Gaspar Noé torna sul grande schermo con un prodotto irrinunciabilmente autoriale e suggestivo, teso a provocare un intero gourmet di emozioni viscerali.
Climax racchiude in sé tutte le caratteristiche tipiche del cinema noeiano. Il gusto pulp e dei font retrò, colorati al neon, si sposano in un ritmo tutto personale che non si abbandona a cliché.
Lo stile, che si rifà al body horror, è squisitamente Noé, costellato da pian sequenza al limite del sopportabile con tanto di viraggi aerei e zenitali. L’immagine viscerale si contorce nei soggetti già bestialmente accartocciati al suolo. Un’interpretazione non puramente drammatica, ma che si dimostra una performance coreografica virtuosa, tutta inscenata nel delirio di un party «finito male».
La storia, cronologicamente lineare, rimane ingabbiata, come in un one-room movie, nella sola location di una sala da ballo di un’accademia (le cui coordinate geografiche e temporali sono sconosciute) dove i ballerini, al termine di una prova, si concedono una festa privata per celebrare la riuscita della coreografia.
Nonostante la premessa apparentemente gioviale, la pellicola ben presto, sulle musiche di Moroder dei Daft Punk e di Aphex Twin ed inebriata da illuminazioni stroboscopiche e mono-cromatiche, si trasforma, lentamente, in una escape room dalla quale, ironia della sorte, non è possibile fuggire.
La narrazione, nel suo evolversi, è scandita da un vero e proprio crescendo di esperienze orrorifiche, intime e struggenti, che si espandono in uno scenario paradossale e bizarre, lontano da ogni minima logica e razionalità umana.
Un film avvincente e pieno di sperimentalismi ma non alla portata di tutti i palati (altrimenti non sarebbe Noé). Seguire Climax è un’esperienza psicologica debilitante, nella più ampia cornice del citazionismo cinematografico di Gaspar (dalle VHS impilate di fianco la TV a catodico dei provini, dove sbuca anche un dargentiano Suspiria) non si compromette con gli stilemi del genere ed una vana promessa di salvezza. Alla fine, «la Morte, è la più bella di tutte le esperienze».
07/03/2019