La Forma della Voce

È difficile dare un giudizio assolutamente positivo a questo film senza rischiare di ripetere quanto già detto da altri utenti.
Il percorso di maturazione del protagonista (Shoya, Shoko non lo è) passa attraverso una espiazione incredibilmente sofferta, drammatica e (in certi momenti) straziante. Per renderla al meglio è fondamentale che lo si mostri nell'atto dei suoi errori, come avviene all'inizio del film, così da stigmatizzarne i comportamenti ed entrare in empatia con lui solo a film inoltrato. Parlando dell'inizio, condivido l'idea che sia costruito in modo un po' complesso, e le immagini del passato potevano essere inserite più chiaramente (l'unica differenza è l'abbigliamento di Shoya). [+]

È difficile dare un giudizio assolutamente positivo a questo film senza rischiare di ripetere quanto già detto da altri utenti.
Il percorso di maturazione del protagonista (Shoya, Shoko non lo è) passa attraverso una espiazione incredibilmente sofferta, drammatica e (in certi momenti) straziante. Per renderla al meglio è fondamentale che lo si mostri nell'atto dei suoi errori, come avviene all'inizio del film, così da stigmatizzarne i comportamenti ed entrare in empatia con lui solo a film inoltrato. Parlando dell'inizio, condivido l'idea che sia costruito in modo un po' complesso, e le immagini del passato potevano essere inserite più chiaramente (l'unica differenza è l'abbigliamento di Shoya).
Un particolare che sfugge a molti è la particolare fotografia del film: i fotogrammi perdono nitidezza avvicinandosi ai bordi, e non certo per errori di messa a fuoco, trattandosi di un cartone animato. È una finezza creativa che aggiunge realismo e drammaticità ad una pellicola che si concede leggerezza solo nel tratto e nelle scelte cromatiche.
Per il resto, non ci sono buoni né cattivi, come nella realtà. Tutti i vecchi compagni delle elementari hanno le loro colpe nei confronti dell'innocente Shoko, chi la presunzione, chi la pavidità, chi l'invidia. E per tutti esiste la speranza di migliorare crescendo, verso l'obiettivo non di farsi accettare (non è mai questo il traguardo di Shoya) ma di riuscire a guardare il mondo con occhi nuovi. Ci riesce il nuovo Shoya, più umile, che da adulto non si arrabbia più per niente, anche quando ne avrebbe ragione, e ci riesce finanche l'odiosa Ueno, lasciando trapelare un nuovo affetto dietro al suo abile cinismo di facciata.
Da vedere almeno due volte. [-]

Questo è l'ultimo film di Naoko Yamada, adattamento del Manga “A silent voice”.
Sono partito guardando questo film molto incuriosito dal trailer, senza sapere realmente cosa aspettarmi, non avendo mai letto il manga.
Quello che mi sono trovato davanti è un'opera che merita di essere guardata, profonda, commovente divertente per come riesce a raccontare le cose, un “cartone” più adulto di molti altri film del momento.
L'anime ha come protagonista Shoya Ishida, un ragazzino di 11 anni delle elementari che si comporta come una sorta di bulletto della classe, finchè non arriva una nuova alunna: Shoko Nishimiya, una ragazzina sorda.
Da qui si evolvono le prime scene del film con Shoya che parte trattando la nuova alunna come un “essere” diverso ed estraneo al contesto della classe e degli altri ragazzi: continue prese in giro, violenze verbali fino ad arrivare a veri e propri attacchi nei confronti di Shoko. [+]

Questo è l'ultimo film di Naoko Yamada, adattamento del Manga “A silent voice”.
Sono partito guardando questo film molto incuriosito dal trailer, senza sapere realmente cosa aspettarmi, non avendo mai letto il manga.
Quello che mi sono trovato davanti è un'opera che merita di essere guardata, profonda, commovente divertente per come riesce a raccontare le cose, un “cartone” più adulto di molti altri film del momento.
L'anime ha come protagonista Shoya Ishida, un ragazzino di 11 anni delle elementari che si comporta come una sorta di bulletto della classe, finchè non arriva una nuova alunna: Shoko Nishimiya, una ragazzina sorda.
Da qui si evolvono le prime scene del film con Shoya che parte trattando la nuova alunna come un “essere” diverso ed estraneo al contesto della classe e degli altri ragazzi: continue prese in giro, violenze verbali fino ad arrivare a veri e propri attacchi nei confronti di Shoko.
Tutto questo degenera fino al ritiro dalla scuola della povera ragazzina e qui le parti si ribaltano; Shoya da carnefice diventa la vittima, viene accusato da tutti i suoi compagni come unico colpevole per quello che è successo alla povera Shoko e viene sempre via via messo ai margini di quello che prima era la sua vita, con i suoi amici.
Inizia ora una nuova parte della vita di Shoya dettata dalla vergogna, dall'isolamento e, soprattutto, dal rimorso per quello che ha fatto provare agli altri, quello che ora sente sulla sua stessa pelle.
Con questo spirito inizia il vero film dove troveremo un ragazzo cresciuto, stanco della propria vita, desideroso solo di porvi fine, in un modo o nell'altro.
Qui ad un passo dal baratro reincontra Shoko, ora una ragazza cresciuta, che ha lasciato i problemi alle spalle.
Compito di Shoya sarà quello di sapersi redimere, abbattendo i muri che nei vari anni si era andato costruendosi arrivando a scoprire qualcosa di nuovo.

Quello che mi si è palesato davanti è davvero un gran bel film profondo con ottimi spunti su cui ognuno di noi dovrebbe riflettere.
Per come è stato concepito risulta essere forse un po' troppo adulto; i temi trattati sono a volte un po crudi e le sfaccettature sono complicate da essere comprese tutte e fino in fondo.
Molto profondo il tema del bullismo, di come sia facile cadervici dentro e di come sia altrettanto facile subirne le conseguenze di rimando.
Le difficoltà di una ragazzina con una menomazione importante come può essere il non sentire viene riportata davvero egregiamente.
Meraviglioso il modo in cui viene mostrato come il protagonista si isola dalle persone, come se anche lui fosse sordo a tutto il resto: gli altri sono solo tante facce nascoste dietro ad altrettante “X”.
Tanti estranei che non hanno niente da raccontare.
Nonostante tutto però ha note di grande positività, per cui si può sempre rimediare ad un torto fatto. Tutto il film ruota proprio attorno a questo; bisogna saper giocarsi le proprie chances e capire come fare per ascoltare coloro che meritano davvero.
Il bullismo è solo la causa scatenante di questo mare di emozioni che non solo i protagonisti del film vivono, ma che tutti noi viviamo e ci viene mostrato come superare le difficoltà che arrivano addosso ai protagonisti.
Ognuno di loro a qualcosa in comune con gli altri; tutti, in fondo, sono e si sentono soli. L'evoluzione della loro ritrovata amicizia li farà uscire, l'amore che provano l'uno per l'altra permetterà a tutti di superare quei muri che si erano costruiti.

Film davvero bello, con i suoi alti e bassi, ma lo consiglio come pezzo da vedere per arricchire la propria conoscenza.
Insegna come non ci sia solo una faccia della medaglia, ma bisogna saperla cogliere e capirne tutte le sfaccettature.

PRO:
Anime/cartone solo per dire, opera adulta e molto profonda che potranno apprezzare tutti
Le metafore “fisiche”. Ho molto apprezzato come sono state trasposte le metafore tra manga e anime. Davvero ben riuscite.
Punti di vista differenti. Il pdv sotto cui vengono descritte le problematiche in questione è atipico. Innanzitutto è visto dalla parte del bullo, che ora è lui stesso bullizzato e deve subire le conseguenze sia di quello che ha fatto che degli altri bulli.
Strano e bello.

CONTRO:
Lunghezza. Film davvero molto lungo, che ha dovuto coprire tutto l'arco del manga in quello che effettivamente è poco tempo. Purtroppo il ritmo ne risente inevitabilmente, arrivando ad avere dei momenti di narrazione morti.
Parte iniziale. Un po' troppo incasinata la parte iniziale in cui si fa un po di fatica a capire temporalmente come disporre le sequenze che abbiamo davanti. [-]