimo giro. Ma NON C’È SPERANZA per Manolo e Mirko. Vivono nel degrado. Al 100%. Uno ha soltanto, il padre...OMISSIS...perché è quello che dà ‘il la’ ad avviarli sulla malastrada. Gli dà la ‘benedizione’. E le istruzioni per l’uso. E quando il figlio si suicida...stanco di fare l’assassino...sa soltanto tatuarsi il nome del figlio sul braccio. E si consola alla slot machine. La madre dell’altro ragazzo - invece - è una debole/una sbandata che colleziona figli in giro per Roma. Fa anche pena. Ma che esempio può essere per Mirko? Prova a reagire al degrado in cui lo vede scivolare...ma si becca minacce e rinfacci per quello che ha fatto-non ha fatto. Anche lui, muore ‘sparato’. Per vendetta. Proprio quando aveva deciso di costituirsi. Insomma, è DURISSIMA vivere con queste premesse/visioni della vita. Ma i fratelli D’Innocenzo (i registi del film) hanno queste premesse
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