siebenzwerg
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martedì 11 novembre 2014
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dolente
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Un film senz'altro che suscita (anche in sala) reazioni diverse. Per un'ora il film mi è scorso davanti perfetto come un lucido incubo collettivo, portandoci in modo tangibile, come perfettamente ha reso, la condizione fisica e lo stato d'animo di chi era costretto a essere in quella trincea e che per uscire dall'incubo aveva solo la possibilità di spararsi alla testa ma tirava avanti per puro spirito di sopravvivenza. Una tragedia dell'umanità, in tragica totale contraddizione con i magnifici paesaggi dell'inverno che assediava i soldati. Fino ad allora un'emozione molto forte. Per me il film poteva benissimo terminare lì, anche solo dopo un'ora.
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Un film senz'altro che suscita (anche in sala) reazioni diverse. Per un'ora il film mi è scorso davanti perfetto come un lucido incubo collettivo, portandoci in modo tangibile, come perfettamente ha reso, la condizione fisica e lo stato d'animo di chi era costretto a essere in quella trincea e che per uscire dall'incubo aveva solo la possibilità di spararsi alla testa ma tirava avanti per puro spirito di sopravvivenza. Una tragedia dell'umanità, in tragica totale contraddizione con i magnifici paesaggi dell'inverno che assediava i soldati. Fino ad allora un'emozione molto forte. Per me il film poteva benissimo terminare lì, anche solo dopo un'ora. Poi che succede? Arrivano immagini di repertorio della grande guerra, che non hanno neanche attinenza con quanto visto in precedenza, e tutto finisce più o meno in quel modo. A quel punto il regista avrà sentito il bisogno di una svolta ma di tutte quelle possibili, quella scelta mi è sembrata la più debole. Non ho capito il motivo di quei 5-10 minuti in più in coda al "vero" film. Per me hanno solo indebolito la potenza della visione donata fino ad allora. Non dico che ne ho perso le tracce, perché nei titoli di coda e con la musica di Fresu qualcosa si recupera, però...
Insomma, almeno per la prima ora, massimo punteggio.
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[+] ... noi, pori cani.
(di fabiofeli)
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pressa catozzo
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martedì 11 novembre 2014
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f35
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(F35) Se li acquisti è perchè li vuoi utilizzare. Altrimenti che li compri a fa?
Mio nonno non ne parlave granchè bene dela 1a guerra mondiale, un mattatoio, anzi peggio una cosa assurda.
Mio padte 17 anni imbarcato 2a guerra mondiale, anche lui non ne parlava granche bene, anzi peggio gli Inglesi avrebbero vinto solo perchè avevano la polvere liofilizzata per fare la frittata.
Ora il film , forse qualche spettatore è rimasto deluso perche si aspettava che i soldatini nella libera uscita andavano in cerca di.......... invece sempre li a piangersi addosso. Desiderosi di stare con le loro mogli o in famiglia.
Niete di tutto ciò si è combattuto per una guerra inutile per conquistare delle pietre e i perdenti dopo 100 anni si ostinano a parlare TEDESCO.
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(F35) Se li acquisti è perchè li vuoi utilizzare. Altrimenti che li compri a fa?
Mio nonno non ne parlave granchè bene dela 1a guerra mondiale, un mattatoio, anzi peggio una cosa assurda.
Mio padte 17 anni imbarcato 2a guerra mondiale, anche lui non ne parlava granche bene, anzi peggio gli Inglesi avrebbero vinto solo perchè avevano la polvere liofilizzata per fare la frittata.
Ora il film , forse qualche spettatore è rimasto deluso perche si aspettava che i soldatini nella libera uscita andavano in cerca di.......... invece sempre li a piangersi addosso. Desiderosi di stare con le loro mogli o in famiglia.
Niete di tutto ciò si è combattuto per una guerra inutile per conquistare delle pietre e i perdenti dopo 100 anni si ostinano a parlare TEDESCO.
La 2a ancora paghiamo le accise per la guerra d'africa.
W IL CINEMA SEMPRE ANCHE SE NON E' TANTO PATRIOTTICO. E perchè no W ANCHE LA PACE che se non altro a volte ci fa morire di vecchiaia.
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armaduk
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martedì 11 novembre 2014
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mi spiace, ma...
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Aspettavo con ansia l'uscita di questo film ma, dopo averlo visto, sono purtroppo rimasto profondamente deluso. Ottimo dal punto di vista della ricostruzione visiva (soldati sporchi, stanchi, equipaggiamenti corretti) e della fotografia, secondo me non ha molti altri meriti; come già fatto notare, la trama è slegata, a tratti priva di senso, un insieme di episodi (comunque pochi, il film dura poco più di un'ora...) messi assieme affrettatamente, senza alcuna correlazione tra di loro; l'ordine impossibile prevede l'occupazione di una posizione sconosciuta agli italiani, che però è a meno di 10 metri dalla loro trincea (???). Dopo un paio di morti, il capitano febbricitante si inalbera, ordina di bloccare tutto e si strappa i gradi: il suo superiore non trova nulla da obbiettare, sparisce e dell'ordine assurdo non si sa più nulla.
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Aspettavo con ansia l'uscita di questo film ma, dopo averlo visto, sono purtroppo rimasto profondamente deluso. Ottimo dal punto di vista della ricostruzione visiva (soldati sporchi, stanchi, equipaggiamenti corretti) e della fotografia, secondo me non ha molti altri meriti; come già fatto notare, la trama è slegata, a tratti priva di senso, un insieme di episodi (comunque pochi, il film dura poco più di un'ora...) messi assieme affrettatamente, senza alcuna correlazione tra di loro; l'ordine impossibile prevede l'occupazione di una posizione sconosciuta agli italiani, che però è a meno di 10 metri dalla loro trincea (???). Dopo un paio di morti, il capitano febbricitante si inalbera, ordina di bloccare tutto e si strappa i gradi: il suo superiore non trova nulla da obbiettare, sparisce e dell'ordine assurdo non si sa più nulla. Dopo l'ordine del ripiegamento i soldati scendono a valle, ma in tenentino rimane sul posto assieme ad altri due o tre non si capisce bene a fare cosa. L'episodio della mina sembra aver l'unica giustificazione nel far dire al soldato minatore, che ha sentito i rumori di scavo, di aver lavorato tanti anni in giro per il mondo (e quindi?Omaggio all'emigrazione?) Prima della fine è stato inserito uno spezzone di filmato reale (di qualità mediocre) riguardante la battaglia sul Piave e il giorno della vittoria finale, che non ho capito cosa c'entrasse con tutto il resto; subito dopo, la lettera del tenentino alla madre. Fine del film (e meno male, perché se si fosse continuato così...) Molto ben fatto il bombardamento, ma è un po' poco... Gli amanti di Olmi forse lo reputeranno splendido; chi sperava finalmente in un film italiano che parlasse seriamente della tragedia della Grande Guerra rimarrà, probabilmente, delusissimo. Più che un film a me è parso un esercizio di stile fine a sé stesso. Mi spiace, nessuno si arrabbi: è questione di opinioni e di gusti.
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alex2044
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martedì 11 novembre 2014
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colpiti al cuore
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Olmi avrebbe potuto darci un pugno nello stomaco ed invece , come da sua natura , ha preferito colpirci al cuore .
Bravo Maestro hai fatto centro ancora una volta . Il film è bellissimo , l'atmosfera magica , gli attori o meglio i volti degli attori molto intensi . Non c'è bisogno di molto sangue per avere orrore della guerra bastano i suoni e i volti pieni di paura . Per ricordare quella immonda carneficina non si poteva fare di meglio.
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latilde
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domenica 9 novembre 2014
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opera di teatro
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Davvero sconcertata dall'inconsistenza di questo film, senza trama, con inquadrature a scelta libera, senza sviluppo e con attori che pensavano di essere su un palcoscenico di teatro, totale mancanza di coinvolgimento, frasi fatte e troppo poetiche per sembrare reali e veramente scandite dalle parole dell'attore. Più che un film mi sembrava uno scorcio di racconto, fin troppo poetico come la scena dell'albero che si illumina d'oro. Nota positiva sono i paesaggi molto belli.
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lanco
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sabato 8 novembre 2014
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una delusione
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Pur in presenza di una scenografia impegnata e nonostante la fama del regista, il film manca del tutto di una qualsiasi trama o sviluppo di racconto.
Si tratta di prodotto che forse avrebbe dovuto essere ricucito in sede di montaggio con lìassegnazione di una qualche trama, almeno nei singoli episodi, operazione che però è mancata completamente per cui i vari segmenti del racconto non giungono ad alcuna conclusione o sviluppo: la storia del capitano febbricitante, dopo un intenso avvio, si perde senza che dell'ufficiale se ne sappia letteralmente più nulla. L'"operazione impossibile" segue la stessa fine. Al "ripiegamento immediato" con la teoria di fanti che si allontanano segue buona parte del film in cui i soldati continuano a rimanere nella postazione che avrebbero dovuto abbandonare.
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Pur in presenza di una scenografia impegnata e nonostante la fama del regista, il film manca del tutto di una qualsiasi trama o sviluppo di racconto.
Si tratta di prodotto che forse avrebbe dovuto essere ricucito in sede di montaggio con lìassegnazione di una qualche trama, almeno nei singoli episodi, operazione che però è mancata completamente per cui i vari segmenti del racconto non giungono ad alcuna conclusione o sviluppo: la storia del capitano febbricitante, dopo un intenso avvio, si perde senza che dell'ufficiale se ne sappia letteralmente più nulla. L'"operazione impossibile" segue la stessa fine. Al "ripiegamento immediato" con la teoria di fanti che si allontanano segue buona parte del film in cui i soldati continuano a rimanere nella postazione che avrebbero dovuto abbandonare. L'episodio della mina non ha alcun seguito. La scena dei soldati a cavallo (con 4 metri e mezzo di neve a 2000 metri di quota!)non ha alcuno sviluppo.
Alla fine il regista ha aggiunto spezzoni di video d'epoca con l'evidente intento di volersi collegare a questi, cosa che svela che l'opera avrebbe dovuto essere utilizzata per delle "drammatizzazioni" di racconti ad uso televisivo ossia quei video che scorrono mentre il narratore racconta la storia.
Niente di più.
Non è dato intuire perchè lo spettatore debba andare a vedere questo film.
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(di kimkiduk)
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(di marialuisa zuccherino)
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(di armaduk)
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(di silvia b.)
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[+] l'ossessione moderna per la trama e la morale
(di dvdfrnc)
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kimkiduk
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sabato 8 novembre 2014
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onore al maestro
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Come il vino che invecchiando migliora caro Maestro Olmi. Se dobbiamo dare un voto alla regia dovremmo dare 10. La perfezione non esiste, ma siamo veramente vicini. Voleva dare la sensazione di inutilità e assurdità della guerra e non so come si possa fare meglio. Contrapposizione immensa tra i "silenzi assordanti" e gli scoppi delle granate laceranti. L'evidenziazione di un rispetto tra tutti calati nello stesso dramma (napoletani e veneti) come se il messaggio dato da chi ha perso la vita per quello adesso sia stato inutile. La follia ed il dolore affioranti sempre nei limiti di una enorma dignità anche quella perduta. L'attesa della posta come unico momento di dolcezza e speranza e la contrapposizione di una posta consegnata prima a tutti e poi a pochi dopo un bombardamento.
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Come il vino che invecchiando migliora caro Maestro Olmi. Se dobbiamo dare un voto alla regia dovremmo dare 10. La perfezione non esiste, ma siamo veramente vicini. Voleva dare la sensazione di inutilità e assurdità della guerra e non so come si possa fare meglio. Contrapposizione immensa tra i "silenzi assordanti" e gli scoppi delle granate laceranti. L'evidenziazione di un rispetto tra tutti calati nello stesso dramma (napoletani e veneti) come se il messaggio dato da chi ha perso la vita per quello adesso sia stato inutile. La follia ed il dolore affioranti sempre nei limiti di una enorma dignità anche quella perduta. L'attesa della posta come unico momento di dolcezza e speranza e la contrapposizione di una posta consegnata prima a tutti e poi a pochi dopo un bombardamento.Paesaggi di una bellezza da togliere il fiato anch'essi osservanti stupiti di una follia collettiva. La natura ci guarda attonita ed incredula ed anche gli animali danno la speranza come una volpe spaurita ed un topo amico di compagnia e di branda. Foto sbiadite di parenti lontani che sanno di ricordi nella coscienza di non tornare più. Scene di dolore costellate di rispetto di tutto e di tutti come nei confronti della follia, del dolore di chi sta morendo nella paura e nell'accettazione di sapere che i prossimi minuti potrebbero essere gli ultimi. Sono 100 anni dalla guerra ma sembrano millenni. Scene memorabili tra cui il canto straziante, vitale e richiesto anche dal nemico, di un soldato napoletano in mezzo alla neve o l'attaccamento alla vita di un larice anch'esso "ucciso" e bruciato da una granata e cantato come un figlio da un soldato. Primi piani da cineteca e osservanti dei particolari da chi sa cosa vuol dire fare arte. Parole mai spese in inutilità troppo spesso abusata. Olmi credente che dice a Dio di essere infame e che non ha tempo per i poveri uomini. Film che non abusa nemmeno del tempo, 1h. 20' per non essere noioso e prolisso in niente. Caro Maestro Olmi mi hai commosso per quella persona che ho conosciuto a Venezia, di cui ho un ricordo immenso di gentilezza e modestia. Tanto di cappello a chi ancora ha da insegnare tanto e con il cinema e l'arte sa trasmettere sensazioni e far capire cosa vuole dire veramente. Posso solo inchinarmi doverosamente e rispettosamente ringraziando. Grazie Maestro.
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[+] un doveroso atto di impegno civile e morale
(di antonio montefalcone)
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(di pressa catozzo)
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[+] non mangio pop corn
(di kimkiduk)
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anepoz
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venerdì 7 novembre 2014
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apocalypse now
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come giustamente detto, il nostro apocalypse now. Un film meraviglioso, che riporta al neoralismo italiano e assume tinte kafkiane e allo stesso tempo elfiche. Olmi un genio. Magia dorata di Vita, distrutta dall'orrore della Guerra.
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goldy
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giovedì 6 novembre 2014
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rievocare per ricordare
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Un problema complesso come la guerra ha bisogno di un punto di vista preciso che sia sintesi significativa alla quale si perviene attraverso un lavoro attento di scelte che trattengono ciò che ha senso e gettano ciò senso non ha. Nell'anniversario della Prima Guerra Mondiale per fortuna questa volta è Olmi che si è assunto l'onere di rievocare l'evento. La celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia non era riuscita in maniera altrettanto memorabile con il film di Martone "Noi credevamo" . Olmi ha la grazia di chi sa mettere in primo piano le storie e il vissuto degli individui.
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Un problema complesso come la guerra ha bisogno di un punto di vista preciso che sia sintesi significativa alla quale si perviene attraverso un lavoro attento di scelte che trattengono ciò che ha senso e gettano ciò senso non ha. Nell'anniversario della Prima Guerra Mondiale per fortuna questa volta è Olmi che si è assunto l'onere di rievocare l'evento. La celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia non era riuscita in maniera altrettanto memorabile con il film di Martone "Noi credevamo" . Olmi ha la grazia di chi sa mettere in primo piano le storie e il vissuto degli individui. Procede per cenni : denuncia l'ottusità delle gerarchie militari, sottolinea l'estraneità dei soldati, il tedio della quotidianità, la disperazione individuale, la desolazione, l'abbandono. Un equilibrio perfetto dove su tutto rimane indelebile il sacrificio inutile, insensato, di milioni di giovani di cui non si serberà un ricordo individuale ma certamente uno collettivo, senza smagliature, senza distinzioni di schieramento, capace di far riflettere , ancorchè ce ne fosse bisogno, sulll'assurdità della guerra.
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