maumauroma
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sabato 4 marzo 2017
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moonlight
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La deframmentata esistenza di Chiron si coagula in tre distinti spazi temporali. Infanzia, adolescenza, eta' adulta. E si consuma nei ghetti afroamericani alla periferia di MIami. Qui i ricchi bianchi e i turisti avidi di mare e lusso sono impegnati altrove,e non servono. Qui tutto e' nero, pelle e anima. L' infanzia di Chiron scivola accanto a una madre tossica, prostituta a tempo perso, allevato da spacciatori a loro modo teneri e affettuosi, nonche' distorti maestri di vita, e schernito dai compagni per la sua timida delicatezza. L'adolescenza di Chiron e' scoperta e attenzione verso il suo stesso sesso, ma nei ghetti non c'e' spazio per smancerie da ragazzine, li e' il rude machismo a comandare.
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La deframmentata esistenza di Chiron si coagula in tre distinti spazi temporali. Infanzia, adolescenza, eta' adulta. E si consuma nei ghetti afroamericani alla periferia di MIami. Qui i ricchi bianchi e i turisti avidi di mare e lusso sono impegnati altrove,e non servono. Qui tutto e' nero, pelle e anima. L' infanzia di Chiron scivola accanto a una madre tossica, prostituta a tempo perso, allevato da spacciatori a loro modo teneri e affettuosi, nonche' distorti maestri di vita, e schernito dai compagni per la sua timida delicatezza. L'adolescenza di Chiron e' scoperta e attenzione verso il suo stesso sesso, ma nei ghetti non c'e' spazio per smancerie da ragazzine, li e' il rude machismo a comandare. Una stilla di dolcezza gliela infonde soltanto l'amico Kevin, ma e' solo un attimo. La nuova consapevolezza di Chiron si scontrera' con il duro razzismo sessuale dei neri contro i neri e sara' ribellione, violenza, carcere. L'eta' adulta di Chiron, ormai uscito di prigione scivola e non poteva essere altrimenti tra spaccio e violenza , ma i suoi minacciosi denti metallici
nascondono male la sua tenera e profonda sensibilita'. Cerca e trova l'amico di sempre Kevin, che nel frattempo si e' sposato e fa un lavoro onesto di cuoco .E la generosita' di Kevin riuscira' a regalare a Chiron un nuovo, forse ultimo, momento di intimita' tra i due. La regia di Barry Jenkins e' affilata, tagliente come un bisturi. Riesce a cavare con i suoi efficacissimi primi piani espressioni dagli occhi dei suoi attori che valgono piu' di mille parole. Tratto da una piece teatrale, Moonlight non regala speranze e non da certezze. E l' ultima espressione del piccolo Chiron davanti all'oceano ci sussurra a gran voce che la vita e' come una sterminata distesa di acqua e che per non annegare in essa bisogna assolutamente sapersi tenere a galla
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pierdelmonte
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sabato 4 marzo 2017
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da premio oscar? mah
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Premio oscar 2017 ma mi chiedo che cosa abbia di epocale oppure originale, la storia e’ piuttosto banale, le interpretazioni impalpabili e i dialoghi appena appena sufficienti, insomma nulla a che vedere con l’epocale “12 anni schiavo” anno domini 2014 e l’eccentrico “birdman” del 2015..
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venerdì 3 marzo 2017
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sopravvalutato
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Sopravvalutato. Bellissimo il primo dei tre capitoli. Gli altri due sono veramente "vorrei ma non posso". L'academy ha voluto premiare un film di protesta nel contesto attuale americano, ma oltre al messaggio occorre sostanza e profondità. Qui manca sia l'una che l'altra...
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pilopi ji
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giovedì 2 marzo 2017
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moonlight - film trumpista (in un certo senso)
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Il film pone la basilare questione se un nero omosessuale e spacciatore sia capace d'amare e di essere buono e la risposta è SI data come una rivelazione che però mi sembra di averla anche già sentita innumerevoli volte da parecchio tempo anche da bambino inoltre gli attori che fanno il protagonista nelle tre fasi della sua vita non si assomigliano per nulla tra loro ma non si capisce se la cosa è voluta oppure avevano pochi soldi per casting e trucco e i dialoghi sono di una banalità sconcertante che non si capisce se la cosa è voluta oppure avevano pochi soldi per attivare l'acume narrativo come quando il protagonista bambino chiede all'amico adulto "tu vendi la droga?" E l'altro gli risponde di si ma con un'espressione tutta contrita e dispiaciuta per far capire che in fondo anche se è un nero spacciatore è capace d'amare e di essere buono (anche lui oltre al protagonista) e poi è un film struggente (dicono i favorevoli) ed è vero perchè tutto il tuo corpo mentre lo guardi si indebolisce, si fiacca e i tendini ti si smollano cioè ti struggi nell'assopirti trasformandoti in una massa di carne inflaccidita ma non è di quei film che ti fanno dormire ma non vorresti.
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Il film pone la basilare questione se un nero omosessuale e spacciatore sia capace d'amare e di essere buono e la risposta è SI data come una rivelazione che però mi sembra di averla anche già sentita innumerevoli volte da parecchio tempo anche da bambino inoltre gli attori che fanno il protagonista nelle tre fasi della sua vita non si assomigliano per nulla tra loro ma non si capisce se la cosa è voluta oppure avevano pochi soldi per casting e trucco e i dialoghi sono di una banalità sconcertante che non si capisce se la cosa è voluta oppure avevano pochi soldi per attivare l'acume narrativo come quando il protagonista bambino chiede all'amico adulto "tu vendi la droga?" E l'altro gli risponde di si ma con un'espressione tutta contrita e dispiaciuta per far capire che in fondo anche se è un nero spacciatore è capace d'amare e di essere buono (anche lui oltre al protagonista) e poi è un film struggente (dicono i favorevoli) ed è vero perchè tutto il tuo corpo mentre lo guardi si indebolisce, si fiacca e i tendini ti si smollano cioè ti struggi nell'assopirti trasformandoti in una massa di carne inflaccidita ma non è di quei film che ti fanno dormire ma non vorresti. Con moonlight tu desideri ardentemente dormire. Infine si potrebbe dire che questo film ha però una valenza politica perchè dice cose "di sinistra" in un epoca di populismo di destra ma invece io dico che siccome la gente si addormenta a vederlo allora è un film che fa un grande favore a Trump perchè dimostra che il pensiero di sinistra oggi è una minestrina cucinata e mangiata dalle solite stesse quattro persone che sono poi gli intellettuali (o pseudo) e la working class sta altrove e vota Trump. Bisognerebbe invece ricordarsi di Bertold Brecht, che faceva opere bellissime, parlava chiaramente da sinistra e riempiva le sale di operai che si divertivano e spellavano le mani per gli applausi. Ma che ve lo dico a fare? VOTO: 2 (per premiare l'impegno)
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filippotognoli
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giovedì 2 marzo 2017
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oscar politico al 110%
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Non per la prima volta, e neanche per l'ultima (purtroppo),il piu' importante e famoso premio cinematografico viene assegnato per ragioni politiche, piuttosto che per motivo artistici. Nessuno scandalo, per carita', e' arcinoto come funzionino i meccanismi dell'Academy, ma la delusione e il senso di ingiustizia ci sono e rimangono, soprattutto a caldo. Senza andare troppo in la' nel tempo, solo tre anni fa, e' successa la stessa identica cosa: miglior film, ingiustamente consegnato a "12 anni schiavo". Le analogie sono presto spiegate: entrambi i film trattano l'argomento del razzismo sui neri, che in America e' un tema di estrema attualita' sempre, tanto piu' adesso con l'elezione di un presidente di estrema 'destra' come Trump.
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Non per la prima volta, e neanche per l'ultima (purtroppo),il piu' importante e famoso premio cinematografico viene assegnato per ragioni politiche, piuttosto che per motivo artistici. Nessuno scandalo, per carita', e' arcinoto come funzionino i meccanismi dell'Academy, ma la delusione e il senso di ingiustizia ci sono e rimangono, soprattutto a caldo. Senza andare troppo in la' nel tempo, solo tre anni fa, e' successa la stessa identica cosa: miglior film, ingiustamente consegnato a "12 anni schiavo". Le analogie sono presto spiegate: entrambi i film trattano l'argomento del razzismo sui neri, che in America e' un tema di estrema attualita' sempre, tanto piu' adesso con l'elezione di un presidente di estrema 'destra' come Trump. Certo in 'Moonlight' non c'e' solo il tema dei neri, ma molto di piu'. L'omosessualita', la tossicodipendenza, l'adolescenza, i conflitti interiori, la famiglia, l'istituzione scolatica, ecc. Tutte tematiche molto forti, e ben raccontate, attraverso un'ottima sceneggiatura e regia, che ci racconta nello specifico tre fasi della vita del protagonista, non a caso chiamato con tre nomi diversi (piccolo, Chiron, black). A me ha ricordato molto la filmografia di Spike Lee, e anzi puo' essere letto come un tributo al suo cinema black. In particolare l'attore Mahershala Ali', vincitore dell'Oscar per miglior attore non protagonista, assomiglia molto a Delroy Lindo in 'Clockers' dello stesso Spike Lee. E come nei film del regista newyorkese, la fanno da padrone le interpretazioni dei singoli personaggi. Tutti veramente bravissimi e credibilissimi, in particolare a mio modesto parere, la madre Naomie Harris, solo nominata, ma anch'essa meritevole di premio. In definitiva un buon film, ma come ce ne sono diversi. 'La la land' rimane e rimarra' ricordato a lungo, anche se non ha vinto. Moonlight, non credo.
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astromelia
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martedì 28 febbraio 2017
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oscar"politico"
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le ragioni per cui un film ottiene l'oscar andrebbero spiegate,perchè definire moonlight un film da oscar mi sembra eccessivo,più ancora l'oscar al miglior attore non protagonista,cosa mai ha fatto di tanto eclatante per meritarlo? esce di scena a nemmeno metà del film,perarltro senza spiegazione sulla sua morte,il resto scade un pò verso la fine,noiosi e lenti dialoghi,come se anche gli attori cercassero un'appiglio per continuare.....hai voglia di quanti film esistono sull'argomento omosessualità migliori di questo e non enfatizzati abbastanza,comunque il fiume di film sull'odio razziale e tutte le sue implicazioni mai come in questo periodo invade il cinema,trump c'entra qualcosa forse? perchè il credo sta nella politica odierna e questo film ne è la conferma,non mi piace la la land,ma neanche questo film emerge dalla media standard.
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le ragioni per cui un film ottiene l'oscar andrebbero spiegate,perchè definire moonlight un film da oscar mi sembra eccessivo,più ancora l'oscar al miglior attore non protagonista,cosa mai ha fatto di tanto eclatante per meritarlo? esce di scena a nemmeno metà del film,perarltro senza spiegazione sulla sua morte,il resto scade un pò verso la fine,noiosi e lenti dialoghi,come se anche gli attori cercassero un'appiglio per continuare.....hai voglia di quanti film esistono sull'argomento omosessualità migliori di questo e non enfatizzati abbastanza,comunque il fiume di film sull'odio razziale e tutte le sue implicazioni mai come in questo periodo invade il cinema,trump c'entra qualcosa forse? perchè il credo sta nella politica odierna e questo film ne è la conferma,non mi piace la la land,ma neanche questo film emerge dalla media standard.
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marionitti
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lunedì 27 febbraio 2017
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tra dieci anni la memoria farà fatica a ricordarlo
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La storia percorre, attraverso tre episodi distanziati nel tempo, la vita di un uomo di colore, Chiron . Si inizia con un Chiron bambino assai piccolo, per questo soprannominato Little, che, nella periferia di Miami, è costretto a fuggire alla violenza di alcuni bulli. Il ragazzino per un aiuto non può contare sulla madre drogata, quindi ad accudirlo e prendersi cura di lui sarà Juan, uno spacciatore. Nel secondo episodio, ormai adolescente, Chiron troverà una prima conferma sui dubbi sulla propria omosessualità, ma bisognerà attendere l’ultimo episodio, ambientato dieci anni dopo, perché la sua identità trovi conferma. Sono arrivato a fatica in fondo al film che potrei definire, senza troppi aggettivi complicati, noioso.
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La storia percorre, attraverso tre episodi distanziati nel tempo, la vita di un uomo di colore, Chiron . Si inizia con un Chiron bambino assai piccolo, per questo soprannominato Little, che, nella periferia di Miami, è costretto a fuggire alla violenza di alcuni bulli. Il ragazzino per un aiuto non può contare sulla madre drogata, quindi ad accudirlo e prendersi cura di lui sarà Juan, uno spacciatore. Nel secondo episodio, ormai adolescente, Chiron troverà una prima conferma sui dubbi sulla propria omosessualità, ma bisognerà attendere l’ultimo episodio, ambientato dieci anni dopo, perché la sua identità trovi conferma. Sono arrivato a fatica in fondo al film che potrei definire, senza troppi aggettivi complicati, noioso. Non capisco: basta una storia triste e un tema importante per vincere l’Oscar? Ho riguardato chi erano stati vincitori della statuetta più prestigiosa in questo millennio e ho scoperto che, senza essere un fanatico, me li ricordo tutti, magari non nei particolari, anche se li ho visti una sola volta: alcuni sono pezzi di storia del cinema. Azzardo una previsione: tra dieci anni di Moonlight ci saremo dimenticati anche perchè è uno di quei film che non viene voglia di rivedere.
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skywalker70
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lunedì 27 febbraio 2017
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melo' anni 80
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Un melodramma pretenzioso, cupo, la cui narrazione è lasciata spesso alle immagini più che ai dialoghi.
Tanti, troppi, luoghi comuni e forzature che calcano la mano sulle difficoltà vissute dal protagonista.
Nonostante questo, moonlight si lascia guardare, c'e' una certa tensione narrativa che lascia intendere che qualcosa stia sempre per accadere...fino alla fine, dove tutto inaspettatamente finisce.
Oscar per il Miglior film? Secondo me decisamente no.
Sopravvalutato.
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camillotriolo
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lunedì 27 febbraio 2017
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oscar politico
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FILM MOLTO MEDIOCRE.
ANCHE I NERI RECLAMANO LA LORO OMOSESSUALITA'.
DOPO I COWBOYS TOCCA A LORO, AVANTI UN'ALTRO PER IL PROSSIMO OSCAR!
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robertalamonica
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domenica 26 febbraio 2017
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"am i a faggot?" moonlight in una domanda.
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Moonlight, scritto e diretto da Barry Jenkins, basato sull'opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney, è un film nero. In tutti I sensi. Nero perché neri sono tutti gli interpreti del film; nero perché nera è la Miami che fa da sfondo, una città sempre fuori fuoco, lontanissima dall’immagine assolata e abbacinante cui siamo abituati; nero perché la vita di Chiron, di Kevin, di Juan, di Paula è nera, una vita ai margini della società, della cultura e della legalità; nero perché solo al buio, solo di notte l’anima nera dei figli di questa Miami sommersa può illuminarsi dell’unica luce che viene loro concessa: il blu della tristezza, delle lacrime che Chiron versa in così grande quantità “che la maggior parte delle volte mi sento come se fossi una goccia”.
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Moonlight, scritto e diretto da Barry Jenkins, basato sull'opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney, è un film nero. In tutti I sensi. Nero perché neri sono tutti gli interpreti del film; nero perché nera è la Miami che fa da sfondo, una città sempre fuori fuoco, lontanissima dall’immagine assolata e abbacinante cui siamo abituati; nero perché la vita di Chiron, di Kevin, di Juan, di Paula è nera, una vita ai margini della società, della cultura e della legalità; nero perché solo al buio, solo di notte l’anima nera dei figli di questa Miami sommersa può illuminarsi dell’unica luce che viene loro concessa: il blu della tristezza, delle lacrime che Chiron versa in così grande quantità “che la maggior parte delle volte mi sento come se fossi una goccia”.
Non si può definire Moonlight un ‘coming of age’ movie. Nonostante la divisione tripartita di suggestiva provenienza teatrale che sottolinea e separa le tre età della vita di Chiron, è lo schermo nero che taglia le tre fasi a segnare il reale passaggio da un momento all’altro della vita del protagonista e ad anticipare l’epilogo del film. Nella vita di Chiron bambino e adolescente c’è spazio per la saturazione del colore, dei gialli, dei rossi, dei blu solo nelle cose: nelle barre di appoggio del treno, nelle tendine di un diner, negli incubi rossi che Chiron fa su sua madre Paula. Non c’è evoluzione né passaggio per lui perché tutto è chiaro e già scritto nelle primissime fasi del film quando un Chiron bambino chiede al drug dealer Juan: “Am I a Faggot?” e subito dopo : “ You sell drug to my mum, don’t you?”, queste sono le domande a cui vuole risposte, le sole che gli servano per andare avanti.
Da lì in poi è un proseguire e non un progredire verso un tentativo di auto determinazione e auto affermazione che potrà manifestarsi solo nel blu di un abbraccio al chiaro di luna.
“I want to be
in love with you
the same way
I am in
love with the moon
with the light
shining
out of its soul.”
( Sanober Khan)
Ecco, la sensazione che si riceve alla fine del film è che nessuna luce ‘risplenda all’esterno dall’anima’ ma che il film si affretti a comprimere in quell’abbraccio ciò che non ha avuto la forza di liberare in due terzi di film.
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