Freddy Quell vive in un mondo attraversato dalla guerra e dai suoi dolori. Ma i dolori di Freddy, finita la guerra, sono dentro di lui, soffocati da un morbido ma esplosivo miscuglio di alcool e altri strani componenti. Il destino lo porta ad incontrare Lancaster Dodd "il Maestro" che lo prenderà sotto la sua ala protettiva e lo sottoporrà alle sue terapie alternative. Da un lato il male di vivere e dall'altro la curiosità di scoprire e sondare l'animo umano. Ma il male di vivere qual'è? Allievo e maestro, seppure così diversi, sono molto simili e i loro ruoli si scambiano facendo nascere quasi impercettibilmente un legame fortissimo, ipnotico, sensuale. Sarà il maestro a rivivere vite passate per trovare e provare il loro primo incontro, quasi avesse timore di portare lontano da sé l'enigmatico, difficile, scostante Freddy. L'algido contorno di personaggi serve solo da sfondo alla loro partita a scacchi: "se mi lascerai ora sarà per sempre" intima in maestro, "ci rivedremo nella prossima vita" ribatte l'allievo. Ma il gioco delle parti viene abilmente giostrato dal regista che tiene lo spettatore sul filo di lana in attesa di un evento doloso o di una clamorosa liberazione, ma nulla accade perché allievo e maestro sono il riflesso l'uno dell'altro, sono il riflesso dell'animo umano. Grande interpretazione di Joacquin Phoenix e di Philip Seymour Hoffman che ci portano attraverso un'America liberale, ma anche gretta e meschina, un'America che vive la paura del sentimento e del desiderio, proiettando su immagini fantastiche le proprie fantasie. Il web parla di espliciti riferimenti a "Scientology", e in effetti viene da pensare al maestro di "la rasatura del prato e la costruzione di sé, ma il vero affanno è quello di rappresentare ciò che noi siamo nel bene e nel male come sono le due facce di questa medaglia. Grandiosa la fotografia. Un capolavoro di bravura.
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sergiolino63
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mercoledì 9 gennaio 2013
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i capolavori sono ben altro....
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Addirittura 5 stelle? Bisogna essere disturbati come i protagonisti del film.... i capolavori sono ben altro, ma mi rendo conto che tutto è soggettivo. Ho avuto l'ennesima conferma che bisogna star lontano dai polpettoni di Venezia e Cannes.....
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pepito1948
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lunedì 14 gennaio 2013
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non esageriamo
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Il commento che precede mi sembra eccessivo ed un po'offensivo. Comunque,anche se non concordo sul capolavoro, il tuo commento è ben fatto ed argomentato. Il film, se si riesce ad entrarci dentro, ha raggiunto l'obiettivo di porre un tema diffuso come il gurismo e di far riflettere anche se ciascuno ha la propria visione in ordine ai significati da dare alla rappresentazione, a prescindere da ogni riferimento a Scientology.
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