lucap96
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lunedì 31 agosto 2015
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straziante per intensità recitativa
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Gran film, nulla di meno. Francamente fatico a comprendere le recensioni negative ricevute dal film. La storia non brilla per originalità, certo, ma quali sono i grandi film che possono davvero definirsi originali? Il gladiatore, Braveheart, 300? la verità è che la differenza la fanno gli attori e la sceneggiatura, che in questo caso funzionano alla grande. Straziante la performance di Jake Gyllenhaal e quella di Forest Whitaker. Forse si potevano caratterizzare meglio alcuni personaggi, come la figlia (eccessivamente lunatica senza spiegarne i motivi, inizialmente) e quello di 50 cent, ridotto al clichè di manager senza scrupoli.
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filippo catani
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martedì 8 settembre 2015
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prevedibile ma ben interpretato
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Billy Hope è il campione dei pesi massimi e ha una moglie e una figlia a cui è davvero affezionato. Un nuovo astro nascente della boxe decide di sfidarlo e alla fine di un evento benefico da una collutazione scappa un colpo di pistola che uccide la moglie di Billy.
Dal Paradiso all'inferno e ritorno. Fuqua ci regala un film assolutamente lineare e che non sorprende nemmeno un po' lo spettatore in tutto il suo svolgimento. Le vere frecce all'arco della pellicola sono due. Innanzitutto le interpretazioni con un Gyllenhal in forma strepitosa e perfetto nel calarsi nel ruolo del pugile così come lo è Whitaker a calarsi in quello dell'allenatore-filosofo in stile Million Dollar Baby.
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Billy Hope è il campione dei pesi massimi e ha una moglie e una figlia a cui è davvero affezionato. Un nuovo astro nascente della boxe decide di sfidarlo e alla fine di un evento benefico da una collutazione scappa un colpo di pistola che uccide la moglie di Billy.
Dal Paradiso all'inferno e ritorno. Fuqua ci regala un film assolutamente lineare e che non sorprende nemmeno un po' lo spettatore in tutto il suo svolgimento. Le vere frecce all'arco della pellicola sono due. Innanzitutto le interpretazioni con un Gyllenhal in forma strepitosa e perfetto nel calarsi nel ruolo del pugile così come lo è Whitaker a calarsi in quello dell'allenatore-filosofo in stile Million Dollar Baby. La seconda freccia è rappresentata senza dubbio dalle ottime riprese specialmente durante il tanto sospirato match finale. Un po' di sentimentalismo di troppo e una buona colonna sonora rap insieme a un quarto d'ora di buona (e bella) McAdams non daranno come risultato il miglior film di boxe mai visto ma un'opera che senza tema di essere smentiti possiamo definire onesta.
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phil will
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giovedì 3 settembre 2015
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un film semplice, onesto e molto emozionante
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Bel film! Una storia semplice, e anche già raccontata più volte al cinema (che è pieno di pugili famosi) con altri copioni, ma genuinamente emozionante. Sì perchè se sceneggiatura e regia non saranno da premio oscar...le emozioni invece viaggiano alla grande sui volti di tutti i protagonisti, e dallo schermo agli spettatori. Consigliato!
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asdrubale03
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venerdì 4 settembre 2015
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jake gyllenhaal diventa billy hope
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davvero un ottimo film che commuove ed emoziona sin dall'inizio della pellicola grazie anche alle strepitose interpretazioni degli attori in particolare le interpretazioni di Jake Gyllenhaal (billy Hope) e Forest Whitaker (Titus Wills),l'unica che non mi ha convito è stata Oona Laurence (Leila Hope).Mi ha davvero colpito la regia di Antoine Fuqua che ha diretto davvero bene gli incontri rendendo il tutto più realistico.La trama ,che non è del tutto originale, parla di questo pugile professionista,Billy Hope,che dopo la perdità della moglie cade in depressione alcolizzandosi e drogandosi in questo modo rischierà di perdere la figlia.
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davvero un ottimo film che commuove ed emoziona sin dall'inizio della pellicola grazie anche alle strepitose interpretazioni degli attori in particolare le interpretazioni di Jake Gyllenhaal (billy Hope) e Forest Whitaker (Titus Wills),l'unica che non mi ha convito è stata Oona Laurence (Leila Hope).Mi ha davvero colpito la regia di Antoine Fuqua che ha diretto davvero bene gli incontri rendendo il tutto più realistico.La trama ,che non è del tutto originale, parla di questo pugile professionista,Billy Hope,che dopo la perdità della moglie cade in depressione alcolizzandosi e drogandosi in questo modo rischierà di perdere la figlia.Il film è riuscito ad intrattenermi fino alla fine facendomi affezionare ai personaggi cosa che purtroppo adesso pochi film riescono a fare.Voto 7.5/10
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kaly7
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mercoledì 9 settembre 2015
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da vedere, struggente
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A mio modesto parere, merita pienamente la visione! Ok, la storia è la classica, ma è talmente ben recitata che ti trascina fino alla fine, pur sapendo fin dall'inizio come andrà a finire! Ripeto, Jake recita in maniera perfetta, ci mette anima e soprattutto corpo, e anche il cast secondario fa un'ottima interpretazione, Whitaker su tutti. Belle anche le riprese, tipiche di Fuqua, colonna sonora ottima! Chiudendo, secondo me è inutile paragonarlo a Rocky o Cinderella Man o qualsiasi altro film sulla boxe, per me ogni film, piacendo il genere, si dev vedere e giudicare come pellicola a se stante, stop, perché anche se molto simili, viene recitato in modo diverso, racconta storie diverse e magari finisce nello stesso modo, ma non per questo si dovre
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A mio modesto parere, merita pienamente la visione! Ok, la storia è la classica, ma è talmente ben recitata che ti trascina fino alla fine, pur sapendo fin dall'inizio come andrà a finire! Ripeto, Jake recita in maniera perfetta, ci mette anima e soprattutto corpo, e anche il cast secondario fa un'ottima interpretazione, Whitaker su tutti. Belle anche le riprese, tipiche di Fuqua, colonna sonora ottima! Chiudendo, secondo me è inutile paragonarlo a Rocky o Cinderella Man o qualsiasi altro film sulla boxe, per me ogni film, piacendo il genere, si dev vedere e giudicare come pellicola a se stante, stop, perché anche se molto simili, viene recitato in modo diverso, racconta storie diverse e magari finisce nello stesso modo, ma non per questo si dovrebbe bocciare un film! Buona visione!
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gabrykeegan
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giovedì 10 settembre 2015
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fuqua vince ai punti contro le critiche
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Cominciamo col dire che il film avrebbe dovuto essere il sequel di 8 mile, con Eminem protagonista, ma ha poi preso tutta un'altra piega e il rapper ha così curato solo la parte musicale (spettacolare la hit Phenomenal), dando spessore già dal trailer con una solida colonna sonora.
Antoine Fuqua non crea così nulla di nuovo dal punto di vista del genere pugilistico, ma cerca di fare bene quello che sa fare, cioè il regista di storie complicate e difficili.
Se non c'è una vera e propria novità nel campo cinematografico, si vede comunque la mano del regista di Training Day che, proprio come un boxeur, scansa la critica e colpisce duro sugli occhi dello spettatore.
Dapprima si viene abbagliati dalle sequenze iniziali ben orchestrate tra musica e luci, per poi cadere nell'abisso delle palestre di periferia, alla Million Dollar Baby.
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Cominciamo col dire che il film avrebbe dovuto essere il sequel di 8 mile, con Eminem protagonista, ma ha poi preso tutta un'altra piega e il rapper ha così curato solo la parte musicale (spettacolare la hit Phenomenal), dando spessore già dal trailer con una solida colonna sonora.
Antoine Fuqua non crea così nulla di nuovo dal punto di vista del genere pugilistico, ma cerca di fare bene quello che sa fare, cioè il regista di storie complicate e difficili.
Se non c'è una vera e propria novità nel campo cinematografico, si vede comunque la mano del regista di Training Day che, proprio come un boxeur, scansa la critica e colpisce duro sugli occhi dello spettatore.
Dapprima si viene abbagliati dalle sequenze iniziali ben orchestrate tra musica e luci, per poi cadere nell'abisso delle palestre di periferia, alla Million Dollar Baby. L'ultima mezz'ora, per quanto prevedibile, è un vero e proprio spettacolo e i feticisti della regia dinamica e della boxe sanguinosa, non possono che eccitarsi di fronte alle riprese finali.
Se Eminem cura la colonna sonora, il suo "allievo" 50 Cent interpreta il manager con pochissimi scrupoli del protagonista e la cantante Rita Ora ha una parte troppo pubblicizzata per i pochi minuti che sfrutta comunque benissimo.
Il vero fulcro della pellicola, il diamante, che come sempre impreziosisce il tutto, è l'interpretazione di Jake Gyllenhaal. Il suo fisico reso più asciutto e scolpito dagli allenamenti, viene inquadrato in ogni minimo dettaglio e già ci fa rendere conto della solita preparazione meticolosa al ruolo.
Durante il film, il suo personaggio affronta vari momenti, attraversa tutti i sentimenti possibili e le fasi di esaltazione, caduta e rivalsa, sempre con la stessa intensità. Se la pellicola ha qualche lacuna nella sceneggiatura, l'attore che interpreta Billy non ne ha.
Espressione cattiva quando è il momento, faccia da pugile accentuata dalla professionalità che si intercetta nelle espressioni sempre calibrate alla perfezione e grandissima prova fisica, se già non ci fosse bastata in tanti altri film come Prince of Persia o End of Watch.
Nel pieno della maturità della vita e artistica, il trentacinquenne di Los Angeles ci dimostra che può essere veramente annoverato tra i migliori interpreti della sua generazione ed è ancora una volta confermato il suo talento che lo spinge sempre verso limiti ancora più alti.
Southpaw non è un film che magari entrerà nella storia come Rocky o Toro Scatenato, ma prende qualcosa da ogni altra storia sul pugilato e sembra dare una luce più luminosa al genere, mischiando le classiche atmosfere hip-hop delle opere di Fuqua e dando la vitalità e l'ardore giusto a chiunque lo guardi.
È impossibile, infatti, non immedesimarsi nei pugni e nella difesa dei combattenti sul ring, con la telecamera che li segue colpo su colpo e il montaggio mai esagerato, ma sempre puntuale nel sottolineare gli improvvisi picchi del carattere focoso dei personaggi.
Tra sentimenti contrastanti, dialoghi accesi e tanto sangue, le due ore passano abbastanza in fretta e danno la carica anche a chi non segue questo sport.
E chi dice che guardando Southpaw non ci si possa davvero appassionare alla boxe?
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guidoguidotti99
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mercoledì 14 ottobre 2015
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un moderno film sulla boxe,bellissimo.
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Bello,bello,bello,Southpaw è stata una grande e gradevolissima sorpresa per me,film che secondo me regge a pieno il paragone con i grandi classici sulla boxe del passato come Rocky e Million Dollar Baby,film che ti prende dall'inizio e ti abbandona alla fine,fantastico il protagonista,Billy Hope,molto toccanti i momenti passati con la figlia,è molto toccante l'abbraccio finale dopo l'epica battaglia contro il rivale Escobar,dove Billy si riprende il suo posto nel ring dopo momenti bui e difficili dopo la morte della moglie e l'affidamento della figlia ai servizi sociali,cadendo poi vittima dell'alcool e delle droghe.Filmun pò vuoto sotto certi punti di vista,ma che come ho già detto mi ha preso in una maniera incredibile.
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Bello,bello,bello,Southpaw è stata una grande e gradevolissima sorpresa per me,film che secondo me regge a pieno il paragone con i grandi classici sulla boxe del passato come Rocky e Million Dollar Baby,film che ti prende dall'inizio e ti abbandona alla fine,fantastico il protagonista,Billy Hope,molto toccanti i momenti passati con la figlia,è molto toccante l'abbraccio finale dopo l'epica battaglia contro il rivale Escobar,dove Billy si riprende il suo posto nel ring dopo momenti bui e difficili dopo la morte della moglie e l'affidamento della figlia ai servizi sociali,cadendo poi vittima dell'alcool e delle droghe.Filmun pò vuoto sotto certi punti di vista,ma che come ho già detto mi ha preso in una maniera incredibile.Lo consiglio a tutti,agli amanti di questo sport,ma anche a chi non piace moltissimo la boxe(come me)
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elpiezo
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mercoledì 16 settembre 2015
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commovente
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Emozionante e struggente, Southpaw è il classico film sulla boxe, dove un celebre campione finisce in rovina ed è costretto a ricominciare dal basso per riconquistare la famiglia e soprattutto ritrovare se stesso. Se la trama di per se non offre alcunché di innovativo rispetto alle pellicole del genere, il film si contraddistingue per le ottime performance dei protagonisti (su tutti la validissima coppia Gyllenhaal Whitaker) ed un oculato lavoro tecnico sia nelle complesse scene sul ring che in quelle più riflessive dove il mondo della boxe trasuda omertà e cinismo e dove grazie ad uno slang colorito ed ad una colonna sonora tipicamente hiphop viene fedelmente riprodotta l'anima grezza del più crudo sotto borgo americano.
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Emozionante e struggente, Southpaw è il classico film sulla boxe, dove un celebre campione finisce in rovina ed è costretto a ricominciare dal basso per riconquistare la famiglia e soprattutto ritrovare se stesso. Se la trama di per se non offre alcunché di innovativo rispetto alle pellicole del genere, il film si contraddistingue per le ottime performance dei protagonisti (su tutti la validissima coppia Gyllenhaal Whitaker) ed un oculato lavoro tecnico sia nelle complesse scene sul ring che in quelle più riflessive dove il mondo della boxe trasuda omertà e cinismo e dove grazie ad uno slang colorito ed ad una colonna sonora tipicamente hiphop viene fedelmente riprodotta l'anima grezza del più crudo sotto borgo americano.
VIGOROSO!!!
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dhany coraucci
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martedì 15 settembre 2015
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sul ring come nella vita prima di tutto difendersi
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Certo nei film sulla boxe di facce tumefatte, ferite e pestate ce ne sono parecchie, ma maciullate come nel caso di Billy Hope non mi pare di ricordarle. Eppure sono una super appassionata dei boxe movies e li ho visti tutti, anche quelli vecchi in bianco e nero e bellissimi (uno su tutti, Lassù Qualcuno mi Ama, 1956, biografia di Rocky Graziano con Paul Newman). Perciò prima che a Jake Gyllenhaal, un eventuale oscar io lo assegnerei senz'altro al truccatore. E' vero che ad un certo punto del film il pugile, ex campione del mondo dei pesi massimi, viene redarguito dal suo nuovo allenatore Tick (Forest Whitaker) perché la sua unica tecnica di difesa è incassare i pugni in faccia, si può bene immaginarne i (sanguinolenti) risultati.
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Certo nei film sulla boxe di facce tumefatte, ferite e pestate ce ne sono parecchie, ma maciullate come nel caso di Billy Hope non mi pare di ricordarle. Eppure sono una super appassionata dei boxe movies e li ho visti tutti, anche quelli vecchi in bianco e nero e bellissimi (uno su tutti, Lassù Qualcuno mi Ama, 1956, biografia di Rocky Graziano con Paul Newman). Perciò prima che a Jake Gyllenhaal, un eventuale oscar io lo assegnerei senz'altro al truccatore. E' vero che ad un certo punto del film il pugile, ex campione del mondo dei pesi massimi, viene redarguito dal suo nuovo allenatore Tick (Forest Whitaker) perché la sua unica tecnica di difesa è incassare i pugni in faccia, si può bene immaginarne i (sanguinolenti) risultati. Ma di ferite, in questo film, si parla sempre, anche fuori dal ring. E' un classico: il pugile è la figura tragica per eccellenza, ha avuto un'infanzia difficile (cresciuto in orfanatrofio), è stato in carcere, ha perlustrato in lungo e in largo i bassifondi e poi è riuscito a risalire la china combattendo duramente sul ring. Qui però seguiamo il tragitto inverso: Billy Hope da campione di successo perde tutto e deve ricominciare da zero. E naturalmente ci riuscirà grazie al contributo di un'altra figura classica del genere: l'allenatore che è soprattutto un maestro di vita. Dico subito che non entrerà a fare parte della mia personalissima Top Five della boxe perché insiste un po' troppo sulla commozione e sul pathos ma non se ne può parlare male perché da' l'idea di essere un film sincero in cui tutti ci hanno lavorato con grande passione. Il regista Antoine Fuqua mi piace, ha una sua casa di produzione e mette al lavoro sui suoi progetti molti dei suoi familiari e per questo film ha preteso che Jake non usasse controfigure ma fosse il più vero possibile; dal canto suo, Jake, ha accettato di allenarsi per sei mesi imparando quanto più si può sapere sulla boxe e infatti le scene sul ring, che sono sempre le migliori in questo genere di film, sono sofferte ed entusiasmanti. Rachel McAdams la adoro e qui ha il ruolo della sfortunata moglie con una personalità molto forte e dolce ad un tempo e Forest Whitaker che non mi è mai stato simpaticissimo ha la giusta autorevolezza per proporsi come profondo e convincente maestro spirituale, anche lui ferito dalla vita ma pronto a rimettersi in gioco perché sa che è la cosa giusta da fare e poiché insegna al nostro ex-campione che fondamentale è sapersi difendere, ho pensato ad un certo punto che è esattamente questa la lezione di cui avremmo tutti bisogno, imparare ad essere forti certamente sì, ma soprattutto imparare come proteggersi (la faccia, in questo caso), tanto i colpi bassi arrivano e non si può evitarli.
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giorpost
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lunedì 16 luglio 2018
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un "remake" di rocky 3 con attori e musiche ok
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Imbattuto campione dei mediomassimi, con uno score di 43 vittorie e zero sconfitte, William Hope detto Billy the Great ha tutto quello che ogni uomo sogna. Ma un turbolento passato, in buona parte trascorso in orfanotrofio, viene troppo spesso fuori attraverso il suo caratteraccio, incline a risse e facilmente provocabile.
In una concitata situazione del genere avviene l'irreparabile, che lo porta in breve tempo a perdere tutto, ad essere abbandonato dal suo manager e a cadere nel facile quanto evitabile autolesionismo,
Aiutato da un esperto ed umile allenatore di giovani dilettanti e spinto dall'amore per l'unica figlia (ancora piccola), Billy tenterà la risalita.
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Imbattuto campione dei mediomassimi, con uno score di 43 vittorie e zero sconfitte, William Hope detto Billy the Great ha tutto quello che ogni uomo sogna. Ma un turbolento passato, in buona parte trascorso in orfanotrofio, viene troppo spesso fuori attraverso il suo caratteraccio, incline a risse e facilmente provocabile.
In una concitata situazione del genere avviene l'irreparabile, che lo porta in breve tempo a perdere tutto, ad essere abbandonato dal suo manager e a cadere nel facile quanto evitabile autolesionismo,
Aiutato da un esperto ed umile allenatore di giovani dilettanti e spinto dall'amore per l'unica figlia (ancora piccola), Billy tenterà la risalita.
Difficile dare una giudizio su questo Southpow (USA, 2015), opera che spinge a due valutazioni: da un lato c'è la qualità visiva, musicale a attoriale, con un buon Gyllenhaal e un fantastico Whitaker, ma dall'altro c'è la banalità di una storia che, citazioni volute e richiami vaghi a personaggi simili a parte, pare essere il remake di Rocky 3, con tale Escobar (ma in Colombia si chiamano tutti così?) nelle vesti di Mr. T e Maureen -la piacente McAdams- a morire in una rissa al posto del mitico Mickey, alias Burgess Meredith.
Poi ci sarebbero anche dei buchi di sceneggiatura, ma a questo Antoine Fuqua ci aveva già abituati, soprattutto in Training Day.
Film da one shot: guardare una volta va più che bene. E non fosse altro che per il gigante (in senso interpretativo) Forest Whitaker.
A lui il voto più alto, 7.
Voto al film: 6.
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