Southpaw - L'ultima sfida |
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Un film di Antoine Fuqua.
Con Jake Gyllenhaal, Forest Whitaker, Naomie Harris, 50 Cent, Oona Laurence.
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Titolo originale Southpaw.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 124 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 2 settembre 2015.
MYMONETRO
Southpaw - L'ultima sfida
valutazione media:
2,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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fare a pugni con sentimento.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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martedì 7 agosto 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Costruito come un falso revenge movie, Southpaw in realtà mette in scena la ricostruzione di un uomo dopo una tragedia familiare. Non un brutto soggetto e in definitiva neanche un brutto film tenuto conto di tutto. Ma nemmeno un'opera riuscitissima. Il punto è che Antoine Fuqua la butta un filo troppo sul sentimentale. Invece di esplorare a fondo i disagi del nostro Billy Hope e quelli dell'allenatore Titus Willis, il regista sceglie la via del melodramma, facendo capitare loro tragedie immani costruite attraverso evidenti forzature narrative e accompagnandoli verso un destino persino troppo ovvio. Lo scopo, non raggiunto fino in fondo, è quello di ricercare la lacrima facile, piazzando in mezzo una bambina piccola ma intelligentissima, una palestra per giovani strappati alla strada e qualche figura seghettata di cattivo attaccato al denaro. Ne viene fuori un film che potrebbe anche funzionare, almeno a tratti, ma che si lascia ben poco dietro. Considerato quanto il pugilato sia stato capace di regalare al cinema è un po' uno spreco. A proposito di boxe, forse l'aspetto più deludente di tutto il pacchetto sono proprio gli incontri. In passato si sono visti tanti tentativi, più o meno riusciti, di mostrare la noble art attraverso lo schermo. Dal piazzare la cinepresa sul cavalletto e insegnare agli attori a boxare bene, ai suggestivi piani sequenza di Creed. Fuqua sceglie di dare ai combattimenti un taglio televisivo, alternandoli con delle strane soggettive. Poi tenta di coprire le imperfezioni delle sue decisioni con un montaggio a volte rapidissimo che spesso riesce addirittura a disturbare. Nonostante tutto Gyllenhaal, ottimo fuori dal ring, appare decisamente rigido con i guantoni, specialmente quando si copre con la spalla. Me ne intendo poco, ma tirare cazzotti in quella posizione non mi pare l'attività più semplice del mondo. Alla fine, va detto, il crescendo emotivo comunque il regista lo porta a casa, quindi magari va anche bene così. Tuttavia non può certo ringraziare la colonna sonora, perché la pellicola è tormentata dal rap che, secondo i miei gusti, continua a non essere il genere ideale per certi tipi di storie. Se volete sapere la mia, vedere Southpaw non vi rovinerà una serata. E' che ve lo dimenticherete presto.
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