Vittoria e Abdul

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elgatoloco lunedì 12 luglio 2021
complessivamente importante Valutazione 0 stelle su cinque
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"Victoria and Abudl"(Stepehn Frears, dal libro di Shrabani Basu, sceneggiaturura di  Lee Hall, 2017). Basata su una storia che sembra essere aderente alla realtà, la regina Victoria , ormai 81 enne, è affascinata dalla figura di un certo Abdul, Indiano musulmano, scelto in India, dove fa lo scrivano in una prigione(non da prigioniero), per portare in Inghilterra il "mogul", una sorta di pietra preziosa, con la proibizione di guare la sovrana. Ma Victoria, meglio la Queen Victoria, rimane così affascinata dal giovnae indiano, che ne"beve"tutti i racconti, nominandolo quasi cavaliere dell'Impero e dunque inimincandosi praticamente tutta la corte, a iniziare dal figlio, che sarà re alla morte della sovrana, morte che peraltro aspetta in ogni modo con ansia. [+]

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annalisa mercoledì 24 giugno 2020
deludente Valutazione 0 stelle su cinque
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Sin dall'inizio l'ho trovato deludente.  Se la storia si basa sul romanzo tratto per altro dalla vera amicizia che nacque tra la regina Vittoria e Abdul, allora a questo punto vorrei leggere il libro per capire come è stata descritta questa insolita amicizia, perché il film, a mio giudizio, ridicolizza tutti i personaggi della storia e nessuno ne esce bene. Il regista non ha saputo infondere allo spettatore il motivo per cui a volte la differenza della classe sociale e culturale del paese di origine si azzera per qualcosa di veramente sublime: ovvero il bisogno di sapere e conoscere attraverso un interscambio di affinità elettive.

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francesco2 mercoledì 8 aprile 2020
frears non decadente, ma in decadenza Valutazione 1 stelle su cinque
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 Stephen Frears, ormai, si avvicina agli ottanta anni.

Purtroppo, sembra molto lontano da quella seconda giovinezza che conosce, per esempio, Woody Allen quando firma Blue Jasmine e La ruota delle meraviglie. Senza avere ancora visto il suo film su Armstrong, sembra interessato a dipingere ritratti di signore ormai non piu giovani, intenzionate a

lottare contro soprusi piu o meno espliciti nelle rispettive societa di appartenenza. Forse, non a caso, un suo film -non piu recentissimo- si intitolava proprio Piccoli affari sporchi.

Philomena, da questo punto di vista, era un film che portava la dignita della sua protagonista, una signora mossa prima dal desiderio di cercare un figlio, poi dal desiderio di portare alla luce lo scandalo dei bambini venduti dalle suore  irlandesi. [+]

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nellosisilini lunedì 13 agosto 2018
abdul..., esperienza e altresì vittoria. Valutazione 0 stelle su cinque
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sembra una storia degli ambienti 'musulmani', altrettanto
di cui se ne parla spesso in tv, con gli esodi e le molte
barche di telenotiziari e quotidiani, il nomadismo è d'attualità,
tipo le storie che non danno replica, nessuno... può
dunque dire se sia un film incredibile, la vittoria di
abdul..., però è in realtà, e altresì non un classico action.

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seiken77 lunedì 26 febbraio 2018
richiede molta umiltá e intelligenza Valutazione 5 stelle su cinque
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Un film ispirato a una storia vera che è stata resa pubblica solo pochi anni fa, ma che è accaduta circa un secolo fa. Un film che viene comunque realizzato con un indirizzo político, mediatico e massonico, ove si vuole forzare lo spettatore all'accettazione della comunitá musulmana, fino ad oggi presentata dai media mondiali come pericolosa, e fanatica di una religione. Ecco però che l'eccezione fa la regola: Abdul, vuole rompere questa ideología tuttavia, viene presentato fino alla metà del film e nelle descrizioni come un indiano, probabilmente per rendere piu'attraente lo stesso film. In realtá è un musulmano, e si scoprirá piu'avanti, e che deve attraversare il mondo per scoprire la bellezza di una donna, una bellezza interiore che come egli stesso dice, nemmeno in sua moglie ha visto, moglie coperta da velo nero integrale, completamente assente e nascosta come vuole l'assenza di cultura musulmana. [+]

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elicann lunedì 12 febbraio 2018
credo di essere soprattutto indignata Valutazione 1 stelle su cinque
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Grandissima delusione dove salvo solo il talento e la bravura di questa infaticabile interprete, ma per ciò che riguarda il resto , meglio stendere un velo pietoso. Delusione, noia e fatica a reggere il film fino alla fine.
Dal regista di "Philomena" ( tanto per citarne uno con la Dench), mi aspettavo qualcosa di meno manipolatore verso la tolleranza della religione mussulmana. L'insolita amicizia tra la regina Vittoria e il suo "Munshi", un servitore indiano venuto inizialmente a consegnare un omaggio a sua maestà e divenuto poi sempre più intimo fino a stabilire un saldo legame affettivo basato sulla fiducia e sulla confidenza reciproca, è stato manipolato per far passare altro. [+]

[+] non sono d'accordo (di giadalucia)
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elicann mercoledì 31 gennaio 2018
il messaggio è chiaro e mascherato da altro Valutazione 1 stelle su cinque
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Sembra una bella favoletta, un film storico in cui si racconta e si rappresenta  appunto un fatto storico accaduto nel 1901 e guarda caso scoperto nel 2010?!!! La Regina Victoria era rappresentante della Chiesa Anglicana e quindi difensora della fede di Dio. Non possiamo sapere con certezza cosa si siano detti con quest'uomo o cosa si sia addirittura pensato e fare volutamente un film in cui deve passare il messaggio mussulmano è sessista e di una violenza tale che gli spettatori dovrebbero essere informati prima di scegliere di vedere questo film. In punto di morte il messaggio non può essere che tutti tornato ad Allah nel giardino ... ma che tutti tornato a Dio, nostro Padre celeste. [+]

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gabriella mercoledì 10 gennaio 2018
vittoria e vittoria Valutazione 1 stelle su cinque
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 Diamo a Judy quel che è di Judy, perchè è giusto riconoscerne il talento e la bravura di questa infaticabile 

interprete, però per ciò che riguarda il resto , meglio stendere un velo pietoso, non mi vengono in mente altre
definizioni, tanta è stata la delusione, la noia e la fatica a reggere il film fino alla fine.
Dal regista di "Philomena" ( tanto per citarne uno con la Dench), mi aspettavo qualcosa di più originale, 
di più innovativo,l'insolita amicizia tra la regina Vittoria e il suo "Munshi", un servitore indiano venuto 
inizialmente a consegnare un omaggio a sua maestà e divenuto poi sempre più intimo fino a stabilire un saldo 
legame affettivo basato sulla fiducia e sulla confidenza reciproca, poteva essere trattato con più coraggio
e intraprendenza. [+]

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samanta martedì 14 novembre 2017
quando l'inghilterra non conosceva il suo impero Valutazione 3 stelle su cinque
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Vittoria e Abdul è un film uscito in Italia attualmente. La produzione è mista Ingese e USA, la regia è di Stephen Frears un regista inglese che ha un notevole curriculum cinematografico con al suo atttivo  films come The Queen e Florence. Il film che è tratto dal libro omonimo di uno scrittore indiano Shrabani Basu attualmente giornalista del Times, narra una storia reale: le vicende in un indiano alla corte della Regina Vittoria dal 1887 al 1901.
La trama: Abdul Karim (Alì Farzal) è un impegato come scrivano nella prigione di Agra e viene scelto insieme ad un compagno a portare alla Regina Vittoria in occasione del suo giubileo 50 anni di regno una moneta particolare come omaggio dell'impero indiano di cui Vittoria (Judi Dench che impersona per la seconda volta la regina) è Imperatrice. [+]

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namla lunedì 13 novembre 2017
delicato e colorato Valutazione 4 stelle su cinque
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il film è molto carino! tocca delicate corde di sentimenti che, al di là di  frasi e  parole recitate, si esprimono nei gesti e negli sguardi... la fotografia è davvero significativa e i due protagonisti comunicano con gli sguardi. Ho trovato gli attori bravissimi e coinvolgenti, le scene pittoriche e rilassanti Sembra di essere proiettati in un'altra realtà, quasi onirica se non fosse per gli umanissimi sentimenti dei personaggi. Ottimo momento di svago, senza troppi scombussolamenti, che ora ci fa sorridere ora commuovere sempre con intelligenza e gentilezza...

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