han-solo
|
sabato 16 agosto 2014
|
vecchio clint, puoi fare di meglio.
|
|
|
|
Forse sono uno spirito troppo semplice, ma mi viene solo una sintesi: una c.... di storia di quattro s...... che hanno fatto un sacco di soldi con la peggior musica nella storia degli U.S.A.
Quest'ultimo aspetto, rilevante per gli interessati, per gli altri solo una ulteriore testimonianza delle bizzarrie della vita, non basta a giustificarne il racconto. Personaggi irrilevanti di una storia irrilevante.
|
|
[+] lascia un commento a han-solo »
[ - ] lascia un commento a han-solo »
|
|
d'accordo? |
|
scappelle
|
mercoledì 30 luglio 2014
|
un clint a 5 stelle meno una
|
|
|
|
Sempre sorpreso dagli ultimi film di Clint. Forse perchè ancorato agli stereotipi del duro ma devo ricredermi e cambiare il pensiero in " il duro dal cuore tenero". Se uno guarda il film con il pensiero di vedere la storia dei Four Season, nota qualche imprecisione ma, secondo me, non è la cronologia della band che Clint vuole narrare ma la storia di 4 italoamericani del New Jersey e Frank Valli gli ha dato lo spunto. Bel film, mai noioso e arrivi alla fine con un sorriso.
|
|
[+] lascia un commento a scappelle »
[ - ] lascia un commento a scappelle »
|
|
d'accordo? |
|
manu02
|
giovedì 10 luglio 2014
|
un tuffo nel passato
|
|
|
|
Clint Eastwood non delude mai, e anche questa volta ha mostrato al pubblico l'ennesimo suo film assolutamente riuscito. E' interessante come venga seguito il processo di crescita di un giovane aspirante cantante in un New Jersey degli anni '50, caratterizzato dalla presenza di numerosi clan mafiosi, in cui le possibilità di un futuro "pulito" risultavano quasi nulle. Durezza ma nessuna scena di sangue o di morti, sensibilità ma non esagerata, taglio anni '50 pienamente azzeccato e voce incredibile del protagonista: 134 minuti di qualità.
|
|
[+] lascia un commento a manu02 »
[ - ] lascia un commento a manu02 »
|
|
d'accordo? |
|
rubio93
|
mercoledì 9 luglio 2014
|
un musical dalle quattro stagioni
|
|
|
|
Non è la prima volta che Clint Eastwood si muove all’interno dell’ambito musicale. Creatore di alcune colonne sonore, ha sempre avuto una passione per la musica. Ma è la prima volta che ci propone un film con questo stile.
Trasposizione cinematografica dello spettacolo di Broadway dedicato alla parabola del gruppo rock degli anni 60, i Four Seasons, il film affronta con un certo tatto e una buona sensibilità nei confronti dei protagonisti tutte le fasi di questo gruppo musicale: esordio, successo, declino, ma anche una rinascita.
Questi quattro giovani del New Jersey, che vivono alla giornata, facendo commissioni anche per il boss di quartiere, Gyp De Carlo, interpretato da Christopher Walken , sono decisi a scalare i gradini del mondo musicale.
[+]
Non è la prima volta che Clint Eastwood si muove all’interno dell’ambito musicale. Creatore di alcune colonne sonore, ha sempre avuto una passione per la musica. Ma è la prima volta che ci propone un film con questo stile.
Trasposizione cinematografica dello spettacolo di Broadway dedicato alla parabola del gruppo rock degli anni 60, i Four Seasons, il film affronta con un certo tatto e una buona sensibilità nei confronti dei protagonisti tutte le fasi di questo gruppo musicale: esordio, successo, declino, ma anche una rinascita.
Questi quattro giovani del New Jersey, che vivono alla giornata, facendo commissioni anche per il boss di quartiere, Gyp De Carlo, interpretato da Christopher Walken , sono decisi a scalare i gradini del mondo musicale. Il loro asso nella manica è Frankie Valli, la voce angelo, il cui talento è riconosciuto anche dallo stesso boss mafioso. Ebbero un notevole successo - anticipando di pochissimo l’entrata in scena di Elvis Presley - proponendo una sorta di rock melodico e corale. Come tanti dei gruppi musicali anche questo non ebbe lunga vita. Jersey Boys ci mostra i vari momenti del declino, dovuti anche all’avidità e all’egoismo. Li affronta in maniera molto umana, cercando di far comprendere l’importanza del gruppo e del suo significato, ovvero della musica come ragione di vita, attraverso un percorso di maturazione non soltanto collettivo, ma anche singolare; a ciascun membro del gruppo è concesso una sorta di momento confessione di fronte la telecamera, dove esprimono i loro sentimenti e le loro opinioni. Questi momenti ci mostrano quanto sia difficile a volte per un gruppo musicale rimanere unito, scosso dalle profonde divergenze tra i vari membri, uniti solo dalla musica e dal successo.
Dunque la storia di un gruppo musicale che deve combattere non solo con le proprie divergenze interne, ma anche con un evolversi dei tempi sempre più rapido.
Una vicenda sicuramente interessante, un omaggio ad un periodo musicale che ancora non è comunque tramontato. Inoltre, ottima trasposizione dell’ambiente in cui vissero i personaggi, quello delle comunità italo-americane, con le piccole organizzazioni mafiose, incarnate in questo caso dal grandissimo attore Christopher Walken.
In definitiva consigliato a tutti i fan di Eastwood, ma anche a coloro che amano la musica di ogni genere. Un film che non vi tenterà dall’alzarvi dalla poltrona.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rubio93 »
[ - ] lascia un commento a rubio93 »
|
|
d'accordo? |
|
jaylee
|
lunedì 7 luglio 2014
|
c’erano una volta le boy band…
|
|
|
|
Ultima fatica dell’ormai mitologico Clint, Jersey Boys è tratto da un musical di successo, a sua volta basato sulla storia dei Four Seasons, una delle prime boyband a cavallo tra gli anni 50 e 70… I nostri eroi, Frankie, Tommy, Nicky e Bobby, italoamericani pasta-e-fasul e brillantina che partono dal New Jersey, iniziano i primi concerti in sagre, ristoranti e sale da bowling, firmano il loro primo contatto e poi inanellano una serie di hit che ne fanno il gruppo pop americano più di successo prima dell’arrivo della British Invasion con Beatles, Rolling Stones, ecc… con il culmine della hit “Can’take my eyes off of you”, una delle canzoni più interpretate nella storia del pop (una delle scene più belle del film, peraltro).
[+]
Ultima fatica dell’ormai mitologico Clint, Jersey Boys è tratto da un musical di successo, a sua volta basato sulla storia dei Four Seasons, una delle prime boyband a cavallo tra gli anni 50 e 70… I nostri eroi, Frankie, Tommy, Nicky e Bobby, italoamericani pasta-e-fasul e brillantina che partono dal New Jersey, iniziano i primi concerti in sagre, ristoranti e sale da bowling, firmano il loro primo contatto e poi inanellano una serie di hit che ne fanno il gruppo pop americano più di successo prima dell’arrivo della British Invasion con Beatles, Rolling Stones, ecc… con il culmine della hit “Can’take my eyes off of you”, una delle canzoni più interpretate nella storia del pop (una delle scene più belle del film, peraltro).
Pur non essendo nuovo al genere musicale (vedi Birdie o The Honky Tonk Man, ma in genere lo score musicale ne è sempre stato un punto di forza come ne Gli Spietati o Gran Torino), il buon Clint, lungi dall’andare in pensione, si cimenta con un genere per lui inusuale, e ci spiazza con una pellicola piuttosto estiva e leggera per i suoi standard degli ultimi vent’anni. Pur non essendo particolarmente originale, risulta comunque interessante la commistione di genere, una via di mezzo tra Grease (non a caso i titoli di coda sono del cantante poi solista del gruppo) e Quei Bravi Ragazzi (dove –piccola curiosità- Joe Pesci, interpreta Tommy De Vito, stesso nome di uno dei Four Seasons, e peraltro suo amico di infanzia!). I Four Seasons emergone bene come veri e propri precursori di genere, sia come scelte musicali (il falsetto di Frankie Valli –col grande contributo vocale di John Lloyd Young- ed il contrappunto degli altri 3 non potrà non ricordare i Beach Boys, che arriveranno qualche anno dopo) che come stile di performance (vedere per credere i balletti ed i numeri sul palcoscenico, apripista per tutte le boyband dei 50 anni successivi!).
Scorrevole e piacevole (ben 2h15, ma senza fatica), il film ha ottime musiche e buone interpretazioni (peraltro la maggior parte degli attori, ha cantato e ballato nel musical a teatro; eccezione è il guascone Vincent Piazza, evidentemente chiamato per apportare peso specifico agli altri 3 componenti del gruppo, comunque apprezzabili anche a livello recitativo; e menzione speciale per il produttore gay interpretato da Michael Doyle ed il sempiterno “padrino” Christopher Walken); Jersey Boys è carente nello sviluppo della trama che sceglie di non discostarsi troppo dalle atmosfere di Broadway e da alcune scelte narrative (es. i protagonisti che parlano "fuori campo"), lasciano un senso di superficiale e mai approfondito.
Rimangono alcune scene notevoli (bellissimo come il Brill Building, mitico palazzo dei produttori musicali anni 50-60, viene raffigurato scalandolo da fuori e lasciando intravedere in ogni finestra uno stile ed un genere nuovo… espressione di energia artistica di quegli anni così densi ed innovativi) e la voglia di battere le mani a tempo su quanto avviene nello schermo, con un grande finale in stile Bollywood che non potrà non strappare un sorriso… e che si schiude in un’immagine finale amarognola (qui c’è il tocco del regista) di 4 ragazzi imbrillantinati che cantano a cappella sotto un lampione, l’essenza dei privilegi della gioventù e di un’epoca irripetibile.
In definitiva? Canterino, simpatico, qualche sprazzo di luce, prevedibile… Grande coraggio da parte di Clint nel girare Jersey Boys, ma un film minore nella sua cinematografia. (www.versionekowalski.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaylee »
[ - ] lascia un commento a jaylee »
|
|
d'accordo? |
|
drumtaps
|
sabato 5 luglio 2014
|
sorpresa a 5 stelle
|
|
|
|
...pur essendo un ammiratore del regista ero perplesso dal genere in cui si cimentava.La perplessità è stata sostituita dalla sorpresa e dall'ammirazione per un film assolutamente godibile, perfetto nell'ambientazione e nella rappresentazione dei personaggi.Nonostante la discreta lunghezza della pellicola, non si avverte mai un momento di stanca.A mio parere uno dei migliori film di Clint Eastwood.
|
|
[+] lascia un commento a drumtaps »
[ - ] lascia un commento a drumtaps »
|
|
d'accordo? |
|
johnford
|
venerdì 4 luglio 2014
|
clint non sbaglia un colpo
|
|
|
|
IN SORDINA IL VECCHIO CLINT, SENZA IL MARTELLANTE BATTAGE PUBBLICITARIO CHE ACCOMPAGNA L'USCITA DI TUTTI I FILM DEI VARI SCORSESE, FRATELLI COHEN, LARS VON TRIER, WOODY ALLEN, TARANTINO ETC ETC, CONFEZIONA UN ALTRO OTTIMO PRODOTTO, L'ENNESIMO DI UNA LUNGA CARRIERA DI REGISTA CHE SI E' FIN QUI MANTENUTA SU OTTIMI LIVELLI. UN FILM CHE "SCIVOLA GIU' COME IL ROSOLIO", CHE NON TI "FA PENSARE", CHE NON AFFRONTA TEMATICHE COMPLICATE, CHE NON TI MANDA A CASA PIENO DI DUBBI, INCERTEZZE E PAURE. INSOMMA UN FILM CHE NEI PROGRAMMI DEI CINEFORUM DELLA MIA GIOVENTU' INFARCITI DI OPERE DI KARL THEODOR DREYER, KON ICHIKAWA, SERGHIEI EISENSTEIN, INGMAR BERGMAN E AKIRA KUROSAWA NON SAREBBE MAI STATO PROIETTATO.
[+]
IN SORDINA IL VECCHIO CLINT, SENZA IL MARTELLANTE BATTAGE PUBBLICITARIO CHE ACCOMPAGNA L'USCITA DI TUTTI I FILM DEI VARI SCORSESE, FRATELLI COHEN, LARS VON TRIER, WOODY ALLEN, TARANTINO ETC ETC, CONFEZIONA UN ALTRO OTTIMO PRODOTTO, L'ENNESIMO DI UNA LUNGA CARRIERA DI REGISTA CHE SI E' FIN QUI MANTENUTA SU OTTIMI LIVELLI. UN FILM CHE "SCIVOLA GIU' COME IL ROSOLIO", CHE NON TI "FA PENSARE", CHE NON AFFRONTA TEMATICHE COMPLICATE, CHE NON TI MANDA A CASA PIENO DI DUBBI, INCERTEZZE E PAURE. INSOMMA UN FILM CHE NEI PROGRAMMI DEI CINEFORUM DELLA MIA GIOVENTU' INFARCITI DI OPERE DI KARL THEODOR DREYER, KON ICHIKAWA, SERGHIEI EISENSTEIN, INGMAR BERGMAN E AKIRA KUROSAWA NON SAREBBE MAI STATO PROIETTATO. MA QUESTO NON LO SMINUISCE, ANZI. E VI DICO DI PIU': MI E' PURE PIACIUTO IL FINALE BOLLYWOODIANO.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a johnford »
[ - ] lascia un commento a johnford »
|
|
d'accordo? |
|
yrock
|
mercoledì 2 luglio 2014
|
eastwood fa una scelta interessante
|
|
|
|
La scelta di Eastwood di portare sulla scena una storia, non ripartendo da zero, ma da un'opera teatrale, è ben riuscita infatti, la musica acquista la giusta importanza ma non prende il sopravvento, evitando così l'effetto musical, che avrebbe sacrificato la storia. La scelta di mixare musica e storia di vita dei personaggi, è simile a quella fatta dai fratelli Coen in "A Proposito di Davis", quì si parla però dei Four Seasons un gruppo celebre, a differenza di Llewin Devis, che non ebbe successo. Particolare è anche il doppiaggio in italiano che ha voluto rispettare l'accento italo-americano dei personaggi, ben caratterizzati anche se un pò troppo legati alla forma teatrale, che forse sacrifica in particolare il protagonista Frankie Valli.
[+]
La scelta di Eastwood di portare sulla scena una storia, non ripartendo da zero, ma da un'opera teatrale, è ben riuscita infatti, la musica acquista la giusta importanza ma non prende il sopravvento, evitando così l'effetto musical, che avrebbe sacrificato la storia. La scelta di mixare musica e storia di vita dei personaggi, è simile a quella fatta dai fratelli Coen in "A Proposito di Davis", quì si parla però dei Four Seasons un gruppo celebre, a differenza di Llewin Devis, che non ebbe successo. Particolare è anche il doppiaggio in italiano che ha voluto rispettare l'accento italo-americano dei personaggi, ben caratterizzati anche se un pò troppo legati alla forma teatrale, che forse sacrifica in particolare il protagonista Frankie Valli. Nel complesso è un film che mostra un dietro le quinte che non sempre per le band, coinvolge a dovere tutti i membri, come nel film "The Doors" di Oliver Stone, incentrato per la quasi totalità sulla figura di Jim Morrison, invece che su tutto il gruppo. Il film è dunque coinvolgente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a yrock »
[ - ] lascia un commento a yrock »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
martedì 1 luglio 2014
|
rock & mafia
|
|
|
|
Clint Eastwwod è sempre stato un appassionato di musica (basti ricordare “Bird” il film su Charlie Parker) e abbastanza vecchio da ricordare bene gli anni ’50 e ’60. Descrive, quindi, molto bene l’ascesa di Frankie Valli e del gruppo Four Seasons verso i successi nel rock. I soliti mafiosi italiani sono la giusta cornice del quartiere vicino a Newark nel New Jersey, dove Frankie (un eccezionale John Lloyd Young) è nato e cresciuto. Descritti con dovizia di particolari, ambiente e musica divertono e appassionano per un’ora intera. Peccato che il film ne duri più di due; la parte di crisi del quartetto con impicci, furtarelli e imbrogli di Tommy non riesce a interessare lo spettatore.
[+]
Clint Eastwwod è sempre stato un appassionato di musica (basti ricordare “Bird” il film su Charlie Parker) e abbastanza vecchio da ricordare bene gli anni ’50 e ’60. Descrive, quindi, molto bene l’ascesa di Frankie Valli e del gruppo Four Seasons verso i successi nel rock. I soliti mafiosi italiani sono la giusta cornice del quartiere vicino a Newark nel New Jersey, dove Frankie (un eccezionale John Lloyd Young) è nato e cresciuto. Descritti con dovizia di particolari, ambiente e musica divertono e appassionano per un’ora intera. Peccato che il film ne duri più di due; la parte di crisi del quartetto con impicci, furtarelli e imbrogli di Tommy non riesce a interessare lo spettatore. La trasposizione cinematografica del musical di Broadway avrebbe meritato forse qualche piccola revisione della sceneggiatura. Lo stesso dialogare con il pubblico da parte degli attori – che va tanto di moda anche nelle serie TV statunitensi– non riesce a essere avvincente. La vita privata di Frankie si sovrappone e frammenta con la sua storia pubblica senza trovare armonia. Insomma non uno dei migliori film di Eastwood ma bravo a essersi cimentato in un nuovo genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
|