Assolo |
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Un film di Laura Morante.
Con Laura Morante, Piera Degli Esposti, Francesco Pannofino, Lambert Wilson.
continua»
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 97 min.
- Italia, Francia 2015.
- Warner Bros Italia
uscita martedì 5 gennaio 2016.
MYMONETRO
Assolo
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Opinioni di uno psicoterapeutadi no_dataFeedback: 260 | altri commenti e recensioni di no_data |
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giovedì 14 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è piacevole, merita di essere visto per la bravura del cast e per il coraggio e la capacità della regista di portare sullo schermo l’intimità di una donna, la sua anima “nuda”, che è molto più complesso del mostrare quell'altro tipo di nudità a cui siamo più abituati.
Se qualcuno che legge non ha visto il film e vorrebbe andare a vederlo consiglio di rimandare la lettura di questo articolo perché racconterò alcuni fatti chiave che forse non è piacevole che siano rivelati prima del tempo.
Tutto il film, ad una prima impressione, è il ritratto caleidoscopico di questa donna matura che si ritrova a vivere da sola dopo una serie di relazioni sentimentali fallite. Flavia è una donna insicura, fragile, sottomessa, vittima del mondo, incapace di prendere l’iniziativa su qualsiasi fronte, disposta a tutto pur di non stare sola, persino a diventare amica delle nuove compagne dei suoi ex-mariti.
Ad un analisi più attenta, a me sembra che il film racconti una precisa condizione psicologica in tutte le sue accezioni: Il film racconta un’impasse, un’immobilità in cui, nonostante tutti i tentativi della protagonista Flavia, compresa la psicoterapia, ci si ritrova sempre al punto di partenza e non sembra esserci mai nessuna evoluzione. Se l’intenzione del film era fotografare questa condizione, a mio parare ci è riuscito magistralmente. In qualche modo la regista è riuscita a presentarci i personaggi dal punto di vista della protagonista, dando rilievo a quei dettagli che confermano le sue rappresentazioni. Faccio un esempio: la nuova compagna dell’ex-marito (Carolina Crescentini) e percepita da Flavia come una donna bella e di successo, nel film, le inquadrature, quello che viene raccontato di questa donna, sembra aderire perfettamente e confermare quest’idea. Come se il film e tutti i suoi personaggi non fossero reali ma fossero la rappresentazione del mondo di Flavia. Protagonista e regista se la intendono alla grande.
La cosa che invece non mi è piaciuta di questo film e che, ad un certo punto, ma veramente all’improvviso, pretende di raccontare un cambiamento, di non essere più una fotografia ma una storia. Perché? Perché osare? Perché addentrarsi in questo territorio che non si conosce, raccontando qualcosa che non si possiede? In questo senso il film è “sporco”, cioè non si capisce se sia la prima cosa o la seconda.
Se non ci fosse quest’aspetto, la mia valutazione sarebbe stata esclusivamente positiva.
Ci sono dei salti logici non giustificati dalla narrazione. Nel film la psicoterapeuta “abbandona” Flavia sostenendo che la psicoterapia è finita. Questa psicoterapeuta che per tutto il tempo non fa quasi niente se non fare interpretazioni, fare il capello in quattro (
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