robroma66
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domenica 14 febbraio 2016
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perfido, amaro e brillante
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Come diceva Marquez, ognuno ha tre vite: una privata, una pubblica e una segreta.
Immaginate: una sera a cena a casa di amici si decide, per gioco, di condividere con tutti i presenti i contenuti del proprio cellulare.
L'effetto per i sette amici di lunga data -protagonisti del film- è dirompente, scompagina le loro vite, rimescola le carte. Questi i commensali in questione: un chirurgo (Luca, Marco Giallini) e la moglie psicanalista (Eva, Kasia Smutniak); una coppia recente e molto innamorata: Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher); un’altra coppia che traluce qualche difficoltà di rapporto (Lele, Valerio Mastandrea e Carlotta, Anna Foglietta); Peppe (Giuseppe Battiston) che sarebbe dovuto arrivare con la sua nuova fidanzata che è invece rimasta a casa perché malata.
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Come diceva Marquez, ognuno ha tre vite: una privata, una pubblica e una segreta.
Immaginate: una sera a cena a casa di amici si decide, per gioco, di condividere con tutti i presenti i contenuti del proprio cellulare.
L'effetto per i sette amici di lunga data -protagonisti del film- è dirompente, scompagina le loro vite, rimescola le carte. Questi i commensali in questione: un chirurgo (Luca, Marco Giallini) e la moglie psicanalista (Eva, Kasia Smutniak); una coppia recente e molto innamorata: Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher); un’altra coppia che traluce qualche difficoltà di rapporto (Lele, Valerio Mastandrea e Carlotta, Anna Foglietta); Peppe (Giuseppe Battiston) che sarebbe dovuto arrivare con la sua nuova fidanzata che è invece rimasta a casa perché malata. Quasi tutti hanno un lato oscuro, affidato -come dice Eva, che propone il gioco- alla scatola nera delle nostre vite, il cellulare.
Il film appartiene ad un sotto-genere della commedia, quello degli amici che si trovano attorno a un tavolo (o comunque in una camera chiusa) e a cui succedono cose impreviste. Come "Dobbiamo parlare" di Sergio Rubini, "Il nome del figlio" (a sua volta adattamento italiano del francese "Cena tra amici") di Francesca Archibugi o, attraversando l'Oceano, "Carnegie" di Roman Polanski.
"Perfetti sconosciuti" è più amaro e drammatico degli altri: non c'è solo un'amarezza generazionale -molti 40 o 50enni riconosceranno tracce del proprio malessere-; c'è anche la presa di coscienza del mutamento antropologico -che in sé ha qualcosa di terrificante- derivato dal nostro rapporto con lo smartphone. E' un film brillante e perfido, dai tempi giusti e ottimamente recitato. Mi è piaciuto molto, compresa quella prospettazione di un epilogo diverso della serata (tipo "Sliding doors"): come sarebbero andate le cose se i sette amici non avessero fatto quel gioco disastroso.
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pfei69
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venerdì 12 febbraio 2016
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finalmente un bellissimo film..
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Veramente bello. Erano anni che non vedevo un film così, tutto azzeccato, idea, sceneggiatura, interpretazione. L'idea è buona pur non essendo originalissima ma poi tutto si svolge in maniera brillante ed azzeccata. Alcune coppie si ritrovano per una cena a casa di una di loro, l'arrivo di qualche sms su di un cellulare ed ecco che il film si accende ruotando attorno ai loro smatphones o meglio attorno alle chiamate o messaggi che arriveranno durante la cena ai loro terminali . E qui il film prende il volo, ognuno ha qualche segreto più o meno importante da nascondere o forse , da rivelare. Giallini, il chirurgo di culi e tette, Leo, il tassista che non vuole rispondere all'insistente Marika che spaccia per la centralinista del radiotaxi, Mastandrea marito e padre integerrimo ma birichino che per non mostrare uno stupido messaggio dà adito all'altro amico ,unico single della serata di rivelare la sua omosessualità.
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Veramente bello. Erano anni che non vedevo un film così, tutto azzeccato, idea, sceneggiatura, interpretazione. L'idea è buona pur non essendo originalissima ma poi tutto si svolge in maniera brillante ed azzeccata. Alcune coppie si ritrovano per una cena a casa di una di loro, l'arrivo di qualche sms su di un cellulare ed ecco che il film si accende ruotando attorno ai loro smatphones o meglio attorno alle chiamate o messaggi che arriveranno durante la cena ai loro terminali . E qui il film prende il volo, ognuno ha qualche segreto più o meno importante da nascondere o forse , da rivelare. Giallini, il chirurgo di culi e tette, Leo, il tassista che non vuole rispondere all'insistente Marika che spaccia per la centralinista del radiotaxi, Mastandrea marito e padre integerrimo ma birichino che per non mostrare uno stupido messaggio dà adito all'altro amico ,unico single della serata di rivelare la sua omosessualità. Una somma di interpretazioni eccellenti che nel totale danno vita a 2 ore di vero cinema, di quello che sicuramente lascerà un graffio nei nostri animi di spettatori.
Il finale poi sarà tutt'altro che banale.
Lo consiglio sicuramente.
Bravi!!!
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[+] guardatevi un po' di film dei grandi autori italia
(di garfy)
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lupo67
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martedì 29 marzo 2016
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cinema fast food
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Come cinefilo sono un tipo più da buona forchetta che buongustaio, perciò quando guardo un film non mi pongo molti interrogativi, non faccio molto caso ai dettagli tecnici, né ad aspetti quali i custumi o il trucco. Mi lascio trasportare e prendere dalla storia e me la godo, per rimandare le considerazioni più specifiche in un secondo momento; sovente, in particolar modo quando il film è complicato o ha implicazioni morali, anche successivo ad una certa forma di “digestione”.
Questa opera, invece, non è riuscita a portarmi acriticamente fino in fondo. A metà del film mi ero già stancato, e la mia incredulità non più sopita ha fatto il resto. Il tarlo del dubbio aveva già fatto capolino quando avevo sbirciato la locandina, e visto chi fosse il regista.
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Come cinefilo sono un tipo più da buona forchetta che buongustaio, perciò quando guardo un film non mi pongo molti interrogativi, non faccio molto caso ai dettagli tecnici, né ad aspetti quali i custumi o il trucco. Mi lascio trasportare e prendere dalla storia e me la godo, per rimandare le considerazioni più specifiche in un secondo momento; sovente, in particolar modo quando il film è complicato o ha implicazioni morali, anche successivo ad una certa forma di “digestione”.
Questa opera, invece, non è riuscita a portarmi acriticamente fino in fondo. A metà del film mi ero già stancato, e la mia incredulità non più sopita ha fatto il resto. Il tarlo del dubbio aveva già fatto capolino quando avevo sbirciato la locandina, e visto chi fosse il regista. Ma so restare imparziale e senza aspettative.
In una storia come quella di Perfetti sconosciuti, però, ci si aspetta che i “segreti” siano qualcosa di più che quattro stupidaggini taciute per quieto vivere. Posto che sia possibile in una coppia o fra amici tacere di tette finte, psicanalisi e ospizi, quello che rende due persone sconosciute fra di loro non sono corbellerie da adolescenti, ma veri e propri lati oscuri nascosti sotto la superficie, sono manie morbose e inconfessabili.
Genovese e soci sceneggiatori ci vendono un apparenza di film impegnato, ma nella realtà tengono basso il profilo sociale. Più su del cinepanettone, OK, ma davvero poco di più, e la ragione è semplice: gli incassi. Ci vuole una storia che sia semplice, alla portata di tutti. Fast food, ma senza scivolare nel cibo spazzatura. Con i tempi che corrono, basta che la storia sia “cool” per funzionare. E qui le parti “cool” non mancano: le tette finte, il gay, il papà emancipato, internet, i social network...
E ovviamente gli immancabili tradimenti. Tradimenti in lungo e in largo. Ma attenzione: guardandone solo il lato peccaminoso. Mai le ragioni, le sofferenze, i disagi, quelli no. Affidandosi a facili cliché, scontati e bacchettoni. E sorvolerei volentieri sulla scelta del finale, pseudo-aperto, vero e proprio colpo di grazia ad una storia già abbastanza maltrattata.
Con questo non dico che il film sia brutto, anzi. Se si esclude l'umorismo a tagli da macellaio, e una fotografia raffazzonata, il film tutto sommato diverte e intrattiene. Si fa un grande sforzo a mantenere stabile la credulità, ma il cast è convincente e si fa perdonare. A Genovese va il bravo per avere saputo dare al film il ritmo giusto e i tempi giusti ad un film che è tutto dialoghi, praticamente chiuso in una sola stanza, con gli attori che recitano intorno ad una tavola, e già che ci siamo complimenti all'ottimo lavoro di montaggio.
Però, non condivido il consenso generale che è stato dato a questa pellicola. È un film alla Genovese, niente di più e niente di meno. Non si osa, non si vuole urtare il pubblico, il quale deve uscire dalla sala con l'impressione di avere visto un buon film, italiano al 100%, e non si deve porre troppe domande, perché niente nuoce ad un film come la difficoltà di classificazione.
Perfetti sconosciuti è esattamente come certi cibi industriali che hanno la pretesa di ricordarci la cucina casalinga. Li compriamo ugualmente, ma li dobbiamo consumare ricordando che sono precotti e congelati, e che assomigliano a qualcosa di commestibile grazie a coloranti, esaltatori di sapidità e conservanti.
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fabriziog
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domenica 14 febbraio 2016
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imperdibile!
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Erano anni (a parte il Premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino) che nelle sale italiane non approdava un film di autentico valore artistico e contenutistico. “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese avrebbe bisogno di un saggio o, magari, di un piccolo trattato, per poter essere approfondito sino ai minimi dettagli .
Credo sia elevata la possibilità che vinca il David di Donatello.
A differenza della cinematografia statunitense, quella italiana tende ad analizzare la famiglia sgretolandola. Invece di essere un “gruppo di famiglia in un interno” (Luchino Visconti) questa pellicola mostra un “gruppo di famiglie in un interno”, seguendo oramai quel consolidato filone filmico, come “Cena con amici”, “Il nome del figlio”, e “Bisogna parlare”, in cui l’ambientazione è in un appartamento ove si svolge l’intera azione scenica.
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Erano anni (a parte il Premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino) che nelle sale italiane non approdava un film di autentico valore artistico e contenutistico. “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese avrebbe bisogno di un saggio o, magari, di un piccolo trattato, per poter essere approfondito sino ai minimi dettagli .
Credo sia elevata la possibilità che vinca il David di Donatello.
A differenza della cinematografia statunitense, quella italiana tende ad analizzare la famiglia sgretolandola. Invece di essere un “gruppo di famiglia in un interno” (Luchino Visconti) questa pellicola mostra un “gruppo di famiglie in un interno”, seguendo oramai quel consolidato filone filmico, come “Cena con amici”, “Il nome del figlio”, e “Bisogna parlare”, in cui l’ambientazione è in un appartamento ove si svolge l’intera azione scenica.
“Perfetti sconosciuti” è una straordinaria opera pluritematica: i cellulari sono “scatole nere” che raccolgono la vita pubblica, privata ma, soprattutto, segreta delle persone. I cellulari hanno cambiato il modo di comunicare e, forse, hanno mutato l’essere umano stesso. I cellulari sono causa di una percentuale non minoritaria di separazioni, divorzi, rotture di rapporti e grandi litigi. Quanto sappiamo di noi stessi e, ancora di più, quanto sappiamo realmente di chi ci sta a fianco, anche da una vita? Ci sono individui che hanno una vita, chi due, chi tre. Mettere “in viva voce” telefonate che giungono durante una normale serata conviviale fra vecchie conoscenze e “in chiaro” sms, messaggi facebook ewhatsapp, può rilevarsi un gioco pericoloso, dirompente, che fa uscire allo scoperto un mondo nascosto fatto di amanti, omosessualità e intimità mai svelate.
E’ bene sapere sempre tutto? La verità rende liberi o distrugge?
Un raffinata analisi introspettiva e psicologica dei personaggi, un ritmo narrativo incalzante e una recitazione strepitosa di attori italiani di primo livello (Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastrandrea, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak), catturano lo spettatore dal primo ciack al the end.
Imperdibile!
Fabrizio Giulimondi
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[+] la smutniak non italiana
(di criticopolis)
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alex2044
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venerdì 19 febbraio 2016
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il film è gradevole simpatico senza pause
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Il film è gradevole , simpatico , praticamente senza pause ,come idea non proprio originale , forse un po' generazionale quindi non per tutti ma sostanzialmente riuscito . Gli attori sono tutti bravi . Con una citazione per Battiston e Giallini , i più in palla anche perchè i loro personaggi sono i più positivi . Il primo è protagonista del momento drammaturgicamente più intenso del film con la sua sincera dichiarazione del suo essere gay . Il secondo , medico di umili origini , rappresenta il lato forte non solo della sua famiglia ma anche degli amici un po' farfalloni e distratti . La struttura teatrale non disturba perchè il regista , seguendo la lezione di un maestro come Polanski o di film come "la cena con gli amici ", usa gli angusti spazi di un alloggio in modo egregio con movimenti di camera azzeccati anche con qualche rapida uscita sul terrazzo .
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Il film è gradevole , simpatico , praticamente senza pause ,come idea non proprio originale , forse un po' generazionale quindi non per tutti ma sostanzialmente riuscito . Gli attori sono tutti bravi . Con una citazione per Battiston e Giallini , i più in palla anche perchè i loro personaggi sono i più positivi . Il primo è protagonista del momento drammaturgicamente più intenso del film con la sua sincera dichiarazione del suo essere gay . Il secondo , medico di umili origini , rappresenta il lato forte non solo della sua famiglia ma anche degli amici un po' farfalloni e distratti . La struttura teatrale non disturba perchè il regista , seguendo la lezione di un maestro come Polanski o di film come "la cena con gli amici ", usa gli angusti spazi di un alloggio in modo egregio con movimenti di camera azzeccati anche con qualche rapida uscita sul terrazzo .La parte più debole è il finale che mi pare un po' appiccicato e forse un po' moralista . Per concludere il film mi è piaciuto anche non facendo parte della generazione a cui il film è rivolto . Qualche sorriso e qualche pensiero non banale me l'ha provocato e per un film di non tantissime pretese e forse proprio per questo molto apprezzato dal pubblico , è un risultato molto positivo .
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parsifal
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lunedì 18 febbraio 2019
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bugie e verità
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Diretto e sceneggiato da P.Genovese, regista italiano tra i migliori dell'ultima generazione, con l'aiuto alla scrittura di una valida squadra costituita da Bologna,Costello, Mammini e Ravello, il suddetto film fa parte del filone che nel mondo anglo sassone viene classificato come " Kitchen- Comedy" , ovvero la trama si svolge interamente in cucina e sala da pranzo dove si avvicendano le alterne sorti ed esistenze dei protagonisti. Il film francese " Cena tra amici" ne è un fulgido esempio. Degli amici di lunga data si ritrovano periodicamente a casa di uno di loro, a turno, per una cena , apparentemente spensierata. Stavolta è il turno di Rocco ( M.
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Diretto e sceneggiato da P.Genovese, regista italiano tra i migliori dell'ultima generazione, con l'aiuto alla scrittura di una valida squadra costituita da Bologna,Costello, Mammini e Ravello, il suddetto film fa parte del filone che nel mondo anglo sassone viene classificato come " Kitchen- Comedy" , ovvero la trama si svolge interamente in cucina e sala da pranzo dove si avvicendano le alterne sorti ed esistenze dei protagonisti. Il film francese " Cena tra amici" ne è un fulgido esempio. Degli amici di lunga data si ritrovano periodicamente a casa di uno di loro, a turno, per una cena , apparentemente spensierata. Stavolta è il turno di Rocco ( M.Giallini) chirurgo plastico di talento , ma non affermato come vorrebbe, sposato con Eva ( K.Smutniak) psicoanalista dai modi severi ed in perenne conflitto con la figlia Sofia ( B. Porcaroli) , ad ospitare la ciurma multicolore. Altre due coppie , rispettivamente Cosimo ( E.Leo) funanbolo oltremisura, nel dialogo come nella vita e Bianca ( A.Rohwacher) ,ingenua ed innamoratissima novella sposa. A loro si uniscono Lele ( V.Mastrandrea) loquace , spiritoso ma sempre contraddistinto da un velo di inconfessata malinconia , sposato da dieci anni con Carlotta ( A. Foglietta). Entrambe vivono un momento difficile della propria esistenza , tanto nel matrimonio quanto nella vita quotidiana e non lo nascondono.L 'ultimo arrivato
è Peppe ( G.Battiston) , professore di educazione fisica, momentaneamente disoccupato, pigro e orfano temporaneamente della propria metà Lucilla , che avrebbe dovuto presentare agli amici ma rimasta a casa , bloccata dall'influenza. La serata decolla grazie all'affiatamento decennale che li unisce: non vengono risparmiate battute a doppio senso, tipiche del sarcasmo romano e vari amorevoli sfottò. Nel corso della cena Eva propone un gioco di società , abbastanza originale; ognuno dei presenti dovrà poggiare il proprio telefono sulla tavola ed ogni volta che verrà chiamato, mettere il viva voce e rendere pubblica la conversazione . Idem per il contenuto dei messaggi e delle mail. Ovviamente si inizierà scherzandi e sfottendosi senza alcuna pietà. Ma il gioco prenderà , via via, una strada che si rivelerà un'arma a doppio taglio, come accade spesso quando si vuole a d ogni costo giungere alla verità. Tutto verrà messo in dubbio ed alcuni segreti ( difficili da gestire) confessati pubblicamente: tutto questo non sarà indolore , poichè la verità non lo è mai. Ma quando sembra che ogni baluardo di decenza sia crollato , tantoa da non far rimanere in piedi nemmeno le macerie, arriverà un' escamotage narrativo che salverà i protagonisti dal naufragio esistenziale. La morale è che la Verità , come la Vita d' altronde, non è univoca ma corrisponde al numero di occhi che la guardano e può essere molto, molto tagliente.Ottima scrittura , anche se non del tutto originale, e notevole interpretazione di tutti gli attori del cast.
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giajr
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giovedì 12 maggio 2016
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le cene e la caduta del falso perbenismo...
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Il crudo perbenismo, spogliato di ogni architettura e di ogni maschera.
L'occasione è sempre l'incontro domestico per eccellenza: la cena tra amici.
Ricordate:
- il film del 2012 "CENA TRA AMICI" di Alexandre de La Patelliere, con Patrick Bruel e Valerie Bruel?
- e ancora, avete mai visto il film italiano "IL NOME DEL FIGLIO" del 2014 di Francesca Archibugi con Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Alessandro Gassman e Micaela Ramazzotti?
- poi non dimentichiamo il film USA del 2001 “A CENTA DA AMICI” di Norma Jewison, con Danns Quaid, Andy MacDoewell e Greg Kinnear
- potrei continuare con altri famosissimi film creati ad hoc intorno al tavolo… vedi ad esempio il film “LA CENA” di Ettore Scola (anno 1998) con Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Fanny Ardan.
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Il crudo perbenismo, spogliato di ogni architettura e di ogni maschera.
L'occasione è sempre l'incontro domestico per eccellenza: la cena tra amici.
Ricordate:
- il film del 2012 "CENA TRA AMICI" di Alexandre de La Patelliere, con Patrick Bruel e Valerie Bruel?
- e ancora, avete mai visto il film italiano "IL NOME DEL FIGLIO" del 2014 di Francesca Archibugi con Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Alessandro Gassman e Micaela Ramazzotti?
- poi non dimentichiamo il film USA del 2001 “A CENTA DA AMICI” di Norma Jewison, con Danns Quaid, Andy MacDoewell e Greg Kinnear
- potrei continuare con altri famosissimi film creati ad hoc intorno al tavolo… vedi ad esempio il film “LA CENA” di Ettore Scola (anno 1998) con Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Fanny Ardan.
Sono tutti film molto gradevoli, potrei dire belli.
Trattano, in modi molto simili, il confronto umano, le debolezze dell’uomo e talvolta del sue meschinità anche nei confronti delle persone (forse) amate.
Il film in questione “Perfetti sconosciuti” ha compiuto un passo in più… una analisi sociologia e non solo psicologica.
Ormai il rapporto con il cellulare, per ogni persona, rappresenta un fenomeno sociale di assoluta dipendenza. Un rapporto esclusivo e segreto, tanto da consentire di fare quello che una volta non si sarebbe mai fatto… crearsi una seconda vita, parallela a quella reale: un trasformismo spettacolare.
La consegna e la messa in pubblico del nostro cellulare (mail, sms, messaggi dei social, ecc…) sarebbe (probabilmente) la rovina per tanti.
Un film forte, ben articolato, dinamico, ecc… un film colto ed all’avanguardia.
Dimenticavo: le locationsono ricche, raffinate e cariche di personalità, direi molto simili a quelle utilizzate da Woody Allen (ricordo il film Hannah e le sue sorelle del 1986, anch’esso con una cena molto particolare e per certi versi molto simile a quanto sopra citato).
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roby 82
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domenica 1 gennaio 2017
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stupendo...tranne il finale.
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Tranquilli non farò spoiler. Ma Perfetti sconosciuti si può tranquillamente definire il film Italiano più bello del 2016. Un cast fantastico, anche se il sottoscritto personalmente non ama ne la Smutniak ne Valerio Mastrandrea, ma in questo film reggono bene, anzi Mastrandrea riesce anche a far ridere con delle battute (incredibile ma sorride anche). La storia di giocare con i cell e leggere ad alta voce i messaggi e in viva voce le chiamate farebbe rabbrividire qualcuno, o almeno in imbarazzo di certo, ma dopo varie piccole cose, le verità nascoste cominciano a saltare fuori e il film riesce a incollarti alla sedia fino alla fine. P.s. se avete dei segreti nascosti questo film non fa per voi, vi metterebbe ansia.
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Tranquilli non farò spoiler. Ma Perfetti sconosciuti si può tranquillamente definire il film Italiano più bello del 2016. Un cast fantastico, anche se il sottoscritto personalmente non ama ne la Smutniak ne Valerio Mastrandrea, ma in questo film reggono bene, anzi Mastrandrea riesce anche a far ridere con delle battute (incredibile ma sorride anche). La storia di giocare con i cell e leggere ad alta voce i messaggi e in viva voce le chiamate farebbe rabbrividire qualcuno, o almeno in imbarazzo di certo, ma dopo varie piccole cose, le verità nascoste cominciano a saltare fuori e il film riesce a incollarti alla sedia fino alla fine. P.s. se avete dei segreti nascosti questo film non fa per voi, vi metterebbe ansia. Cmq il film rivela storie e lati di ogni singolo personaggio, e lo fa con tatto e realismo, ci si immedesima nei protagonisti, e non delude. Il finale può lasciare l'amaro in bocca, ma dopotutto è come un eclissi che arriva, passa e se ne va. Voto al film +8
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giampituo
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sabato 13 febbraio 2016
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uno spiraglio di luce nella commedia italiana
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"Perfetti sconosciut"i. Ancora italiano. Ma sembra francese. Il protagonista lo smartphone o se preferite il cellulare. Ma forse è riduttivo. Forse superficiale. Protagonista sei tu. Tu che stai seduto lì nella poltrona e pensi se capitasse a te. Cosa? Partecipare al gioco al massacro. In una cena con i migliori amici lasciare ciascuno sulla tavola imbandita il proprio cellulare e leggere tutti i messaggini o parlare in viva voce a tutte le telefonate che arrivano. A tavola ci sono coppie. E un uomo occasionalmente "scoppiato". Potete immaginare quello che succede. I cellulari hanno ormai allargato gli orizzonti. Favorito i rapporti umani. Avvicinato gli esseri umani che prima frequentavano solo famiglia e lavoro.
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"Perfetti sconosciut"i. Ancora italiano. Ma sembra francese. Il protagonista lo smartphone o se preferite il cellulare. Ma forse è riduttivo. Forse superficiale. Protagonista sei tu. Tu che stai seduto lì nella poltrona e pensi se capitasse a te. Cosa? Partecipare al gioco al massacro. In una cena con i migliori amici lasciare ciascuno sulla tavola imbandita il proprio cellulare e leggere tutti i messaggini o parlare in viva voce a tutte le telefonate che arrivano. A tavola ci sono coppie. E un uomo occasionalmente "scoppiato". Potete immaginare quello che succede. I cellulari hanno ormai allargato gli orizzonti. Favorito i rapporti umani. Avvicinato gli esseri umani che prima frequentavano solo famiglia e lavoro. Casa e chiesa. E sul lavoro avvenivano in genere i tradimenti. Lì si percepivano le sensazioni. Si apprendeva il gossip. Ora il cellulare ti ha aperto un mondo. Ti fa contattare persone che prima non vedevi e non sentivi. Con tutto ciò che ne può derivare. L'idea non è proprio originalissima. "Dobbiamo parlare" ad esempio. Il film è interamente girato in una sala da pranzo in casa tra amici con lo sfogo di una terrazza e di una meravigliosa luna in eclissi. E tu cominci a pensare che un pó l'eclissi c'entri qualcosa. Macché! C'entrano i tradimenti. La superficialità. L'omofobia. L'amore gay. Il cattivo rapporto con i figli adolescenti. I figli adolescenti inquieti. La crisi della coppia. L' autoreferenzialità. Miserie umane. Ma forse non è così. È solo vita. Buon film. Buona regia. Ben scritti i dialoghi. Bello e bravo il personaggio di Giallini e lui stesso. Un po' meno credibile Asia Mutniak nella parte di una psicologa poco psicologa. Diabolica. Ma con quel volto giganteggia sulla scena. Torno a casa e spengo il cellulare per un pó. Stasera ha fatto troppo il protagonista.
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frasmel
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lunedì 15 febbraio 2016
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risveglia le nostre emozione segrete...
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Questa commedia che potrebbe essere benissimo teatrale, si sviluppa con un andamento crescente di emozioni passando dalla comicità iniziale a momenti di curiosita' e tensione fino esplodere in una tragedia emotiva dove vengono messi in luce argomenti profondi della nostra contemporneita'.L'eclissi di luna accompagna metaforicamente il tutto.Il finale lascia l'amaro in bocca con forte spunto di riflessione su quanto effettivamente conosciamo la gente che ci circonda ,quanto effettivamente sia giusto conoscerla e quanto tutto cio' puo' rendere triste i nostri rapporti.
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Questa commedia che potrebbe essere benissimo teatrale, si sviluppa con un andamento crescente di emozioni passando dalla comicità iniziale a momenti di curiosita' e tensione fino esplodere in una tragedia emotiva dove vengono messi in luce argomenti profondi della nostra contemporneita'.L'eclissi di luna accompagna metaforicamente il tutto.Il finale lascia l'amaro in bocca con forte spunto di riflessione su quanto effettivamente conosciamo la gente che ci circonda ,quanto effettivamente sia giusto conoscerla e quanto tutto cio' puo' rendere triste i nostri rapporti. I personaggi e gli interpreti sono il fulcro della commedia ,povera di scenografia e di movimento fotografico, che ci accompagnano in un risveglio emozioni segrete che ognuno di noi porta con se
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